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L’arte come cura dell’individuo

L'arte come cura dell'inividuo

L’arteterapia

In quanti riescono davvero ad esprimere il proprio stato d’animo verbalmente?

Questa domanda è la chiave che ci porta ad analizzare quella che risulta essere una delle cure meno invasive e con molteplici benefici per l’individuo: l’arteterapia.

Questa si sviluppa principalmente dagli anni quaranta in Gran Bretagna e negli Stati Uniti come cura negli ospedali psichiatrici, per reduci di guerra traumatizzati.

Questo perfetto ed efficace intreccio tra arte e psicologia, nasce dall’incontro tra il pensiero dell’artista sulla forza di comunicazione dell’arte con la curiosità di medici psicologi e psichiatri sull’efficacia del linguaggio artistico.

L’arteterapia consiste infatti, nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei vissuti, dei pensieri ed emozioni.

Tutto ciò che non emerge con le parole, può essere percepito tramite l’espressione artistica, attraverso cui “l’immagine interna” diventa “immagine esterna”.

 

L’interesse artistico di Freud

Anche Freud si interessò all’arte definendo l’artista come un uomo che si distacca dalla realtà, lasciando che i suoi desideri di amore e gloria si realizzino nella vita della fantasia.

In poche parole l’artista “trasforma le sue fantasie in una creazione artistica invece che in sintomi”.

Freud definiva il prodotto artistico lo specchio del mondo interiore della persona, materiale quindi di interpretazione per l’analista.

Anche Margaret Naumburg, una delle fondatrici dell’arteterapia, sposava molto il pensiero di Freud considerando il prodotto artistico del paziente come strumento per poter accedere al proprio inconscio.

Interpretando il prodotto in questione, si favoriva la risoluzione dei conflitti interni.

 

“La mia arte è in realtà una confessione fatta spontaneamente, un tentativo di chiarire a me stesso in che relazione sto con la vita.

 Una specie di egoismo, ma non perdo la speranza che grazie ad essa riuscirò ad aiutare altri a vedere più chiaro…”

Edward Munch-

 

Lo scopo dell’arteterapia

Attraverso il linguaggio non verbale dell’arte si esprimono sentimenti, pensieri e vissuti.

Lo scopo è comunicare e scambiarsi ricordi ed immagini.

Spesso le parole posso nascondere quelle verità che non si hanno il coraggio di affrontare, ma le immagini no, quelle sono il risultato di un determinato stato d’animo che rivela, in linea generale, ciò che viviamo dentro.

L’arteterapia ci permette di conoscere noi stessi, imparare a gestire ed affrontare lo stress, i traumi e godere dei benefici che genera la creatività.

Si ha inoltre un grande potenziamento dell’autostima e grazie alla gioia che trasmette l’arte, è spesso facile far sparire la paura, facendo cadere le difese, assaporando la meravigliosa sensazione di libertà che si ha quando si crea.

I progetti arteterapici

“The Arte Hive” è una sperimentazione partita in Canada, secondo cui ogni medico di base ha la possibilità di prescrivere ai propri pazienti, una visita al museo.

Anche in questo caso, l’arte viene utilizzata come una sorta di “soluzione”ad uno stato di malessere psicofisico.

In italia invece, il progetto di 19 artisti, ha ultimamente portato alla trasformazione delle corsie della casa pediatrica dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, in una casa accogliente e piena di colori.

L’arteterapia oggi, si estende anche ad altri tipi di disturbi quali adolescenti autistici, vittime di bullismo, ragazzi affetti da disturbi alimentari e molto altro; in ogni caso con lo scopo di liberare l’inconscio da sensazioni di malessere.

Credo che non sempre si possa prendere in considerazione la medicina per superare uno stato mentale poco sereno, ma al contrario, credo sia molto più bello e soddisfacente sfruttare la creatività individuale.

Alla fine, anche la semplice creazione di un’opera genera benessere e liberazione interiore; questo a volte potrebbe essere sufficiente per sentirsi meglio.

Insomma, l’arte intesa come una grande forza curativa.

 

 

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