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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Buone cose

Buone cose

Non avrò avuto tutto dalla vita: non sarò cresciuta in ambienti altolocati, non avrò vissuto nel lusso, non avrò ricevuto in regalo per i 3 anni l’auto elettrica a forma di suv della Mercedes rosa, non avrò fatto viaggi a Disneyland Paris per i miei 5 anni,  non avrò studiato alla Bocconi a 20, ne alla British a 22 e non avrò fatto vacanze in Yacht a 25 (per buona sorte, aggiungerei, visto che mi viene il mal di mare solo a veder ondeggiare la paperotta di mia figlia nella vasca da bagno) e non ho nemmeno mai visto New York City.

Ma ho avuto tante tantissime cose, e soprattutto ho avuto tutto quello che era necessario per esser oggi una persona libera e, sopra tutto, ho avuto Charlie.

Mio padre è un uomo di altri tempi, di una gentilezza, una cortesia ed una cordialità veramente uniche.

E’ una di quelle persone che dice “Grazie” mille volte al giorno, ma a differenza di molti, lui non ringrazia soltanto gli estranei ma lui è così anche tra le mura domestiche.

Ti ringrazia per il caffè che gli porgi e per il pranzo preparato, per gli asciugamani che gli fai trovar pronti sul letto ed anche solo per un bacio del Buongiorno e paradossalmente, ti ringrazia anche dopo averti sgridato. Ieri ha ripreso Nina che non stava ferma un momento a tavola con un deciso “Nina stai seduta!” e dopo un secondo gli è scappato un“Grazie“.

Per strada se stiamo camminando sul marciapiede, lui si preoccupa se alle nostre spalle sta arrivando una bici e si scansa prontamente sul lato sinistro del marciapiede, prima che si avvicini a noi per non darle fastidio e non disturbare il suo percorso. Non ti sbatte addosso con il carrello della spesa per le corsie del supermercato, non ti da spallate mentre si dirige velocemente da qualche parte.

Io son diversa, peggiore certamente da questo punto di vista. Son rabbiosa nei confronti degli arroganti e per strada spesso me ne sto sul piede di guerra, metto alla prova le persone e voglio vedere se gli altri son gentili e si scostano oppure se si muovono come carri armati spostando violentemente tutto quello che si trova sul loro cammino.

E nel secondo caso, me ne accorgo e faccio in modo di indurirmi al loro passaggio e di far trovare loro un ostacolo, cosi che la loro arroganza debba subire un arresto, poi solitamente mi fingo dispiaciuta e con faccia di bronzo sorrido dolcemente e me ne esco con un “Mi scusi” che mi rende inattaccabile, quando per la verità era tutto maledettamente preterintenzionale. Cerco volutamente di arrecare un fastidio al cafone e spesso ci riesco.

Charlie è di animo buono, una psicosi del genere non la partorirebbe neanche sotto tortura. Se anche gli capitasse di incontrare un prepotente sul suo cammino non scenderebbe mai al suo stesso livello; io invece rischierei di far peggio.

La scorsa settimana l’ho sentito offrire un caffè al corriere Bartolini che gli aveva consegnato un pacco e che si era lasciato sfuggire che era molto stanco e che aveva moltissime consegne da sbrigare. Lui gli ha risposto candidamente “le preparo il caffè”, il corriere ha spiegato che era di corsissima e che non poteva assolutamente fermarsi, allora lui gli ha detto che lo avrebbe preparato e lo avrebbe lasciato sul davanzale così che lo spedizioniere lo avrebbe potuto prender al volo tra una consegna e l’altra senza doversi fermare.

Io ero nella stanza a fianco ed ho avvertito l’indecisione del corriere.. credo abbia temuto che mio padre fosse omosessuale e che quello fosse una specie di approccio, un velata avance. Chiaramente non lo era, ma il punto è che non siamo più abituati a questi atti di cortesia spontanei, al punto che, ci lasciano interdetti ed impreparati e non siamo certi che la cosa più opportuna da fare sia semplicemente accettare e ringraziare.

