Restiamo fuori Toscana anche in questo articolo, e parliamo di un evento molto particolare in corso di svolgimento a Mantova, meta ideale per un weekend fuori porta: la BFF 2022!
Si tratta della Biennale internazionale di Fotografia Femminile, tornata in presenza dopo la pausa forzata per il Covid, e visitabile fino al 27 marzo. Una seconda edizione che è un po’ un nuovo inizio, dopo la difficile falsa partenza di marzo 2020, in cui avrebbe dovuto aver luogo la prima (che poi si è svolta in versione ridotta nei mesi successivi). Quindi più una prima edizione bis, in cui però si è voluto raccogliere tutta l’eredità della prima esperienza.
Il tema e il format della BFF 2022
E infatti, la riflessione di questa speciale edizione ruota intorno a Legacy, un termine che sottende diversi significati: Lascito, Eredità, tutto ciò che creiamo da trasmettere alle generazioni future. Qualcosa a cui bene o male non possiamo sottrarci, malgrado spesso non ci pensiamo.
Un evento tutto al femminile, a partire dalla direzione artistica, affidata ad Alessia Locatelli, così come l’associazione ideatrice e promotrice della kermesse, “La Papessa”. La manifestazione si propone di colmare una grande mancanza nel panorama odierno, creando un luogo in cui mostrare una selezione del complesso autorato femminile in fotografia.
Il format è lo stesso della prima edizione, con grandi mostre di fotografe italiane e internazionali, ospitate, in particolare, a Palazzo Te e presso la Casa di Mantegna. Ma ci sono anche numerose altre iniziative a corollario, tra cui letture, workshop, presentazioni di libri, conferenze e proiezioni che animano cinema, librerie, gallerie della città di Mantova.
Le mostre da vedere
L’occhio femminile come interprete preferenziale di un mondo lacerato da conflitti e violenze. Un occhio doppiamente poroso ed empatico perché obbligato a scontrarsi anche con una narrazione a senso unico. Una narrazione spesso sclerotica e stereotipata, frutto di una società in cui l’uguaglianza di genere resta un mero proclama.
Tanti gli eventi in programma, che vedono protagoniste fotografe emergenti così come numerose reporter internazionali.
A Palazzo Te

A Palazzo Te, l’americana di origini vietnamite Daniella Zalcman, autrice di Signs of your identity, racconta per immagini l’esperienza delle assimilazioni forzate praticate dagli Stati Uniti e dal Canada. Bambini nativi costretti a lasciare le proprie famiglie e a subire una cancellazione completa della loro identità.
Alla Casa del Mantegna
Alla Casa del Mantegna c’è Beckon Us from Home di Sarah Blesener. Un progetto che racconta il percorso degli adolescenti nelle Accademie militari e scuole russe e tra i Camp che insegnano i valori americani, la fede ed il militarismo negli Stati Uniti.

Nella stessa location anche Born Free di Ilvy Njiokiktjien. Un intero mondo in cui esplora cosa vuol dire “convivere con l’eredità della disuguaglianza” nel paese dell’apartheid, il Sudafrica. Inoltre, è esposto il lavoro di Flavia Rossi, Nuovo Patrimonio, una documentazione sui beni culturali e le architetture vittime del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016.
Anche La Riparazione di Betty Colombo trova spazio alla Casa del Mantegna. In mostra quattro serie diverse che dimostrano come l’uomo e il pianeta si feriscono a vicenda per poi aggiustarsi.

Infine, qui trova spazio anche il collettivo Lumina, composto da individui che si identificano come donna o non binari che aprono la strada alla narrazione visiva e alla sua diffusione. Con Echoes l’obiettivo è porsi domande sull’idea di identità attraverso esplorazioni nella storia delle famiglie. Nel trauma e nella perdita, nella migrazione, nelle nozioni di casa e nella formazione di identità australiane in contesti sociali e culturali.
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