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Recensione “Enigmatica Bicicletta”, Pietruccio Montalbetti

Recensione “Enigmatica Bicicletta”, Pietruccio Montalbetti

Enigmatica BiciclettaENIGMATICA BICICLETTA

di Pietruccio Montalbetti

 

 

Editore: Iris 4

Collana: Arcanum

Pagine: 112

SINOSSI. “Qualche anno dopo la seconda guerra mondiale si crea a Milano un corpo speciale di ex-partigiani dediti alla cattura di criminali di guerra mai processati. E la bicicletta accantonata alla staccionata di un parco del centro-città sempre lì parcheggiata, a volte girata a destra altre a sinistra, che ci fa? Fantasia o realtà questo noir del musicista? Prefazione di Chiara Colombo.”

 

RECENSIONE.

Ripresi l’abitudine di percorrere sempre il medesimo percorso passato accanto a quelle due ruote. A volte la vedevo in direzione diversa del giorno prima pur restando sempre allo stesso posto. Come mai?

Enigmatica Bicicletta è l’ultimo romanzo di Pietruccio Montalbetti, lo storico chitarrista dei Dik Dik.
In questo noir, l’autore racconta la storia di Luca, un giovane poliziotto che dopo la guerra entra a far parte di un corpo speciale  per la cattura dei criminali fascisti. Luca, nel suo tragitto abituale, pone l’attenzione su una bicicletta che è sempre legata al solito posto, ma a volte è girata verso destra e a volte verso sinistra, avvenimento che insospettisce il protagonista e accumuna questo fatto ad eventi strani.

Notai qualcuno maneggiare quella bicicletta. […] Un uomo di bassa statura, discinto, con capigliatura arruffata nero corvino, che quando mi scorse in divisa ebbe un attimo di smarrimento. Sgranando gli occhi prese a correre e in un attimo scomparve. stupito mi domandai quale fosse il motivo.

Da questa Enigmatica bicicletta Luca inizia a raccontare la sua storia attraverso dei salti in avanti ed indietro nel tempo; la sua iniziale simpatia per il fascismo, immediatamente abbandonata dopo la creazione delle legge razziali, all’orrore delle deportazioni alle quali è stato costretto a partecipare e dopo le testimonianze delle persone deportate nei campi di concentramento.

Cercai di fermarlo, fu troppo tardi. Ebbi poi infatti un violento alterco con Augello, infine i comilitoni risposero in coro che ‘Tanto erano ebrei’.

Il romanzo di Pietruccio Montalbetti tocca temi molto forti, legati alla violenza e agli abusi dei fascisti e nazisti anche nel dopoguerra ed esprime gratitudine e riconoscenza alla resistenza partigiana. L’autore, con questo testo vuole riportare alla memoria eventi storici terribili in modo che questi non si ripetano (si spera).
Nonostante le vicende siano frutto della fantasia dell’autore, queste sono comunque ambientate in un periodo storico descritto con grande accuratezza e precisione, raccontate in modo chiaro, a volte con testimonianze crude ma pur sempre semplice e scorrevole.

 

Per non dimenticare mai quello che è successo.

 

 

Buona Lettura!

Rachele.

 

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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