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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Falafel rivisitati. Mezzo pianeta… nel piatto!

Falafel rivisitati. Mezzo pianeta… nel piatto!

Falafel rivisitati. Mezzo pianeta… nel piatto!

Introduzione

Presi dalla frenesia degli ultimi scampoli di ferie, a sguazzo tra le onde del mare o assaporando il fresco dei sentieri alpini, possiamo trovare del tempo per preparare una ricetta veloce veloce che… adoro; quintessènza della cultura mediorientale, fiera bandiera storico-gastronomica di mezzo mondo, il falafel ha spopolato anche tra noialtri occidentali europei. Io ho approfittato pure di uno svuotafrigo (visto che c’ero), permettendomi delle piccole varianti. Polpettine fritte così versatili che si prestano ampiamente anche ad imbellire un aperitivino serale di fine estate.

Se addentiamo i falafel e chiudiamo gli occhi le “immagini” ci portano con prepotenza in mezzo al tumulto chiassoso dei mercatini del Medio Oriente, le strette viuzze profumate di spezie e strabordanti di sgargianti colori. Ceci, fagioli o fave: le varianti sono assai battute tra Giordania, Egitto, Siria, grandemente in Israele, Palestina e Libano. Quel che non deve mancare è la presenza generosa di spezie; in primis, semi di coriandolo e di cumino pestati “ti devono portar via”, letteralmente, strutturando, magari, con l’aggiunta di un poco di curcuma.

La primogenitura storica sembra appartenere all’Egitto, dove originariamente venivano adoperate unicamente le fave e non i ceci; solo successivamente i falafel spopolarono anche in Israele, che assunse questa ricetta a fiero simbolo culturale della nazione.

Vi chiederete: assieme alla curcuma, che bizzarra variante posso aver mai escogitato? Semplice: oltre alle fave spezzate, mia compagna di viaggio, questa settimana in dispensa, è l’italianissima cipolla di Tropea! Ah, un poco di uova, tanto per tenere un zinzinino più compatto il tutto.

Per le ricette della grande tradizione toscana ci aggiorniamo ai primi di settembre: intanto preparate abbondante olio di arachidi!

Fave spezzate

La ricetta

FALAFEL RIVISITATI, per 4:

  • 350 gr. di fave spezzate

  • 3 spicchi d’aglio

  • Del pepe nero in grani

  • Abbondanti semi di coriandolo pestati

  • Abbondanti semi di cumino pestati

  • Della curcuma

  • 3 uova medie

  • Della mollica di pane ammollata nel latte

  • Del pangrattato

  • 1 cipolla di Tropea

  • Del prezzemolo

  • Olio di semi di arachide

  • Olio evo, sale e pepe qb

Ammollare, in abbondante acqua, le fave spezzate per circa 5\6 ore, passarle quindi sotto l’acqua corrente. In una fagioliera di terracotta temperata far sobbollire il legume per circa un’ora con due spicchi d’aglio e del pepe nero in grani, non salare; scolare. Preparare un misto abbondante di semi di cumino e di coriandolo pestati, aggiungere della curcuma. Ammollare la mollica di pane nel latte e strizzarla. Ridurre in poltiglia assai grezza le fave, utilizzando il mixer; incorporare quindi le spezie, del prezzemolo, uno spicchio d’aglio e la cipolla di Tropea anch’essi passati al mixer; inglobare infine la mollica di pane, del pangrattato e le uova; salare, pepare e versare un filo d’olio evo. Formare delle polpette non troppo piccole, dorarle a fiamma viva in abbondante olio di semi di arachide. I falafel sono assai poliedrici: serviteli ai vostri amici come più vi aggrada.

 

Luca Priori

Luca Priori

Se hai un problema aggiungi olio! Luca si occupa di disabilità e organizzazione eventi musicali. Nella vita, da molto tempo, ha due grandi passioni, il canto e la cucina, quest'ultima scoperta in una sera d'inverno di molti anni fa: la scintilla fu un radicchio trevigiano in saor d'agrumi consumato a casa di amici. Da quell'episodio decise di "strutturarsi": con un grande chef al suo fianco, avido di conoscenza, intraprese un percorso di studi assai intenso e fruttuoso. Ma la ricerca e la sperimentazione continuano anche adesso. Luca studia Scienze Gastronomiche ed Antropologia Alimentare presso l'Universitas Mercatorum di Roma.

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