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THE FOOL ON THE HILL (Lennon – Mc Cartney)

Paul McCartney – voce, pianoforte, chitarra acustica, flauto dolce, basso, low whistle
John Lennon – armonica a bocca, scacciapensieri[8]
George Harrison – chitarra acustica, armonica a bocca
Ringo Starr – batteria, maracas, cimbalini a dita

Altri musicisti

Christopher Taylor, Richard Taylor, Jack Ellory – flauto

Registrazione: 25 settembre 1967
Produttore: George Martin
Fonico: Geoff Emerick

Giorno dopo giorno, solo su una collina
L’uomo col ghigno da matto
se ne sta perfettamente immobile

Ma nessuno lo vuole conoscere
Vedono che è solo un matto
Non da mai nessuna risposta

Origine

Il pezzo è di Paul. Probabilmente ispirato alla figura di Maharishi Mahesh Yogi: guru, fondatore della “Meditazione trascendentale” , nonché ispiratore per un certo periodo degli stessi Beatles.

 

“Fool on the Hill era mia e penso che stessi scrivendo di un tipo come il Maharishi. I suoi detrattori lo chiamavano “stolto”. A causa della sua risatina non veniva preso molto seriamente… Mi sedetti al piano nella casa di mio padre a Liverpool, e me ne uscii con Fool on the Hill”

Paul Mc Cartney da Miles, Barry. “Many years from Now”

 

 

 

 

 

Ma il matto sulla collina
Vede il sole tramontare
E con gli occhi della mente
Vede il mondo girare

Strada facendo, la testa in una nuvola
L’uomo dalle mille voci
parla assolutamente forte

Ma nessuno lo sente mai
O sente il suono che sembra emettere
E lui sembra non accorgersene mai

Registrazione

La canzone è rimasta molto nella mente di Paul prima di essere portata in sala di incisione.

La registrazione è cominciata il 27 settembre, ma già il 6 settembre Paul Mc Cartney registrò una demo.

Solo il 20 ottobre è stata aggiunta la famosa parte dei flauti.

Lui non li ascolta mai
Sa che sono loro i matti
lui a loro non piace

Il matto sulla collina
Vede il sole tramontare
E con gli occhi della mente
Vede il mondo girare

Live e cover

Oltre a una citazione dello stesso John Lennon su “Glass Onion”, il brano ha avuto diverse cover tra le quali sono da citare quella di Bjork nel 1977 e quella di Vanna Scotti, incisa alla fine del 1967 con il testo in italiano scritto da Bruno Lauzi.

 

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