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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Tredicesima intermittenza

Tredicesima intermittenza

Tredicesima intermittenza

Benvenuti o bentornati tra queste pagine.

L’estate ormai è alle nostre spalle e, a parte il felice Ciminiere 4, che ormai trovate ovunque, ho scritto poco in prosa. Però, l’estate ha rappresentato un buon momento per l’organizzazione di svariati progetti. Ve ne lascio uno, del quale sono già uscite due puntate su Instagram. Si chiama Rovi ed è un progettino fumettistico interamente destinato alla fruizione sul web, sfruttando le qualità/caratteristiche intrinseche di quest’ultimo.

Si tratta di sei storie, sei spunti che spero possano farvi “vivere” e immergere nell’atmosfera bibliotecaria di provincia.


 

ROVI (progetto destinato a Instagram)
Il personaggio principale è uno studente universitario di materie umanistiche, assiduo frequentatore di biblioteche. Non di biblioteche universitarie però, bensì di biblioteche periferiche, quasi dimenticate, nelle quali poter trovare, o ritrovare, un’umanità che si considera, per lo più, perduta.
La biblioteca nella quale si svolgeranno le nostre vicende deve essere un ponte tra il contesto urbano, ma comunque periferico, e il mondo umanista e classicheggiante, del nostro protagonista.

Per cui, mi piacerebbe che questo luogo assumesse dei tratti che possano avvicinarla ad un silvantropo, una sorta di albero, saggio e semi eterno, abitante delle foreste. Questa impalcatura, però, vorrei renderla unica grazie ad un elemento che contestualizzerebbe il tutto: una porta automatica, scorrevole, posta al centro di tutto il complesso bibliotecario.

Questa architettura, nella mia idea, può dar modo di riflettere su vari aspetti legati alla vita dello studente e/o del frequentatore di biblioteche e/o dello studente umanista:
1) L’alienazione e la distanza che si crea tra gli studenti di facoltà diverse, in particolare quella strana distanza che si crea tra gli studenti di facoltà scientifiche nei confronti degli studenti delle facoltà umanistiche.

2) Esplorare e divertirsi a caratterizzare varie aree del nostro complesso fantastico. Possiamo sbizzarrirci ad ambientare le varie vicissitudini del nostro studente in ambienti sempre diversi, che siano funzionali alla vicende che vogliamo, di volta in volta, ricreare.

3) La mancanza di comunicazione che già avvolge la vita quotidiana, in questi luoghi, considerati per eccellenza templi dello studio e del silenzio, si acuisce e sfocia in un’incomunicabilità esasperata e, spesso, coatta.

4) La necessità di evasione in contesti fantastici, derivata dallo studio di materiali particolari.
Questi sono solo alcuni punti sui quali vorrei porre l’attenzione. Altri, sono convinto, verranno col tempo e saranno anche frutto di esperienza autobiografica. Riallacciandomi a quest’ultimo punto, vorrei raccontare su cosa verteranno le vicende che andrò a raccontare.

Innanzitutto, saranno vicende autoconclusive, le quali avranno tutte come protagonista il nostro studente umanista. Lo vedremo interagire con altri studenti, per arrivare a dei finali surreali, a tratti onirici, o saranno adattate e contestualizzate poesie meno conosciute di autori facenti parte del canone occidentale. Oppure, perché no, un mix dei due elementi. Credo che queste vicende possano essere apprezzare dagli studenti universitari, di materie umanistiche e non, ma anche da tutti coloro che hanno messo piede, almeno una volta, in una biblioteca.

Per quanto riguarda la dimensione grafica del nostro protagonista, vorrei che venisse discussa insieme al disegnatore, in modo da esaltarne meglio le capacità e rendere tutto più funzionale attraverso un dibattito condiviso. (l’accortezza grafica vorrei riguardasse ogni personaggio rappresentato)

Inoltre, per quanto riguarda l’aspetto funzionale legato alla narrazione del nostro personaggio, vorrei che non gli venisse attribuito un nome, in modo da rendere l’esperienza di fruizione più universale possibile e, relegare la vicenda di personaggio che fa da collante a tutta la nostra vicenda, alla biblioteca, silenziosa e sempre vigile nelle vite dei suoi frequentatori.
Le sceneggiature delle singole storie inserite di seguito possono considerarsi un antipasto di quello che vuole essere l’intero progetto. Ovviamente, le poesie di riferimento saranno indicate nel rispettivo post.

