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I rischi di incidenti industriali in Italia

I rischi di incidenti industriali in Italia

I rischi di incidenti industriali in Italia

 

 

 

 

Con l’articolo di oggi vi faccio partecipi di un mio flusso di coscienza: poco tempo fa stavo leggendo un articolo sulla crisi energetica, ovviamente partendo dalla guerra Russia – Ucraina; la soluzione proposta era una e una sola, il nucleare.

L’energia nucleare è “pulita”, nel senso che non emette anidride carbonica, né ossido di azoto e, nel caso venisse adottata più sistematicamente, ridurrebbe la dipendenza dal petrolio degli stati.

In Italia nel 1987 vennero proposti 5 quesiti referendari, uno dei quali riguardava proprio l’ambito nucleare. L’opinione pubblica scossa dal disastro di Chernobyl dell’anno precedente, votò SI’ all’abolizione di alcune norme e il risultato del referendum abrogativo orientò in maniera incisiva le successive scelte del nostro paese in ambito energetico.

Nel 2011 tra i 4 quesiti referendari proposti, spunta di nuovo la questione nucleare: il quesito proponeva l’abrogazione delle nuove norme che consentivano, sia pure all’esito di ulteriori evidenze scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare e tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore, di adottare una strategia energetica nazionale che non escludesse espressamente la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare.

 

Che cosa spaventa di più le persone riguardo l’energia nucleare?

  • la produzione di scorie;
  • i possibili incidenti;

 

Ecco, questo è stato il mio volo pindarico. Ho cominciato a pensare proprio a questi incidenti, e così ho consultato la normativa italiana.

 

 

La disciplina italiana

 

 

Per quanto riguarda la cautela nell’esercizio delle attività industriali, i primi provvedimenti ruotavano intorno alle “lavorazioni insalubri”, quindi ai danni che alcune attività potevano fare alla salute dell’uomo.

 

Una disciplina organizzata e organica l’abbiamo però avuta solamente dopo il disastro di Seveso nel 1976.

L’industria in questione era di proprietà della Givaudan, un’azienda svizzera, e lo stabilimento di ICMESA si trovava a Meda, in Brianza.

il 10 luglio del 1976, avviene la fuoriuscita di una nube di diossina da un reattore che colpì la popolazione e l’ambiente circostante. (per un approfondimento su questo drammatico avvenimento vi consiglio il podcast “Silenzio” di Elena Accorsi Buttini, potete trovarlo su Spotify).

 

A seguito di questo incidente, l’Unione Europea decise di intervenire ed emanò la direttiva 82/507, conosciuta, appunto, come la “direttiva Seveso”.

In Italia, la direttiva è stata attuata con il d.lgs. 175/1988: la disciplina fu introdotta per la prevenzione di incidenti di quella portata.

 

Negli anni poi, si è sentito il bisogno di ampliare  gli ambiti di applicazione della direttiva, così nel 1996 viene emanata la “seconda direttiva Seveso”, con molti più obblighi di notifica e di informazione per i gestori degli impianti, ma anche agli agli stati membri stessi.

 

In Italia come è stata attuata la Seveso II ?

 

In Italia nel 1999 è stato emanato il d.lgs. 334. Questo decreto ha stabilito:

  • obblighi dei gestori degli stabilimenti, per predisporre una adeguata politica di prevenzione;
  • competenze del Ministero dell’Ambiente;
  • funzioni di indirizzo e coordinamento, svolte con atti approvati dal Ministero dell’Ambiente, insieme al Ministero degli Interni, della Sanità e dell’Industria;
  • gli organi tecnici, il ruolo dell’ANPA, dell’ ISPESL, dell’ISS e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
  • le funzioni delle Regioni.

 

Più recentemente, si è sentito il bisogno di un ulteriore aggiornamento: la normativa europea introdotto nuove classificazioni in particolare sulle sostanze chimiche; così si è arrivati alla c.d. “Seveso III”, la direttiva 2012/18/UE.

 

In Italia abbiamo quindi il decreto 105/2015, che ha aggiornato, tra le altre novità, l’elenco di sostanze pericolose.

 

 

Ecco in breve, fino ad adesso, la disciplina italiana!

 

Al prossimo articolo!

 

 

 

Fonti:

“Diritto dell’ambiente”, a cura di Beniamino Caravita, Luisa Cassetti, Andrea Morrone, ed. Il Mulino;

https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Seveso

https://www.italiaoggi.it/news/chi-ha-bloccato-il-nucleare-2552424

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Silvia Cavaliere

Silvia Cavaliere

Ha studiato diritto, ma la sua passione è da sempre la scienza legata all'alimentazione e alle risorse, soprattutto agricole.

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