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Piero della Francesca – il pittore di Borgo Sansepolcro

Piero della Francesca

Piero della Francesca sarà il primo di una serie di pittori legati al Rinascimento Italiano ai quali vorrei dedicare i miei prossimi articoli.

 

Direi che dopo l’Impressionismo, il Rinascimento è uno dei periodi legati all’arte che più mi piacciono ed è per questo che ho deciso di approfondire un po’ l’argomento.

 

Sperando di suscitare anche il vostro interesse inizierei questo nuovo viaggio!

 

Le origini

 

Piero della Francesca nacque tra il 1415 e il 1420, a Borgo Sansepolcro, da un’agiata famiglia di artigiani e commercianti. La data di nascita esatta è sconosciuta in quanto un incendio negli archivi comunali di Sansepolcro distrusse gli atti di nascita.

 

È probabile che la formazione di Piero della Francesca avvenne proprio in Borgo Sansepolcro. Si presume che il primo artista con il quale collaborò fu Antonio d’Anghiari, anch’esso abitante del luogo.

 

La prima notizia sicura su Piero della Francesca è in un documento del settembre 1439. Qui risulta che l’artista stava lavorando a Firenze. Era l’aiuto di Domenico Veneziano per il ciclo di affreschi delle “Storie della Vergine” nel coro di Sant’Egidio, andato purtroppo completamente distrutto. L’apprendistato accanto a Veneziano fu indubbiamente determinante per la sua maturazione artistica e gli ispirarono alcune caratteristiche fondamentali che si portò dietro per tutta la vita.

 

Le prime opere di Piero della Francesca

 

La prima sua opera che ci è tuttora conservata è la “Madonna col Bambino”.

 

 

La tela è custodita in una collezione privata e risale intorno al 1435-1440, anni in cui Piero era ancora collaboratore di Domenico Veneziano.

 

Un’altra opera di Piero della Francesca dalla datazione incerta è “Il Battesimo di Cristo”,

 

 

Questa tela viene collocata tra il 1440 e il 1450 e pare che raccolga al suo interno dei chiari riferimenti alla riunificazione tra la Chiesa romana e la Chiesa ortodossa, nemiche da secoli. Sarebbero in particolare i tre angeli disposti a semicerchio sulla sinistra che, con il loro abbraccio e la stretta di mano, alludono alla ritrovata armonia tra le due Chiese.

 

Di nuovo a Borgo Sansepolcro

 

Nel 1442 Piero, nuovamente residente a Borgo Sansepolcro, ricevette dalla locale Confraternita della Misericordia la commissione di un polittico per l’altare della loro chiesa. Secondo il contratto, l’opera si sarebbe dovuta completare in tre anni ma il lavoro si prolungò per oltre quindici anni.

 

 

Nel XVII secolo il polittico fu scomposto e la cornice originaria andò perduta. Venne poi trasferito nella chiesa di San Rocco e, dal 1901, è conservato nella Pinacoteca comunale.

 

I viaggi di Piero della Francesca

 

Negli anni Quaranta Piero della Francesca soggiornò in svariate corti italiane, tra cui Urbino, Ferrara e Bologna, dove realizzò affreschi che, purtroppo, sono andati perduti.

 

Nel 1451 l’artista venne chiamato a Rimini da Sigismondo Pandolfo Malatesta a lavorare al Tempio Malatestiano. È qui che Piero della Francesca ebbe probabilmente modo di conoscere Leon Battista Alberti.

 

 

L’anno seguente fu invece chiamato ad Arezzo per sostituire il defunto Bicci di Lorenzo nella decorazione murale della Cappella Maggiore di San Francesco. In contemporanea l’artista risulta documentato anche a Sansepolcro dove stipulò un contratto per il polittico dell’altare maggiore della chiesa di Sant’Agostino.

 

Gli anni 1458 e 1459 lo videro invece attivo a Roma, chiamato da Papa Pio II e, immaginando già una lunga assenza, nominò il fratello Marco come suo procuratore a Borgo Sansepolcro.

 

A Roma realizzò degli affreschi nel Palazzo Apostolico, andati distrutti nel XVI secolo per far posto alla prima delle Stanze Vaticane di Raffaello. In questo periodo Piero della Francesca conobbe sicuramente artisti fiamminghi e spagnoli che gli fecero acquisire una nuova consapevolezza per la rappresentazione dei fenomeni atmosferici realistici, alla base degli affreschi della seconda fase del ciclo di Arezzo.

 

 

Alla corte di Federico da Montefeltro

 

Dopo aver lavorato a Perugia e a Bastia Umbra, nella quale si era rifugiato per sfuggire alla peste, nel 1469 fino al 1472, Piero soggiornò alla corte di Urbino di Federico da Montefeltro. Celebri sono i ritratti dedicati ai duchi di Urbino, dove Federico da Montefeltro e la moglie Battista Sforza sono ritratti di profilo in primo piano.

 

 

Il ritratto di Federico venne concluso nel 1465 mentre quello della moglie è postumo, quindi successivo al 1472.

 

Gli ultimi anni

 

Dal 1477 Piero della Francesca, sebbene con qualche interruzione, visse fino al 1480 a Borgo Sansepolcro, dove fece parte del consiglio comunale. Nel 1478 dipinse un affresco perduto per la Cappella della Misericordia. Tra il 1480 e il 1482 fu invece a capo della Confraternita di San Bartolomeo nella sua città natale.

 

A quest’ultima fase viene attribuita “La Natività”,

 

 

nella quale a colpire è soprattutto l’amore per i dettagli. Sempre a questo periodo è attribuita anche la “Madonna col Bambino e quattro angeli”,

 

 

databile appunto al 1475-1482 e oggi conservata nel Clark Art Institute di Williamstown, nel Massachusetts.

 

Nel luglio del 1487 fece testamento e, negli ultimi anni, venne colpito da una grave malattia agli occhi che gli impedì di lavorare. Piero della Francesca morì a Sansepolcro il 12 ottobre 1492, proprio il giorno della scoperta dell’America.

 

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