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Egon Schiele – l’espressionista di Tulln

Egon Schiele – l’espressionista di Tulln

“Egon Schiele – l’espressionista di Tulln” è il titolo del mio articolo di oggi.

 

Insieme ad Oskar Kokoschka, Schiele è stato uno dei protagonisti assoluti del primo espressionismo viennese.

 

Nonostante la sua vita brevissima (morì infatti a soli 28 anni) realizzò circa 340 dipinti tra acquerelli e disegni. Celebri furono i suoi ritratti, in grado di comunicare il suo disagio interiore e il complesso rapporto che aveva nei confronti del sesso femminile.

 

Ma adesso entriamo più nel dettaglio.

 

Schiele

 

Infanzia e adolescenza

 

Egon Schiele nacque nel 1890 in una stazione ferroviaria a Tulln, cittadina nei dintorni di Vienna. Figlio del capostazione Adolf Eugen Schiele e di Marie Soukoup e fratello di Elvira, Melanie e Gertrude.

 

L’infanzia del giovane Egon venne colpita dalla malattia mentale del padre, conseguenza della sifilide, che lo portò poi alla morte. Questa esperienza fu molto traumatica per l’artista e la sua pittura ne resterà profondamente segnata.

 

In seguito alla morte del padre, la tutela di Egon venne assunta dal ricco padrino, lo zio Leopold Czinaczek, il quale cercò inutilmente di orientarlo verso una carriera nelle ferrovie. Leopold si rese però ben presto conto del talento artistico del nipote e lo indirizzò all’Accademia di belle arti di Vienna. Era il 1906.

 

la famiglia

 

Mentre il giovane Schiele iniziava a studiare pittura e disegno, i rapporti con la madre si deteriorano in quanto la donna non si sentiva abbastanza sostenuta dal figlio. A questo si aggiunse il fatto che l’Accademia costringeva i suoi allievi a dipingere secondo i classici canoni e questa limitazione portò Egon alla decisione di abbandonare la scuola dopo pochi anni.

 

L’incontro con Gustav Klimt

 

Schiele iniziò così a cercare i suoi modelli altrove e a sperimentare nuovi stili, spesso dipingendo anche all’aperto. Nel 1907 avvenne l’incontro decisivo per il suo percorso artistico: in un Café di Vienna conobbe infatti Gustav Klimt. La personalità di Gustav lo colpì profondamente e ad unirli fu anche il reciproco interesse che i due artisti avevano per la raffigurazione del corpo nudo e della sessualità maschile.

 

La stima di Schiele nei confronti di Klimt si rivelò reciproca. Gustav si impegnò infatti per aiutare Egon attraverso l’acquisto di disegni, procurandogli delle modelle e presentandolo ad alcuni ricchi mecenati che gli assicurarono la tranquillità economica.

 

Grazie a questi aiuti, Schiele poté tenere, nel 1908, la sua prima mostra personale per la Wiener Werkstätte, una innovativa comunità di produzione viennese, legata al mondo del design, fondata nel 1903 dall’architetto Josef Hoffmann.

 

Schiele si avvalse di una linea tagliente e incisiva per esprimere il suo stato d’animo angosciato e per mostrare il disfacimento morale e fisico. A dare un valore aggiunto a tutto questo si unì il colore che risultò particolarmente efficace negli acquerelli e nei disegni dell’artista. La critica finì col dividersi tra chi apprezzava immensamente il suo lavoro e chi, al contrario, ne restava scioccato e ne denigrava lo stile in quanto non era in grado di comprendere i suoi modi così espliciti di dipingere.

 

Altre importanti mostre per Egon Schiele

 

Nel 1909 Schiele espose quattro delle sue opere alla Kunstschau, la mostra collettiva in cui esponevano gli artisti usciti dalla Secessione nel 1905. Tra questi: Munch, Matisse, Pierre Bonnard, Gauguin, Kokoschka, van Gogh.

 

E proprio a proposito di van Gogh, Schiele ne rimase talmente affascinato (soprattutto per il suo carisma cromatico) che gli rese omaggio con “La Stanza in Neulengbach” che si ispira alla “Stanza gialla” di Vincent. Reinterpreta inoltre anche i “Girasoli”, in una versione dai colori bruni e spenti dove i petali perdono consistenza acquistando, di conseguenza, un tragico tocco di reale.