Non si tratta di difendere una presunta superiorità della cultura classica su quella scientifica, bensì di mantenere l’accesso a quella conoscenza che nutre la libertà di pensiero e di parola, l’autonomia del giudizio, la forza dell’immaginazione come altrettante precondizioni per una umanità matura e responsabile.
Martha C. Nussbaum

PRIMA STORIA
1
Campo medio laterale della “reception”. Il nostro protagonista è al bancone che poggia i gomiti, è leggermente incuriosito e di fronte a lui c’è una biblioteca che lo guarda.
BIBLIOTECARIA
-No, mi dispiace. Domani siamo al completo.
2
Soggettiva della bibliotecaria. Il ragazzo guarda verso l’alto, come avesse preso un colpo dopo quell’affermazione.
PROTAGONISTA
-E io dove studio?
3
Siamo fuori dalla biblioteca, in campo medio in leggera diagonale dall’alto. Il nostro protagonista è a sedere su una panchina in legno. Di fronte a lui stanno passando due ragazze che si tengono per mano.
RAGAZZA 1
-Allora a domani!
4
Controcampo della vignetta 3, sempre in leggera diagonale dall’alto. Il ragazzo si sforza di sorridere di assumere un’aria da furbetto.
PROTAGONISTA
-Eh no! Domani vaffanculo i libri, me ne vado al mare.
5
Soggettiva del protagonista. La ragazza1 sta guardando l’amica cercando complicità. È rimasta abbastanza sbigottita dopo quell’affermazione: non se l’aspettava. La ragazza2 sta guardando in camera.
RAGAZZA 2
-Buon per te che te lo puoi permettere.
6
STACCO. Siamo al mare, è mattina presto. Mi piacerebbe che si riprendesse questa inquadratura, prospettica:https://www.ecosia.org/images?q=baia%20del%20quercetano#id=CF0E6FD174F1D9A0EF0F9264C9D1AE5CB64A33AF. Il nostro è in FI, sdraiato. Il lettore ancora non riconosce che si tratta di lui. Sembra stia prendendo comodamente il sole.
7
MF laterale del nostro. È sdraiato, ma davanti a sé, sopra l’asciugamano, è invaso dai fogli, dagli appunti e dai libri. Guarda avanti a sé, disperato. Indossa degli occhiali da sole che gli permettano di leggere.
PROTAGONISTA -PORCA PUTTANA!

SECONDA STORIA
1
Campo medio laterale della sala studio/lettura della nostra biblioteca, in diagonale dall’alto, così da catturare il più possibile l’ambiente. Tutti i ragazzi stanno studiando, super concentrati, qualcuno guarda il cellulare, ma il nostro è immobile, in una posizione innaturale da quanto è composto, sulla sedia che guarda un libro, ancora chiuso, davanti a sé. Sembra davvero spaventato. A fianco di ciascuna sedia occupata dagli studenti, c’è il loro zaino.
2
La camera si poggia, grosso modo, dove si trova il libro sul tavolo e, in una vertiginosa diagonale dall’alto, abbiamo il nostro a MB frontale che, preoccupato e leggermente “assatanato”, guarda in camera.
DIDA
-Parafrasando Jeb, a 24 anni non posso più perdere tempo con cose che non mi va di fare.
3
Soggettiva del nostro protagonista, finalmente vediamo cosa lo angoscia. Il libro si intitola: INTRODUZIONE ALLA FILOLOGIA MEDIEVALE.
4
Controcampo della prima vignetta. Il ragazzo sta cercando ora nello zaino poggiato al suo fianco.
DIDA
-Non ho tempo da perdere.
5
Zoom in della vignetta precedente. Vediamo la mano che ha afferrato e sta tirando fuori dallo zaino un altro libro, ma non riusciamo a capire di che libro si tratti.
6
Dall’alto. Il nostro ha poggiato le mani sopra il libro di filologia, ancora chiuso davanti a sé, e con queste sta tenendo il libro che ora sta leggendo.
DIDA
-Ho quesiti più importanti da risolvere.
7
Zoom out della 2, non più in diagonale dal basso, ma fornendo un’inquadratura simil alzo zero. Il libro è “Il giovane Holden”. Ora è tutto concentrato e si è ben assimilato al clima intorno a lui.
DIDA
-Dove volano le anatre quando il lago gela?
8
Ripresa della prima vignetta, con la differenza che il nostro ora si è amalgamato al clima circostante.
DIDA -Buono studio.

