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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Anish Kapoor a Palazzo Strozzi: dall’inverosimile all’irreale

Anish Kapoor a Palazzo Strozzi: dall’inverosimile all’irreale

Da poco più di un mese ha aperto a Palazzo Strozzi la grande mostra dedicata ad Anish Kapoor, celebre maestro che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea. A cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra propone un percorso tra monumentali installazioni, ambienti intimi e forme perturbanti.

Si intitola Anish Kapoor. Untrue Unreal la mostra che Palazzo Strozzi dedica all’opera di uno tra i più noti artisti internazionali contemporanei. Aperta fino al 4 febbraio 2024, l’esposizione propone sia i primi lavori dell’artista che quelli più recenti, tra cui una nuova produzione specificatamente ideata in dialogo con l’architettura del cortile rinascimentale. Si tratta deVoid PavillionVIII, una costruzione bianca dove all’interno sono infilate tre forme rettangolari vuote, realizzate con il VantaBlack (il nero profondo inventato da lui di cui detiene anche il brevetto).

Anish Kapoor
Anish Kapoor, Untrue Unreal, veduta della mostra, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023-2024. ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Un rapporto complicato

Anish Kapoor
Anish Kapoor, Untrue Unreal, veduta della mostra, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023-2024. ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Il dialogo tra l’opera di Anish Kapoor e l’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi non è certamente scontato, ed a tratti sembra assumere i toni dello scontro frontale. Ma è da tale contrapposizione dialettica che trae origine il potenziale perturbante della mostra, dove l’esperienza di visita diventa piuttosto un viaggio esplorativo attraverso nuove percezioni di sé e dello spazio che ci circonda. Come dichiara lo stesso artista:

«Ho dialogato e litigato con questo luogo, sono stato un po’ turbato dalla sua simmetria e dalla rigidità, che è una successione classica di ambienti. Allora la mia scelta è stata di assecondarne lo scorrere, ma anche di interromperlo, o sconvolgerlo. Per esempio, a volte nel posizionare le opere ho tenuto conto della relazione tra gli oggetti che sono piccoli e l’ampiezza della sala. Tutta la matematica della mostra è incentrata sull’ oggetto vuoto” ma, essendo io pieno di contraddizioni, quello che vedete non sono “oggetti vuoti”. Sono in realtà pieni di oscurità (i grandi buchi neri con il VantaBlack) o di riflessi (gli specchi). E anche questa è una complicazione».

L’inverosimile e l’irreale

In un mondo in cui la realtà sembra sempre più sfuggente e manipolabile, Anish Kapoor ci sfida a cercare la verità oltre le apparenze, invitandoci a esplorare il territorio dell’inverosimile e dell’irrealeuntrue e unreal. Uno spazio liminale, sospeso tra reale e non reale, tra vero e non vero, che richiede nello spettatore lo sforzo di riempire di senso e significato oggetti plasticamente vuoti, superfici riflettenti, strane forme geometriche. In questo modo il visitatore diviene co-protagonista delle opere di Kapoor, che diventano vero e proprio teatro di “performance” dello spettatore, invitandolo a inserirsi e completare così l’opera d’arte stessa. Per Kapoor «il cerchio si conclude solo con lo spettatore», cioè con il dialogo e l’esperienza di chi sperimenta l’opera«Esiste una netta differenza rispetto a quelle opere con soggetto definito, dove significato e contrappunto formano già un cerchio completo».

Anish Kapoor
Anish Kapoor, Untrue Unreal, veduta della mostra, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023-2024. ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Un pittore che lavora come uno scultore

Nato a Mumbai, in India, nel 1954, Anish Kapoor ha vissuto e lavorato a Londra a partire dalla metà degli anni Settanta studiando presso l’Hornsey College of Art e il Chelsea College of Art. Attualmente vive e lavora tra Londra e Venezia.

Le sue opere sono esposte nelle più importanti collezioni permanenti e nei musei di tutto il mondo, dal Museum of Modern Art di New York alla Tate di Londra, alla Fondazione Prada di Milano, ai Musei Guggenheim di Venezia, Bilbao e Abu Dhabi.

Anish Kapoor ha rappresentato la Gran Bretagna alla 44. Biennale di Venezia nel 1990, dove ha ricevuto il Premio Duemila. Nel 1991 ha vinto il Premio Turner e in seguito ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.

 

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Simone Gasparoni

Simone Gasparoni

Classe 1995, studio Filosofia all'Università di Pisa. Allievo ortodosso di Socrate, ho sempre pensato che le parole siano roba troppo seria per abusarne (lo so, lo so, detta così sembra una scusa degna del miglior cerchiobottismo, per dirla in gergo giornalistico). Romantico per vocazione, misantropo per induzione. Attualmente, in via di riconciliazione con il genere umano attraverso la musica, l'arte, la cultura. Per ora, sembrano buone vie. Oltre che all'Unipi, potete trovarmi in giro in qualche locale o teatro a strimpellare la tastiera. O, con più probabilità, a casa mia. P.S. Ecco, l'ho già fatta troppo lunga...

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