E’ una di quelle persone belle che risponde al secondo squillo. Non arriva mai a doverti richiamare dopo qualche ora, perché lui al secondo squillo tira su il telefono. Charlie è presenza, è una presenza costantemente al mio fianco, nonostante i km che ci separano. E’ un babbo speciale dotato di antenne radar che captano ogni segnale di vulnerabilità. Il radar capta, segnala l’allarme alla centrale operativa e subito la macchina si mette in azione per risolvere il problema  con un, semplice ed efficace, “Vuoi che vengo?”.

La cosa meravigliosa di aver una persona cosi al tuo fianco, è che ti rende libera. Ti rende libera di far scelte giuste o sbagliate, ti rende libera anche di commettere errori sapendo che comunque avrai sempre le spalle coperte e qualcuno che accorrerà a darti una mano, pronto a ritirarti su nel caso in cui la caduta sia stata eccessivamente rovinosa.

Se sarà necessario, accorrerà e mai per sottolineare gli errori commessi, perché quelli li conosci già bene tu, lui verrà e si siederà semplicemente al tuo fianco a rimetter insieme i cocci.

Il sol fatto di sapere che esiste nel mio mondo una persona del genere, questo è già sufficiente e rappresenta un’arma così potente da farti trovare la forza di compiere azioni coraggiose, di rischiare.

Charlie è la stessa persona che mi aveva stampato, quando ancora i TomTom erano per pochi, la strada da percorrere per arrivare a Bologna, facendo degli screenshot di Google maps con le varie uscite di Fi-pi-li ed autostrada da prendere. Lo sapeva che avevo paura e ne aveva anche lui, ma mi ha dotato dei mezzi per farcela da sola. Ha battuto la strada prima di me e poi mi ha lasciato libero il percorso, dandomi la possibilità di percorrerlo da sola ma pronto ad accorrere in caso di necessità. Sarebbe meraviglioso infondere a mia figlia lo stesso senso di Libertà e di protezione.

Charlie fuori casa si ferma a parlare con chiunque. Riesce a conversare con le persone che son sedute vicine a lui in treno anche se viviamo in un mondo in cui la maggior parte dei viaggiatori dorme o se ne sta con gli occhi incollati ad uno smartphone con le earpods inserite. In fila alle Poste incontra i vecchi compagni delle elementari, gente che non era in classe con lui ma che frequentava la sua stessa scuola nei medesimi anni e li saluta chiamandoli per cognome. Gli si avvicina sorridendo e poi li indica e fa: “Bandini!” o “Mariani“, la gente spesso è meno sveglia e reattiva di lui e magari sul momento non collega, ma dopo un paio di battute, tutti si fermano a parlare ricordando i tempi passati, le compagnie diverse frequentate durante l’adolescenza, le moto sulle quali scorrazzavano per le vie del paese, il villaggio Aniene, l’Università a Pisa e cosi via. Dopo 5 minuti saluta tutti con grandi sorrisi e “Mi ha fatto piacere averti rivisto. Buone cose. Stai bene”.

Buone cose sono le cose piccole ed impercettibili, sono i minuscoli gesti di enorme valore:

sono i caffè offerti ai corrieri forsennati, sono il gesto di scansarsi preventivamente per far passare una bici, sono i saluti cordiali a vecchie conoscenze, sono le risposte al secondo squillo, sono i messaggi di in bocca al lupo ogni mattina prima di un esame all’università con su scritto “Che la forza e la calma siano con te”, sono una canzone condivisa via whatspp della Mannoia come augurio per la vita, sono il presentarsi a casa mia armato di attrezzi e trapano nel bagagliaio della macchina anche se io ho detto che non avevo niente da fare, sono il fermarsi a prendere i biscotti integrali dalla Madia o il polline dal Pescia prima di partire per Bologna, anche se avevo  fatto spergiurare di non portar niente perchè sono a dieta.. le buone cose sono queste.

Son gesti di amore infinitamente piccoli ma di una potenza mastodontica.

Son carezze che ti  arricchiscono la vita, te la semplificano senza appesantirla mai.

Che anche voi possiate aver la fortuna di aver vicino un “Charlie” che vi cosparga sempre la vita di Buone cose, e che io possa esser brava abbastanza, ogni tanto da restituirgliene qualcuna. <3

 

Giulia Rossi

Giulia Rossi

Chiacchierona, fantasiosa e precisetti. Le interessa tutto e non si specializza in niente. Non ha ancora trovato la sua strada forse perché semplicemente UNA strada non c'è.

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