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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Recensione “Fulgore della notte”, Omar Viel

Recensione “Fulgore della notte”, Omar Viel

FULGORE DELLA NOTTE

Di Omar Viel

 

Editore: Adiaphora

Pagine: 212

 

SINOSSI. “Gordon Wilson non si sarebbe dovuto trovare in quella casa. Inebriato dal fascino di una giovane sconosciuta, così simile a sua moglie Una, dà inavvertitamente vita a un incendio e, dalle fiamme, scivola nella realtà la sinuosa figura di una tigre. Gordon fugge, lasciando la propria famiglia disorientata. 
È un passaggio di testimone, quello con la figlia Liz, che da Bristol si reca a Londra alla ricerca del padre, per scoprire infine antichi prodigi e svelare i misteri degli Wilson. Passato e presente si intrecciano nella simbologia della specularità. Un viaggio fatto di incontri bizzarri con personaggi eterei, in equilibrio tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile, tra l’universo tangibile e quello dell’immaginazione.
Un cammino esistenziale, fisico, letterario, con incursioni nel poetico.
Un romanzo composito nel quale si innesta un generoso tributo al Romanticismo inglese, che invita a lasciar andare gli ormeggi della ragione per abbandonarsi al dominio del possibile.”

 

RECENSIONE.

L’uomo confonde lo straordinario con il possibile e il possibile con il reale. Diventa facile allora scordare il motore, i fari, la strada, e guidare da Reading a Bath come se l’immaginazione non ti avesse salvato dalla pioggia.

L’unico aggettivo che si adatta a pennello per descrivere questo romanzo è “particolare”.
Omar Viel, con il suo Fulgore della notte mi ha spiazzata: alla fine del romanzo trovo il racconto un pò fumoso, in bilico tra realtà e immaginazione.

La fiducia non c’entra con la verità e la verità non è ciò che siamo. E’ questo che devi capire.

L’autore ci racconta la famiglia Wilson: una perturbazione chiamata famiglia; un nucleo strano, sopra le righe, una famiglia che ognuno di noi definirebbe “anormale”. Infatti, la domanda che viene riproposta spesso nel testo è proprio questa: Che cosa è la normalità? Possiamo noi definire ciò che è normale? Ciò che per me è normale, può esserlo oggettivamente anche per un’altra persona? Assolutamente no.

C’era chi descriveva Gordon Wilson come un uomo attraente ed era convinto che, per farsi strada nella vita, non gli sarebbe servito altro.

Gordon è un professore che vive con la famiglia a Bristol, un personaggio molto acculturato e lascia intuire al lettore essere una persona molto distratta, inquieta e tormentata, tratti che contraddistinguono gli eroi del romanticismo inglese e che ritroviamo spesso citati nel romanzo autori come Coleridge, Blake, Wordsworth. Tutti i personaggi di Fulgore della notte sono particolari e sopra le righe e ognuno di loro ha dei problemi esistenziali da risolvere e tutti sono legati da un fil Rouge, una figura che accomuna tutti i protagonisti di questa vicenda: La tigre del bengala.

Di qualunque cosa si trattasse, l’accenno alla tigre bastò a convincere Liz.

Fulgore della notte è un romanzo che si colloca al confine tra realtà e immaginazione. Lo stile con cui viene raccontata la storia è impeccabile, ricercato ed elegante, tipico del romanticismo inglese; un misto tra il flusso di coscienza (tipico di Joyce) e il romanzo epistolare. Le vicende che vengono raccontate non seguono la logica, né lo spazio temporale e questo dà al lettore una sensazione di nebbia, di insicurezza, di stupore. Come essere in un sogno.

 

Una lettura sicuramente soggettiva, particolare e disorientante, quello che ti lascia è dubbio e non certezza.
Un testo fuori dagli schemi, da provare.

 

Buona lettura a tutti!

 

Rachele.

 

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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