Sì, il titolo è una citazione di una famosa canzone (dai, “per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare…”). Però non mi ricordo come si intitolava. Mannaggia, come si intitolava? Non voglio cercare su Google.
Forse proprio “stessa spiaggia stesso mare”? Boh.
Comunque: avevo scritto in un articolo precedente, forse proprio l’ultimo, che amo il mare, ed ok.
Primo coming out: non so nuotare.
“Ma come, stai al mare e non sai nuotare”? Che c’entra, dove abito c’è uno stabilimento Solvay, non per questo produco soda bicarbonato ecc.
È vero, non so nuotare, detto ciò soprattutto fino a dieci anni fa ero fisso al mare, roba da prenderci residenza.
La mia spiaggia è quella del Circolo Canottieri Solvay, noto stabilimento balneare della zona. Son praticamente sempre andato lì, lì si è formato un mio importantissimo gruppo di amici che dura ancora.
(foto tratte da https://www.circolocanottierisolvay.it/)
Sono andato qualche volta alle famose Spiagge Bianche, certo…. ma il mio posto è là (per citare anche un’altra canzone), è alla spiaggia dei Canottieri.
Da che ho memoria ho iniziato a frequentarla (ovviamente coi miei genitori) nel 1993. Ricordo quell’anno d’aver frequentato un corso di nuoto dove penso di essere stato l’unico a non imparare come si nuota.
Spesso con i miei genitori mangiavamo lì, e incontravo alcuni miei compagni di classe delle Elementari, passavamo il tempo insieme. L’acqua del mare dove facevo il bagno era… come dire…. beh, diciamo che pulita non era proprio l’aggettivo giusto, ecco. Perché facevo il bagno nel cosiddetto “gozzo”, ovvero quello spicchio di mare prossimo alla spiaggia dove facevano il bagno i bambini, anche quelli piccoli. C’era di tutto: non solo alghe ovviamente ma anche cerotti, eccetera….
Qualcuno può averci fatto pipì? Io mai, per il resto non posso essere sicuro al 100% ma al 95% direi di sì, anche di più. L’idea che possa averla bevuta a ripensarci mi fa venire la nausea ma tant’è. Però mi sono-ci siamo anche e soprattutto divertiti.
Grazie ad un mio caro amico (conosciuto proprio ai Canottieri, residente a Milano) alto tipo trenta centimetri più di me riuscivo ad arrivare anche ai famosi massi, raggiungibili solo da chi sapeva nuotare. Mi mettevo accanto a lui, dove non toccavo mi teneva e zac, arrivavamo lì.
Ai Canottieri realizzai anche la mia impresa sportiva più importante finora: agosto 2004, insieme ad uno dei miei migliori amici ed un altro amico caro del mare sfidiamo a beach volley (dov’ero bravino) tre forestieri penso di Empoli che ci avevano chiesto di giocare una partita, forse pensando di batterci agevolmente.
Invece io ed i miei compagni compimmo una grande vittoria che ancora oggi mi rende fiero e che penso spesso addirittura inserire nel curriculum, questo per farvi capire quanto sia piena la mia vita fin qui sia di imprese sportive sia di soddisfazioni lavorative.
C’era anche il campo di calcetto (ora non più), ecco lì invece ho quasi sempre fatto schifo, ma quello in tutti i campi di calcetto che ho calcato, sono un tipo coerente.
Ah, ora mi è tornato in mente un aneddoto con Pierluigi Collina.
Pierluigi Collina, per chi non lo conosce, è forse il più famoso arbitro italiano degli ultimi quarant’anni, ha arbitrato la finale del Mondiale 2002 fra Brasile e Germania, ora è responsabile mondiale degli arbitri. Nel 2003 pubblica “Le mie regole del gioco. Quello che il calcio mi ha insegnato della vita”, libro interessante ed autobiografico che comprai volentieri. Insomma, arriva Collina lì ai Canottieri per la presentazione del libro, ero anche emozionato. Ad un certo punto mi ritrovo con lui, proprio con Collina dopo la presentazione. Avevo diciassette anni e….
…..e spesso giocavamo la sera a pallone in piazza, robe da bambini ed adolescenti che purtroppo ora fanno sempre meno. Insomma, cosa potevo dire dunque dinanzi all’arbitro che solo un anno prima aveva arbitrato la finale del Mondiale?
“Signor Collina, salve, stasera vuole venire ad arbitrarci in piazza?”
Lui mi guardò con un mix fra “ah ah, che simpatico” e “che cretino”, mi fece pat pat sulla testa e mi lasciò lì. A ripensarci però dai, reagì con simpatia. Ma forse me ne sto rendendo conto quasi vent’anni dopo (penso fosse il 31 luglio 2003), perché il 3 agosto si giocava a New York Juventus-Milan, finale di Supercoppa Italiana, e chi arbitrava? Collina, con me in paranoia perché pensai che per colpa mia venisse penalizzato il Milan.
Roba doppiamente idiota, perché Collina ovviamente non ha mai favorito/sfavorito nessuno e, soprattutto, mica sapeva che fossi milanista, non penso leggesse nel pensiero, poi comunque in quella finale non fece danni contro il Milan quindi va bene così. Questo per farvi capire le mie ansie a diciassette anni.
Ce ne sarebbero da raccontarne ancora migliaia (i tornei di biglia sulla spiaggia dove il mio sedere venne selezionato per costruire la pista, ho ancora dei sassi qua e là; le serate nella discoteca estiva, eccetera eccetera, ma eccetera eccetera davvero), per adesso termino qui sia perché altrimenti quest’articolo avrebbe la lunghezza di un editoriale e sia perché, penso soprattutto, non ve ne frega niente.
Però.
Però mi andava di fare quest’articolo perché per motivi personali è da anni che non vado al mare – nel senso di spiaggia bagno ecc – e mi manca, vediamo se ci ritorno presto, ai Canottieri praticamente c’ho passato quasi trenta estati della mia vita, amicizie divertimenti discussioni adolescenziali innamoramenti cazzeggi meravigliosi…. ce ne sarebbero, ce ne sarebbero davvero di episodi ancora da raccontare.
Spero che tutti voi abbiate il vostro luogo estivo del cuore. Tutti ce lo dovrebbero avere.
P.S.: e comunque oltre a beach volley ero bravino anche nel gioco delle biglie, mi rovinavo le dita ma ne valeva la pena.
P.S.2: sì, il titolo era proprio “Stessa spiaggia stesso mare”, canzone di Piero Focaccia, 1963.
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