 

schiele         girasoli

 

La mostra organizzata al Salon Pisko riscosse un grande successo di pubblico e vi partecipò anche l’arciduca Francesco Ferdinando. Egon realizzò una serie di autoritratti in pose decisamente eccentriche e innaturali con lo scopo di rappresentare il suo lato interiore sconosciuto.

 

autoritratto

 

Le modelle di Egon Schiele

 

Fin dai primi anni Schiele mostrò una certa passione per le figure femminili, soprattutto infantili. La sua prima modella fu la sorella Gertrude seguita da Wally Neuzil (con la quale ebbe una relazione) e, infine, da colei che diverrà poi sua moglie, Edith Harms.

 

Schiele era solito ospitare dei bambini nei suoi atelier e il suo interesse era rivolto in modo particolare alle bambine alle soglie dell’adolescenza. Celebre fu anche il ritratto del giovane Herbert Rainer, uno dei ritratti più realistici tra quelli realizzati da Egon, probabilmente perché fu eseguito su commissione.

 

Schiele

 

Oltre ai ritratti, Schiele continuò ad interessarsi anche alla rappresentazione della natura ma pure in questo caso continuava ad emergere il suo stato d’animo angosciato.

 

Tra il 1910 e il 1911 Egon trascorse un periodo nella Boemia del sud. E’ qui che incontrò la diciassettenne Wally Neuzil. Con essa intrecciò una relazione sentimentale e che, come anticipato prima, gli farà da modella per alcune delle sue opere.

 

Nel 1912 Schiele venne accusato da un ufficiale della marina in pensione di aver sedotto sua figlia Tatjana Georgette Anna, non ancora quattordicenne.

 

Gli anni della prigione

 

Schiele venne così rinchiuso in prigione con l’accusa di aver traviato la minorenne e di aver avuto rapporti con lei, oltre ad averla rapita. Alla fine del processo Egon venne ritenuto colpevole solo di aver esibito le sue opere, considerate pornografiche dall’autorità. Nonostante il periodo trascorso in prigione fu breve, l’artista visse un’esperienza traumatica visto che, qualora fosse stato condannato, avrebbe dovuto trascorrere lunghi anni di segregazione.

 

Deluso da questa esperienza, Schiele fece ritorno a Vienna e, grazie nuovamente all’aiuto di Klimt, ottenne in poco tempo diverse commissioni, tornando così alla ribalta sulla scena artistica austriaca e partecipando a molte mostre internazionali.

 

Il 1913 si rivelò in particolare un anno di grande successo artistico e di soddisfazioni economiche. Viaggiò inoltre molto ed espose in numerose occasioni.

 

Il matrimonio e gli ultimi anni

 

Nel 1914 Schiele conobbe l’ultima importante modella della sua vita, Edith Harms, figlia di un fabbro. Quest’ultimo mise la condizione che per sposare sua figlia, Egon avrebbe dovuto interrompere ogni rapporto con Wally. Inoltre, da quel momento in poi, Edith sarebbe dovuta divenire la sua unica musa ispiratrice.

 

Egon e Edith

 

Egon troncò così ogni rapporto con Wally, che morirà in seguito al fronte come crocerossina, e sposò Edith. Il matrimonio gli regalò una nuova serenità che fu in grado di cambiare anche la sua ispirazione artistica, come è possibile notare nei suoi dipinti di questa nuova fase.

 

In seguito alla scoppio della Prima Guerra Mondiale, Schiele venne chiamato alle armi ma, grazie ai suoi superiori amanti dell’arte, ebbe comunque la possibilità di continuare a dipingere.

 

il mulino

 

Nell’autunno del 1918, l’epidemia di influenza spagnola arrivò anche a Vienna. Edith, incinta di sei messi, contrasse la malattia e morì il 28 ottobre. Nemmeno Egon scampò al contagio e, dopo solo tre giorni, morì anche lui a soli 28 anni.

 

I maggiori capolavori di Egon Schiele sono ospitati principalmente a Vienna. Nel 2010 si è tenuta una mostra di Schiele a Milano che ha ospitato ben 40 opere tra le più significative dell’artista.

 

Alice Antoni

Alice Antoni

Alice ama leggere e adora gli animali, in particolare i conigli. È da sempre appassionata di arte e di riciclo creativo.

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