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Il piano fisico di Cecil Taylor.

Il piano fisico di Cecil Taylor.

Cecil Taylor.

 

Cecil Taylor  1929-2018

Pianoforte

Cecil Taylor, per molti critici impossibile da definire un pianista jazz.

In realtà il jazz è sempre stata la musica che solletica l’intelletto, quella che stimola domande e non vincola le energie che produce ad una stessa categoria.

Per questo parlerò dell’approccio del tutto atipico di un mostro pianistico del jazz : Cecil Taylor.

Cecil Taylor non si sarebbe mai arrogato il diritto di definirsi ”jazz”,se non fosse stato l’unico modo che possedeva per ”aggrapparsi alla sua cultura negra”.

Un musicista che aveva studiato al conservatorio, un virtuoso competente del suo strumento che ne fece una ragione di ricerca.

Cecil era talmente oltre i luoghi comuni da liberare il pianoforte del suo ruolo e vederlo come una ”batteria ad 88 toni”.

Le sue performance, nelle quali colpisce furiosamente i tasti del piano con dita, pugni ed avambracci sono talmente fisiche da spostare la musica su un altro piano esistenziale.

Close-up of American Jazz musician Cecil Taylor’s (1929 – 2018) hands as he plays piano onstage at the Sweet Basil nightclub, New York, New York, 1989. (Photo by Anthony Barboza/Getty Images)

 

Quasi come se la natura lo invocasse e lui ne traesse ispirazione.

Cecil Taylor e la sua ricerca intelligente non lo fanno inglobare nello stile afroamericano, piuttosto in quello europeo.

La ritmica, le improvvisazioni armoniche che lo interessavano erano quelle di Stravinsky, Tristano e Bartòk, non certo quelle Afro di Ellington.

Cecil considerava il pianoforte come uno strumento a percussioni e precisamente come una batteria a 88 toni e ne sintetizzò lo stile con ”ritmo-suono-energia”.

Quello che lui definiva ”sporco”, riferito ad un atteggiamento

animale e istintivo, era una battaglia di energia, uno scambio armonico dagli attacchi spasmodici e sincopati che vivevano per la stessa ragione, della ragione di essere.

Vorrei condividere con voi un fantastico video musicale dall’approccio unico ed eccitante .

Jazz Advance, del 1956, dove le briciole del swing e del blues generano paesaggi naturali fantastici, asimmetrici.

Creano escursioni melodiche in grado di farti viaggiare in continenti diversi, su rotte ritmiche precise e protette dal suo incommensurabile gusto.

Cecil Taylor, una cascata in piena, un vulcano in eruzione, la brezza sull’oceano, tempesta nel deserto, foglie al vento…


Il piano fisico di Cecil Taylor. by Martina Salsedo is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 4.0 International
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