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Il trono di spade ottava stagione verso le elezioni.

  1. Il Trono di Spade, ottava stagione

Mezzo mondo in attesa del tanto agognato finale di stagione e di storia. La serie più vista al mondo, che è riuscita a trascinare tutti, anche i più tardivi e scettici (come me), a sparasi sette serie ininterrottamente,  spaparanzati sul divano,  fino a tarda notte.

 

Perché tanto interesse ?

In un mondo di sovraccarico mediatico, culturale e intellettuale, aprire un varco nell’interesse della gente è un fenomeno da non sottovalutare. Certo, in Italia tanto potere è dato dal fatto che, spesso, lasciamo che gli americani scelgano per noi gusti e interessi .

La sfida degli autori

La principale giustificazione del fenomeno che definirei, per la portata,  sociale, credo sia, senza dubbio, da attribuirsi al processo di identificazione che, sempre,  sappiamo essere alla base del successo di una storia. Ma, forse, c’e di più. La sfida iniziale dello scrittore e degli autori della serie,  è stata quella di fidelizzarsi un pubblico più vasto possibile, dando per scontato quello già certo degli amanti del fantasy. Da qui, istintivamente la mente corre, visto il momento storico politico, verso il parallelo con il nostro  dibattuto periodo elettorale. 

 

Fuori da proprio terreno

La sfida del Trono di Spade è stata quella che certi politici si stanno ponendo e altri si dovrebbero  porre: la ricerca del consenso su un terreno che non è il proprio. Quindi, un po’ di spionaggio, un po’ di amore, un po’ di azione e, perché no, un po’ di porno. Il risultato è stato perfetto. Il Trono piace a tutti, o almeno a tutti quelli che hanno deciso fino ad  ora di guardarlo. L’operazione mediatica è stata forte, un bombardamento che ti fa sentire fuori dalla conversazione delle cene del sabato sera, se non sei aggiornato.

L’appeal della politica

Magari si parlasse con così tanto interesse della politica italiana! Magari si riuscisse ad essere così tanto informati sui protagonisti della scena politica e di potere del nostro paese. Ma l’appeal della politica e di buona parte dei politici (Salvini escuso, in quanto protagonista unico e di una serie tutta sua, basata sulla sola affermazione di se stesso) è nullo. Eppure, giochi di potere ce ne sono, e anche azione, e anche un po’ di thriller e sicuramente non manca il porno. Che sia la mancanza dei draghi la causa di così poco interesse?

 

Per chi tifiamo

Noi spettatori  del Trono di Spade, assetati di finale, abbiamo tifato per una casata o l’altra, ci siamo appassionati a dei valori, abbiamo deciso di sostenere questi o quegli ideali. Ma abbiamo anche cambiato idea, ci siamo ritrovati a sperare per un personaggio che odiavamo, ognuno seguendo la propria trama principale. Perché alla fine tutti i personaggi hanno una logica e una coerenza, dei valori belli o brutti da difendere, alla fine tutti hanno ragione e tutti torto. Tutti vincono e perdono. Mi chiedo cosa succederebbe se, noi spettatori, noi elettori, appassionati, delusi, arrabbiati, indecisi, noi elettori ci rendessimo conto che potremmo veramente  decidere alle prossime elezioni il fanale di questa saga politica, almeno fino alla prossima stagione.

Gli estranei

Abbiamo veramente bisogno che arrivino gli estranei ? Abbiamo veramente bisogno per trovare compattezza di difenderci da qualcosa?
Beh, per i grillini gli estranei sono stati tutta la classe politica, per Salvini inutile dire che sono stati gli immigrati, per la sinistra, beh, forse il tentativo è che siano i nuovi fascisti. Veramente la politica italiana non sa definirsi se non per opposizione? E’ così povera di contenuti da non riuscire a definirsi su programmi, progetti, sogni ed ideali?

 

I draghi

Nel Trono di Spade  c’e un unico personaggio che forse ha una visione moderna della politica e della società, anche  se paradossalmente è anche quello che detiene la forza della dinastia antica e i draghi stessi. E se i draghi che mancano per appassionare le persone alla politica (tanto da cambiare l’oggetto delle conversazioni a tavolino il sabato sera ) fossero in realtà i progetti, i sogni, gli ideali, i programmi, le idee concrete? 

Mi piace pensare

Mi piace pensare che possa esserci, prima o poi, un ritorno alla partecipazione politica che possa creare una spinta nuova, basata su idee e  programmi, sia per chi governa che per chi sta all’opposizione. Mi piace pensare che, al di là di chi voteremo alla prossime elezione, lo faremo scegliendo con coerenza ed informazione, chiedendoci chi vogliamo e sopratutto perché. Mi piace pensare che voteremo non per opposizione, non per distruggere ma perché crediamo di poter costruire. Mi piace pensare che voteremo senza pensare allo spauracchio degli estranei, chiunque essi siano, perché ogni buon cantastorie sa che il nemico è solo un escamotage per rendere valoroso l’eroe. Mi piace pensare che,  anche  se dobbiamo combattere un nemico, la scelta dei mezzi che usiamo per farlo è quello che caratterizzerà la nostra identità . Mi piace pensare e mi piace sognare, ma di sicuro io sceglierò i draghi .

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