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Recensione “Borgo sud” – Donatella di Pietrantonio

Recensione “Borgo sud” – Donatella di Pietrantonio

Borgo sud

BORGO SUD

di Donatella di Pietrantonio

Editore: Einaudi

Pagine: 168

 

 

 

TRAMA. È il momento più buio della notte, quello che precede l’alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po’, e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? È davvero in pericolo? Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella più scomoda, o troppo amara. Così tutt’a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande. Entrando nell’appartamento della sorella e di suo marito, Adriana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel matrimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa. Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte interminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi -, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lì, in quel microcosmo così impenetrabile eppure così accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos’è realmente successo, e forse fare pace col passato.

 

RECENSIONE.

Non è mai stata discreta, si è intromessa in tutto quello che mi riguardava come fosse anche suo, Piero compreso.

Borgo Sud di Donatella di Pietrantonio è un libro travolgente.
Seguito del romanzo pluripremiato L’arminutaBorgo Sud narra di quella tredicenne (protagonista de L’arminuta, appunto) così tanto diversa dalla famiglia originaria, ormai diventata adulta, realizzata come professoressa di italiano a Grenoble.
L’arminuta, ormai divenuta donna, è costretta a tornare nel suo paese di origine per un grave incidente.
Non si sa a chi, non si sa in che modo e forse è proprio questo, insieme alla scrittura prorompente della Pietrantonio che incolla il lettore alle pagine.

È sempre stato così con mia sorella, da un momento all’altro può suscitarmi struggenti tenerezze e rabbie furibonde.

In Borgo Sud emerge principalmente il rapporto tra le due sorelle, così diverse e con passati diversi, ma con la stessa fame d’amore.
Il libro è un continuo sguardo al passato: la sorella diligente e studiosa, racconta la sua (ex) vita al borgo, ricordando aneddoti passati con Adriana, quella sorella scapestrata, indomabile.

Con mia sorella ho spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate. E rare, improvvise attenzioni. Siamo state figlie di nessuna madre. Siamo ancora, come sempre, due scappate di casa.

Costantemente presente nella narrazione, è il tema dell’abbandono, accompagnato da un alone di sofferenza, quasi rassegnazione ad un destino ormai deciso. L’unico punto fermo per la protagonista è proprio Adriana, che nonostante la lontananza e un carattere totalmente opposto al suo riesce (a suo modo) a supportarla sempre.

Il ricordo è una forma di recriminazione. È il perdono che non trovo.

Borgo Sud, è il libro che mi ha coinvolto di più in tra i finalisti del Premio Strega 2021. La scrittura dell’autrice è diretta, precisa, densa di significato: con Borgo sud si scava nel profondo della nostra anima.
Nonostante non abbia ancora letto L’arminuta questo libro si lascia comprendere veramente bene, quindi può essere letto anche da solo.

Immagino già la sua bellezza e le sue immense chiavi di lettura avendo già letto L’arminuta.

 

Buona lettura a tutti!
Rachele.

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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