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L’ansia di non avere ansia

Ansia

L’ansia è una mia fedele compagna. Soprattutto negli ultimi anni non riesco ad immaginarmi un giorno senza la sua compagnia.

Secondo humanitas.it “sono 8,5 milioni, gli italiani che almeno una volta nella vita hanno sofferto di disturbi d’ansia, la patologia psichiatrica più comune nel nostro Paese.

Se, infatti, la paura fisiologica è una naturale risposta della nostra psiche a stimoli esterni che potrebbero comportare pericolo, quando diventa patologica, l’ansia si configura come un vero e proprio stile di vita, per cui il paziente sviluppa una costante tendenza alla preoccupazione, all’ipercontrollo e all’ipervigilanza, illudendosi così di stare tranquillo ma non facendo altro che rafforzare degli stati disfunzionali”. 

Ho letto un’altra statistica, ma del 2019, che riporta il dato di 270 milioni di persone a soffrire d’ansia e patologie correlate. Ecco, direi dunque che siamo tantissimi, avessimo fatto un partito politico alle elezioni scorse di settembre avremmo ottenuto il 30% dei voti.

Il trenta percento dei voti, non so se mi spiego. Primo partito in Italia, staccando notevolmente Fratelli d’Italia. Forse avremmo avuto anche l’onore e l’onere di guidare il Governo, ma sicuramente avremmo rinunciato. Il motivo potete intuirlo.

Anche se c’è da dire che dovevamo essere bravi ad essere sicuri nell’ansia durante la campagna elettorale, perché non è che se avessimo fatto i comizi ansiosi la gente c’avrebbe votato. Però comunque ‘sto partito non l’abbiamo fondato e ciao.

C’è poi una sensazione strana, che – devo essere sincero – alle volte ho provato, ma ho subito avuto cura di farmela passare subito. Ovvero: non avevo l’ansia.

È vero, ci son stati dei momenti in cui non avevo ansia. Sensazione strana, anche piacevole. Ma mi sono sentito nudo. Che cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi? Non so, c’è un tutorial, qualcosa che spiega una sorta di procedura?

Quindi, paradossalmente, è scattata l’ansia. L’ansia di non avere l’ansia.

Magicamente… puf, è tornata. Con lo stesso effetto d’una coperta calda quando fa freddo. Fra l’altro, a proposito, si dice “coperta di Linus”. Cosa significa? Linus è un celeberrimo personaggio di Snoopy che fa molta fatica a separarsi dalla sua coperta. In questo gesto c’è il terrore di non riuscire ad affrontare il mondo senza quel rassicurante pezzettino di stoffa, la sensazione di disorientamento di fronte alla sua sparizione, la dipendenza affettiva, l’ansia del controllo, la paura dell’ignoto….

Ecco, l’ansia è la mia coperta di Linus. Se non c’è, la cerco. Quando arriva, mi tranquillizzo. Però poi penso ai motivi per cui sono ansioso e quindi insomma diventa un circolo vizioso che non vi sto a raccontare. È un circolo la cui tessera costa abbastanza.

Non so come concludere quest’articolo. Uhm, strano, nessuna ansia conseguente.

Hai visto mai che…?

 

(No no, è arrivata).

 

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