TERZA STORIA
1
Siamo in un corridoio; il classico corridoio di una biblioteca delimitato da scaffali nei quali sono catologati i testi disponibili. Il nostro è seduto ad un tavolo in fondo a questo corridoio e guarda a filomacchina, verso l’alto. Davanti a sé ci sono degli appunti e fogli in disordine.
DIDA
-È un tempio la Natura ove viventi pilastri a volte confuse parole mandano fuori;
2
Soggettiva del nostro protagonista. Abbiamo davanti a noi una donna abbastanza anziana, alta e slanciata, dai lunghi capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo, in FI. Indossa dei sandali e sulla spalla ha un pappagallo tropicale. Entrambi, donna e animale, guardano verso lo scaffale dei libri.
DIDA
-la attraversa l’uomo,
3
Zoom in della vignetta precedente. Il pappagallo ha iniziato a guardare in macchina, mentre la signora non ha ancora distolto lo sguardo dagli scaffali.
DIDA
-tra foreste di simboli dagli occhi famigliari.
4
Zoom in vertiginoso della vignetta precedente. PPP della parte sx del muso del pappagallo. Grosso modo, come se la camera fosse posta sul suo becco. Continua a guardare in camera e nei suoi occhi scorgiamo un accenno di ambientazione selvaggia, quasi come se fosse una giungla esotica, o una foresta amazzonica.
DIDA
-I profumi e i colori e i suoni si rispondono come echi lunghi che di lontano si confondono
5
Siamo al tramonto. In diagonale dal basso, camera a terra, abbiamo il nostro protagonista perso e immerso, in PA, nell’ambiente che abbiamo scorto poco fa negli occhi del pappagallo. Ha le braccia larghe, come a voler accogliere quell’immensità che è di fronte a lui.
DIDA
-In unità vasta e tenebrosa…
6
Simil controcampo della vignetta precedente, predendo spunto da questa inquadratura: https://www.ecosia.org/images?q=mommy%20skate%20scene#id=4D193E5BD3E7676F7DD145E4DB708240A0BDDDA0.
DIDA
-…vasta come la notte ed il chiarore.

QUARTA STORIA
1
Campo medio, in diagonale dall’alto, di una sala studio della nostra biblioteca, più piccola rispetto a quella della seconda storia e poco affollata. Ci sono solo il nostro protagonista, posto quasi in fondo, e una ragazza, in FG. La ragazza sta studiando ed è molto concentrata, il nostro guarda in direzione della ragazza, curioso e, apparentemente, molto interessato.
DIDA
-Tutto ignoro di te, ma so che vivi nel silenzio.
2
Soggettiva del nostro protagonista. La ragazza è ancora focalizzata al massimo sullo studio.
DIDA
-Questo ti fa sorella nel mio sogno mesto, amica senza nome.
3
Zoom in della vignetta precedente. Ora la ragazza ha alzato lo sguardo e guarda in camera; non lascia trasparire nessuna emozione, se non una lieve curiosità.
DIDA
-Fuori del sogno fatto di rimpianto, forse non mai ci incontreremo.
4
Campo medio laterale della zona che stiamo osservando, in leggera diagonale dal basso. A sx abbiamo la ragazza, a dx il nostro. Si sono intercettati con gli occhi e si stanno scrutando ed entrambi accennano un sorriso.
5
Soggettiva della ragazza. Il nostro protagonista ha abbassato lo sguardo, ora è chino sugli appunti davanti a lui.
DIDA
-Non amo che le rose che non colsi.
6
In controcampo rispetto alla vignetta 1. La ragazza se ne sta andando, il nostro la sta guardando.
DIDA
-Non amo che le cose che potevano essere…
7
La camera è poggiata sul tavolo dove il nostro sta studiando. Ha lo sguardo alzato, e guara a filomacchina, verso l’alto. Sta sorridendo, come se stesse fantasticando o, semplicemente, ripensando a quel fugace gioco di sguardi
DIDA
…e non sono state.

