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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Recensione “Un destino diverso”, Dan Ruben

Recensione “Un destino diverso”, Dan Ruben

Un destino diversoUN DESTINO DIVERSO

Di Dan Ruben

 

Editore: Pub Me

Collana: I read It

Pagine: 305

TRAMA. Alexander e Dominica, una promessa d’amore, un vincolo che unisce le loro vite anche contro un destino avverso che si accanisce contro di loro.Un romanzo dal ritmo incalzante dove la crudezza delle descrizioni e l’ambientazione particolare si miscelano sapientemente all’amore puro e sincero di due ragazzi. L’avventura si mischia al thriller d’azione, in una lotta contro la malavita e contro un destino crudele. Una fuga verso la libertà dalla Bielorussia alla Polonia, dove i due giovani protagonisti dovranno affrontare un viaggio attraverso il labirinto della sorte, che li guiderà infine verso l’unica via d’uscita.

 

RECENSIONE.

Si voltò, cercando i suoi occhi: << Vengo con te>>, disse deciso, << Scappiamo stanotte>>.

Alexander e Dominica, i due protagonisti di questa storia, vivono in un orfanotrofio a Orsha in Bielorussia. Sin dalle prime pagine, Dominica è agitata e impaurita, perchè di lì a poco verrà affidata ad una famiglia che non le piace e pur di non andare con loro decide di organizzare una fuga. Alexander, che con lei ha un rapporto stretto fin dal suo arrivo in orfanotrofio e che prova per lei un amore fuori dal comune, è disposto a fare di tutto per proteggerla e tenerla al sicuro, e così progettano un piano per fuggire insieme.
A causa di un incidente però, il piano non va a buon fine e Alexander è costretto a fuggire da solo, con la convinzione di aver perso per sempre la sua Dominica.

Si prese la testa fra le mani, stringendosi con forza le tempie, l’immagine di lei impressa in modo indelebile nella mente: aveva fallito, non era riuscito a proteggerla e ora lei non c’era più, per colpa sua. Non avrebbe più rivisto i suoi occhi, il suo sorriso, non avrebbe più sentito la sua voce e la sua dolcezza, le sue mani che lo accarezzavano, le sue labbra che lo baciavano. Dominica era morta e lui, solo lui, era l’unico responsabile.

Un destino diverso è un thriller pieno di suspense e come Reborn, ha dei momenti lenti che però sono necessari per lo sviluppo successivo della storia e vengono piacevolmente dimenticati da una parte finale molto avvincente. Decisamente più strutturato del primo, Un destino diverso è caratterizzato da descrizioni crude, dove i dettagli non sono mai lasciati al caso. I dettagli sono molto importanti per lo svolgimento della storia e proprio per questo, il destino è sempre presente e il tema chiave che porta avanti il romanzo (E lo so che tu stai dicendo, <<E’ arrivato Capitan Ovvio, si intitola “Un destino diverso”>> : beh, sappi che non è così scontato, fidati di me).

Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta, che cadendo incessantemente cambia il paesaggio così come all’improvviso, a volte, cambia la vita.

Dan Ruben riesce a trattare diversi temi spinosi, come l’abusola malavitala politica degli affidi, e riesce a denunciare dinamiche purtroppo ancora molto attuali, dove a pagare sono i più deboli, coloro che non hanno potere. Riesce però anche a dare spazio anche all’altra faccia della medaglia, quella bella: l’amore e le buone azioni che sono nel mondo. Tante cose si possono apprendere da questo testo; quanto il passato fa parte della nostra vita e ci può condizionare ma soprattuto evidenzia quanto noi, nonostante il passato (bello o brutto che sia) possiamo cambiare attivamente il nostro futuro.

<< Ascoltami attentamente: sono le persone che ti hanno fatto quelle cose che devono vergognarsi, non tu. Tu non dovrai mai vergognati di nulla e soprattutto non devi mai dimenticare chi sei realmente, perché, ragazza mia, non sei chi ti hanno fatta diventare, ognuno di noi sceglie il proprio cammino e tu sei giovane! Così giovane! Hai ancora una vita davanti, non te l’avranno rubata se inizierai a viverla adesso, bambina mia.>>

E in questo 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ho deciso di dare spazio a questa citazione e al personaggio che lo dice, Anna, che nella sua semplicità comunica un messaggio molto importante e purtroppo ancora troppo “complesso da capire”.

 Ringrazio moltissimo Dan Ruben per avermi inviato il romanzo e per avermi aspettata con pazienza e cortesia.

Buona lettura a tutti!

 

Rachele.

 

 

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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