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Morto Paolo Beldì, storico regista televisivo

Morto Paolo Beldì, storico regista televisivo

È morto Paolo Beldì, regista di programmi cult da “Quelli che il calcio” a Sanremo

(scritto da Redazione “La Repubblica” per www.repubblica.it)

È morto improvvisamente nella sua casa di montagna a Magognino vicino a Stresa il regista Paolo Beldì, 66 anni, anima di tante trasmissioni di Fabio Fazio, di cui aveva firmato programmi iconici da Quelli che il calcio ad Anima Mia e i Festival di Sanremo, ma anche di Adriano Celentano e di tantissimi altri.

A lanciare l’allarme è stata un’amica. Il regista era atteso al circolo di Levo per seguire la partita della nazionale italiana contro il Belgio, ma non si era fatto vedere. Nato nel 1954, avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 11 luglio

Novarese, figlio di uno dei più importanti creativi di pubblicità negli anni del boom economico (suoi numerosi marchi tra cui il più celebre è quello dei “Pavesini”), Paolo Beldì ha cominciato la sua attività come comico nelle radio locali di Novara alla fine degli anni ’70, per avvicinarsi al mondo televisivo collaborando con il regista Beppe Recchia, grazie al quale, nella gloriosa televisione privata Antenna 3 Lombardia ebbe nodo di dirigere programmi condotti da personaggi come Enzo Tortora e Walter Chiari.

Negli anni ’80 passò nella neonata Fininvest per programmi di intrattenimento e sportivi da Banzai a Mai dire Mundial, lui super appassionato di calcio e tifoso sfegatato della Fiorentina. Nello stesso periodo firmò come autore le musiche originali di Drive in per quattro anni con Roberto Negri ed esordì nel varietà grazie ad Antonio Ricci che lo chiamò a dirigere prima Lupo solitario e dopo Matrjoska. Negli anni Novanta entrò in Rai, regista tra gli altri di Mi manda Lubrano e poi di Svalutation con Celentano.

Ed è proprio con una trasmissione Rai, Diritto di replica insieme a Fabio Fazio e Sandro Paternostro, che venne fuori quella che sarà sempre la sua firma: l’indugio sui dettagli, da un calzino abbassato a una scarpa, particolari che creano il caso come quando riprese uno spettatore addormentato nella platea di Sanremo.

A proposito del Festival, Beldì ha avuto l’incarico di curare la regia della manifestazione per tre edizioni: nel 1999 (Fabio Fazio), nel 2000 (ancora Fazio) e nel 2006 (Giorgio Panariello). Per Raidue diresse anche Gene Gnocchi ne La grande notte del lunedì sera e Artù. Con Cochi e Renato invece Stiamo lavorando per noi, con ospiti Enzo Jannacci e Renzo Arbore. È stato il regista ,nel novembre 2009  di Grazie a tutti, show in onda per quattro domeniche in prima serata su Rai 1, condotto da Gianni Morandi.

Nel 2010 diresse in marzo lo show di Gigi D’Alessio su Rai 1 dal titolo Gigi questo sono io e poi dal 27 aprile, sempre su Rai 1, Voglia d’aria fresca con Carlo Conti.

Nel 2011 tornò a curare la regia della trasmissione Quelli che il calcio condotta da Victoria Cabello e sempre per Rai 2 cura la ripresa del concerto di Zucchero Fornaciari da Reggio Emilia.

L’8 e 9 ottobre 2012 diresse lo show di Adriano Celentano trasmesso in diretta su Canale 5 dall’Arena di Verona dal titolo Rock Economy.

Nella stagione 2013-2014 Beldì è stato per la diciottesima volta al timone di Quelli che il calcio. Nel 2015 ha fatto parte della giuria di esperti del Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti. Nello stesso anno tornò a svolgere il ruolo di regista per il talk show Ballarò, condotto da Massimo Giannini.

Ha scritto anche tre libri, il  primo nel ’96 (Perché inquadri i piedi?) dedicato proprio alla sua scelta di curare i particolari, gli altri alla sua passione viola.

Il ricordo di Fabio Fazio

“Abbiamo lavorato insieme dieci anni straordinari. Avevamo raggiunto un’intesa pazzesca a Quelli che il calcio, lui con le immagini partecipava al dialogo, commentava, interveniva. La sua regia parlava ad alta voce, quasi sempre ironizzando”. Lo ricorda così Fabio Fazio.

“Me lo presentò Bruno Voglino quando facevamo Diritto di replica su Rai3 e lui inventò una cifra stilistica di racconto da grande appassionato di televisione, cresciuto alla scuola di Beppe Recchia, dove la regia aveva una funzione fondamentale nel racconto. Cifra che divenne fondamentale in Quelli che il calcio. Era un uomo molto ironico ma anche molto solitario. Grande appassionato di musica e suonatore di chitarra: i Beatles in particolare erano la sua Bibbia e questo era un argomento che ci univa”, racconta Fazio. Che svela: “Fu Paolo a dirmi ti vedrei benissimo in un programma con Claudio Baglioni”. Da quell’input nacque il programma cult Anima Mia.

“Naturalmente quando feci i miei primi Sanremo, Paolo era al mio fianco. Poi quando lasciai Quelli che il calcio per dedicarmi al talk ci salutammo”, aggiunge Fazio. Che conclude amaro: “La sua regia era fatta di grande qualità, una qualità che passava anche per le scene costose e per un numero di telecamere notevole e credo che anche per questo lo abbiamo visto sempre meno. Perché oggi è tutto all’insegna del taglio, del risparmio e del consumo istantaneo”.

Gli addii sui social network

Molti stanno affidando ai social il loro addio al regista. “Caro Paolo Beldì, quante risate insieme! Mi hai accompagnato per mano nel mondo ‘delle telecamere’ con allegria e discrezione. Sarai per sempre un maestro. Mi mancherai”, scrive su Twitter Nicola Savino.

“Quando sono arrivata a ‘Quelli che il calcio’ nel 2001 ho pensato che, per mia fortuna, tu fossi rimasto. Sei stato guida preziosa, uno dei pochi registi che ha creato uno stile, una cifra tutta sua. Non ti dimenticherò mai, grazie Paolo…te l’ho detto troppo tardi”, è il post di Simona Ventura.

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Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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