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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

D-hub e il progetto paracadute: moda e inserimento lavorativo.

D-hub e il progetto paracadute: moda e inserimento lavorativo.

Oggi vi parlo di D-hub. No, oggi non parliamo di cucina ma di un’altra attività che so che a molti di voi piace: cucire. Vi presento un progetto a cui potreste dare il vostro contributo.

Se c’è una cosa che mi manca di Verona è quel proliferare di associazioni, collettivi, e piccole realtà che – a parar mio – fanno la differenza in una città. Che poi tante di quelle che ho conosciuto io, in 10 anni, si riassumono in un unica strada. Quella che dovevo fare per arrivare da Porta Vescovo al coworking dove lavoravo ad esempio (MultiCO).

Una volta terminata Via San Nazaro, a piedi, prendevo sempre Via Trezza e baaam: Veronetta129, D-hub, e poi i locali come Zazie (uno dei miei preferiti) ecc.

E niente, oggi in questo tour virtuale che mi riporta a percorrere le strade della mia amata Verona, facciamo tappa a D-hub, in Via Gaetano Trezza, 34 A. L’atelier lo troverete in Via 20 Settembre, 32.

D-hub è un progetto che ho conosciuto tramite Mary, una ragazza che una volta ho accompagnato in macchina a una delle cene di Indovina chi viene a cena a Verona (certo che il cibo c’entra sempre).

Il progetto nasce con una doppia accezione: da un lato è un laboratorio urbano/bene comune, accessibile a tutta la cittadinanza. Dall’altro è un centro di reinserimento socio-lavorativo che si rivolge principalmente alle ragazze madri, come spazio dove svolgere tirocini formativi e socializzanti, apprendere o consolidare competenze.

Se già siete a bocca aperta per il progetto aspettate di sapere perché (mea culpa) ne parlo solo oggi. Principalmente perché nonostante tutte le volte che sono passata, solo una volta ho bussato (sapete che per certe cose sono stra-timida) e non c’era nessuno 🤣. E poi perché per sostenere il bellissimo progetto sopra descritto in questo particolare momento storico, c’è bisogno di un aiuto e anche voi che state leggendo potreste fare la differenza.

E’ stata lanciata infatti una campagna di crowdfunding che si chiama: Paracadute.
Per sostenere il progetto, è possibile fare una donazione libera oppure una donazione con “ricompensa”. Mary mi ha raccontato che: “per le ricompense abbiamo realizzato una serie limitata di accessori in tessuto paracadute, tinto dai ragazzi e dalle ragazze con Sindrome di Down di Valemour“.

Quindi avete la possibilità di ricevere pezzi unici, fatti a mano, parte di una collezione limited edition come:

  • borse
  • beauty case
  • porta documenti
  • porta tutto

Come? Semplicemente facendo una piccola donazione. Oppure potete liberamente sostenere questo bellissimo progetto, a seconda della vostra volontà/possibilità. In ogni caso seguite le istruzioni e gli approfondimenti che trovate in questa pagina: Paracadute – moda etica per l’inserimento lavorativo.

Io l’ho già fatto, e non vedo l’ora che arrivi la mia cartolina, altra “ricompensa” che non ho elencato prima. Il mio contributo, se pur piccolo, aiuterà a incrementare la strumentazione dei laboratori D-hub.

Grazie a Mary per avermi scritto quel messaggio, e grazie a voi che state leggendo.

Ognuno di noi può essere paracadute per questa causa.

Ps: condividendo l’articolo o la pagina del crowdfunding contribuirete lo stesso!

A presto

Lety – GaGa

 

 

 

 

 

Letizia Vallini

Letizia Vallini

Alla soglia dei 30 anni sono tantissime le cose che ha da raccontare. Nativa di Rosignano e di adozione Veronese, nel suo cuore e nella sua mente sogna da un po' gli States. Per cercare di non perdere tutto ciò che le accade, cerca di parlarne: attraverso la radio, la scrittura, l'arte, attraverso il suo lavoro - si occupa di web marketing e community management, colora la sua vita di tinte brillanti. Anche se si sente grata davvero solo quando si accorge di riuscire a colorare un momento della vita degli altri, che sia un secondo, un giorno o il tempo che ci vuole :) .

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