QUINTA STORIA
1
Siamo fuori dalla biblioteca, poco oltre l’entrata. Dettaglio, in leggera diagonale dallalto, di una tazzina di caffè fumante su una panchina in legno.
2
Camera a terra, in diagonale dal basso, vediamo uscire, dalla porta della biblioteca, il nostro protagonista, frontale, in PA. Sta trasportando una pila di libri che copre la sua faccia.
3
PP laterale del nostro, è visibilmente arrabbiato, scocciato, ma anche leggermente amareggiato.
4
Controcampo, in diagonale dall’alto, della 2. È uscito e dalla posizione che ha assunto, notiamo che sta per gettare i libri, preda di uno scatto d’ira. Scegli libri scritti da degli autori che ti piaccia disegnare (vedi la 9).
5
Insieme di dettagli dei libri aperti che stanno “volando” per aria. Ovviamente qualcuno si apre, più o meno, qualcuno rimane chiuso. Cerca di trasmettere l’idea di movimento e sospensione allo stesso tempo.
6
In alzo zero, il nostro si è seduto sulla panchina, guarda il cafffè accanto a sé.
PROTAGONISTA
-L’unica gioia della giornata.
7
Zoom in della vignetta precedente. Si è portato il caffè alla bocca, per capirsi: sta quasi iniziando a berlo. Si è improvvisamente interrotto e guarda leggermente meravigliato in camera.
8
PP laterale, come fosse un simil controcampo della vignetta 3. Guarda ancora avanti a sé, è leggermente rasserenato e meravigliato.
PROTAGONISTA
Scusatemi, ero arrabbiato.
9
Siamo alle spalle del protagonista, in simil controcampo della 6, catturando in campo medio, in leggera diagonale dal basso, la zona nella quale ci troviamo. Oltre il nostro, come dei “geni della lampada”, o degli stand di Jojo, si sono alzati degli spiriti che hanno assunto le fattezze degli autori dei libri che il nostro ha scaraventato per aria, e da questi sono “evocati”. Hanno tutti una tazzina di caffè in mano, ma non lo stanno guardando con severità, ma stanno cercando di comprenderlo. Il nostro ha alzato la tazzina verso di loro.
PROTAGONISTA -Alla vostra! Ora e per sempre.

SESTA STORIA
1
Campo medio laterale, in leggera diagonale dal basso, della zona adiacente all’entrata della biblioteca. L’entrata è sulla sx e il nostro sta uscendo. Sulla dx c’è un gruppetto di ragazzi, in semicerchio che parlottano tra di loro. Mi piacerebbe che questi indossassero delle maschere da clown, per evidenziare le sciocchezze che si accingono ad affermare.
RAGAZZO 1
-E poi sapete che mi dice? Scienze delle merendine!
2
Ora abbiamo, in alzo zero, in FG il nostro che si sta dirigendo “verso il lettore”, in bg il gruppetto che è rimasto lì a confabulare, e in EBG la biblioteca che si staglia, vigile e irreprensibile. Il nostro sembra essere leggermente abbattuto.
GRUPPO DI RAGAZZI (utilizzare un font che renda tutto inquietante/grottesco)
-AHAHAHAHHHAHAHA!
3
Zoom in della 2. Abbiamo a MB uno dei ragazzi di quel gruppetto, e gli altri di quinta.
RAGAZZO (quello inquadrato)
-Cinque anni di lettere per finire a fare il commesso al MAC!
4
Controcampo della vignetta 2, con la biblioteca di quinta.
GRUPPO DI RAGAZZI
-AHAHAHAHAHHA!
5
Zoom in della 2. Il nostro, a MB, sta accennando un sorriso, ma è leggermente ancora preoccupato.
DIDA
-Io me ne andrò zitto,
6
PP del nostro. Ora sta sorridendo e, guarda in camera, si è fatto risoluto.
DIDA
-Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

Gabriele Bitossi

Gabriele Bitossi

Gabriele nasce nel '96 ed è da sempre appassionato di storie, in ogni loro forma. Studia italianistica all'Università di Pisa e sceneggiatura alla Scuola internazionale di comics a Firenze. Starebbe ore a parlare coi suoi personaggi preferiti... e se lo facesse già?

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