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Recensione “Tutte le Furie”, Pietro Nicolaucich

Recensione “Tutte le Furie”, Pietro Nicolaucich

tutte le furieTUTTE LE FURIE

di Pietro Nicolaucich

Editore: Horti di Giano

Pagine: 168

 

 

 

TRAMA. L’odio talvolta può trasformarsi in una dipendenza.Cosa accade quando questo sentimento è talmente radicato da far desiderare la morte della propria nemesi? Dopo decenni di duelli irrisolti, l’eterna faida tra due nemici giurati trova la conclusione in un inatteso suicidio. L’eredità di questo gesto è un libro misterioso il cui contenuto ne cela le motivazioni. Un biglietto scritto prima di togliersi la vita, evidenzia la centralità del testo per la scelta fatta. Le storie fantastiche, dai contenuti neri, nascondono un significato che deve essere scoperto. Un albero che sanguina, un’isola che sorge sulle acque di un naufragio, un uomo che vive in due direzioni temporali opposte sono solo alcuni dei racconti enigmatici che ruotano attorno ai temi del Fato, della Ciclicità e della Morte, riconducendo a vissuti personali. Pietro Nicolaucich, in una struttura narrativa a scatole cinesi fra thriller, realismo magico, orrore, avventura, nostalgia e memoria, sa tenere alto l’interesse con uno stile narrativo onirico che sconfina nell’assurdo, estendendo il suo linguaggio come tentacoli rampicanti che tutto avvolgono, generati dall’inconscio più recondito.

 

RECENSIONE.

 

La mia nemesi.
Ho sprecato un’esistenza nell’ossessione della mia nemesi. Un nemico. Un odio talmente antico che non ne ricordo più nemmeno il motivo.

Il libro di Pietro Nicolaucich inizia con un incipit davvero coinvolgente, che riesce a rapire il lettore sin dalle prime righe. I protagonisti di questa storia sono due nemici che per tutta la loro esistenza si sono dati la caccia, avendo come unico obiettivo quello di sopraffare l’altro, per tornare a vivere serenamente. Non sappiamo niente di loro, a parte questo.
“Tutte le furie” inizia proprio con un cambiamento della loro situazione “sentimentale”: uno dei due, stanco e consumato da questa eterna lotta, si suicida. Prima di farlo però, gli lascia una scatola, dove all’interno trova un libro e un biglietto.

Ricorda: MORTE, CICLICITA’ E FATALISMO sono le nostre parole chiave, i nostri maledetti simboli sacri.

Il biglietto del nemico ormai caduto, spiega il perché del suicidio: lo ha fatto per rompere uno schema universale, che teneva imprigionati entrambi in uno schema di ciclicità, morte e fatalismo. Il libro che accompagna il messaggio è proprio la prova che la loro vita fa parte di un progetto superiore e che non possono cambiare in nessun modo. Solamente con la soluzione finale dell’antagonista è stata l’azione più sensata da compiere.

I veri protagonisti in questo libro sono queste tre parole e non i personaggi che lo popolano. Loro credono di agire, ma in realtà subiscono l’azione magica e distruttrice di quei tre simboli.

Il libro dentro la scatola, è composto di racconti, che ritroviamo nella narrazione e alla fine di ogni storia si trova la riflessione di colui che legge il libricino, ricordando tutte le vicende che hanno passato insieme.
“Tutte le furie” 
ha un ritmo sostenuto, riesce ad essere sempre molto coinvolgente e la cosa interessante è che Pietro Nicolaucich riesce a far emergere dei sentimenti che in realtà non sono prevedibili: primo fra tutti, l’amicizia.

Cominciavo quasi a volergli bene, e questa cosa mi lasciava davvero interdetto. Quel libro mi stava rendendo più umano in effetti, ma del senso della vita ancora non c’era traccia.

Un testo davvero fatto bene, con un incipit accattivante e dal ritmo serrato. I racconti che vengono proposti sono molto significativi e ripropongono in modo eccellente i temi della ciclicità, della morte e del fatalismo.

Il finale?
S O R P R E N D E N T E M E N T E    I N A S P E T T A T O .

Vivamente consigliato!

 

 

Buona lettura a tutti,
Rachele.

 

 

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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