Antoine-Jean Gros sarà il protagonista del mio articolo di oggi.
Tale artista fu allievo di Jacques-Louis David, pittore al quale non vedo l’ora di dedicare un pezzo.
Ma iniziamo subito a scoprire qualcosa in più sulla vita di Gros.
Le origini
Antoine-Jean Gros nacque a Parigi il 16 marzo 1771. Era figlio di un miniaturista.
Una delle sue prime partecipazioni pubbliche risale al 1792, quando prese parte al Prix de Rome. Antoine-Jean, tuttavia, non riscosse successo con la sua tela Antioco ed Eleazaro, oggi conservata a Saint-Lô. Per questa opera, Gros si ispirò al celebre Rubens.
All’inizio del 1793, Antoine-Jean si trasferì in Italia. Tale soggiorno durò ben otto anni, tra Genova, Milano e Firenze. Nel nostro paese, il pittore studiò l’arte antica, da Masaccio ad Andrea del Sarto, nonché Pontormo e Rubens.
Antoine-Jean Gros a Milano
Antoine- Jean fu molto attivo come ritrattista della società genovese.
Alla fine del 1796, Giuseppina Bonaparte lo portò con sé a Milano dove realizzò Napoleone ad Arcole. Ad essere rappresentato è il giovane condottiero nell’impeccabile divisa mentre, con un gesto coraggioso, incita i soldati alla battaglia.
L’episodio raccontato da Stendhal
A questo stesso anno risale l’episodio raccontato dallo scrittore Stendhal.
Pochi giorni dopo il suo arrivo, il giovane Gros disegnò sul retro della lista dei gelati del noto Caffè dei Servi, un soldato francese che con la baionetta apriva il ventre di Carlo d’Asburgo-Teschen. Al posto del sangue dall’Arciduca, usciva una grande quantità di grano.
Questo disegno venne abbandonato al tavolino, ma, quando fu rinvenuto, ne vennero stampate svariate copie durante la stessa notte e, il giorno seguente, ne furono venduti ben ventimila esemplari!
Secondo il parere di Stendhal, la pubblicazione di tali caricature satiriche non era conosciuta in Italia fino a quel momento. Il disegno si riferiva all’enorme accaparramento operato dall’Arciduca, che si era dato al commercio del grano mentre ai contadini era proibita la vendita in proprio.
L’arrivo a Roma e il ritorno a Parigi
Antoine-Jean venne nominato membro della commissione incaricata da Napoleone di rubare le più importanti opere dell’arte italiana da inviare in Francia. Fu così che l’artista percorse gran parte dell’Italia arrivando fino a Roma nella primavera del 1797.
L’artista entrò nell’esercito, ma in seguito alla vittoria austriaca dovette fuggire. Tornò così a Parigi nel febbraio del 1801. Nella sua città natale, realizzò il Ritratto di Christine Boyer, moglie di Luciano Bonaparte.
Tale ritratto venne realizzato poco dopo la prematura morte della donna, avvenuta nel 1800. Gros la ritrae in piedi accanto a una cascata, giovane e bella con gli occhi malinconici fissi su una rosa che viene trascinata dall’acqua corrente, presagio di morte.
Saffo a Leucade
Al Salon del 1801, Gros presentò Saffo a Leucade.
La tela è anche nota come La morte di Saffo. È oggi conservata nel Museo Baron Gérard di Bayeux.
Il dipinto rappresenta il suicidio di Saffo da una rupe di Leucade, accogliendo quindi l’ipotesi leggendaria che la poetessa si sia tolta la vita a seguito di un amore non corrisposto.
La figura di Saffo risalta ai margini di una scogliera, in un paesaggio notturno rischiarato da raggi di luna. Gros realizzò pertanto una figura romantica, che affida alla natura la fine del proprio amore.
Napoleone sul campo di battaglia di Eylau
Nel 1804, Antoine-Jean dipinse la tela con Gli appestati di Jaffa, immagine che ho scelto per la mia copertina odierna.
L’opera presenta Napoleone mentre sfiora la piaga di un appestato, portando quindi nella tela la rappresentazione della malattia. Al Salon del 1806, invece, espose la Battaglia di Abukir, commissionata da Murat e ora conservata a Versailles.
Dopo la battaglia di Eylau, Napoleone organizzò un concorso per commemorare la propria magnanimità nell’assistere i soldati russi feriti dopo i combattimenti.
Gros si aggiudicò il primo premio al Salon del 1808 con la grande tela Napoleone sul campo di battaglia di Eylau.
Al centro è rappresentato Napoleone a cavallo mentre attraversa il campo di battaglia dopo il combattimento. A colpire maggiormente è il realismo con cui sono rappresentati morti e feriti, fattore che attirò molte critiche, ma, allo stesso tempo, fu ammirato dai giovani artisti romantici.
Gli ultimi anni
Nel 1811, Gros fu incaricato di dipingere Carlo V ricevuto a Saint-Denis da Francesco I, per commemorare la restituzione alla Chiesa della cattedrale di Saint-Denis.
Ai Salon del 1817 e 1819 espose, rispettivamente, Luigi XVIII lascia il palazzo delle Tuileries e l’Imbarco della duchessa d’Angoulême a Pauillac.
Con l’esilio di David, Gros si addossò l’incarico di portare avanti la scuola del suo maestro ritornando stilisticamente a composizioni di gusto classicista. Al Salon del 1822 espose la tela con Bacco e Arianna a Nasso.
Nel 1830, Antoine-Jean realizzò il soffitto del Musée des Antiquités égyptiennes del Louvre, con l’Umanità implora l’Europa in favore dei greci. Anche per la fredda accoglienza ricevuta al Salon del 1835 dall’Ercole e Diomede, il 25 giugno dello stesso anno, Antoine-Jean Gros si suicidò, annegandosi nella Senna.
100 articoli di “Frammenti d’Arte”
Concludo il pezzo di oggi annunciando un mio personale traguardo: oggi “Frammenti d’Arte” raggiunge quota 100 articoli e, se sono arrivata a questo punto, è sicuramente grazie alla passione che mi lega all’arte, ma, soprattutto, grazie all’affetto di chi mi ha seguita fino ad adesso. Dunque, grazie ad ognuno di voi! Ci vediamo, come sempre, fra due settimane.
Alice