ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Recensione “Ogni piccola cosa interrotta” , Silvia Celani

Recensione “Ogni piccola cosa interrotta” , Silvia Celani

OGNI PICCOLA COSA INTERROTTAOgni piccola cosa interrotta

di Silvia Celani

 

Editore: Garzanti

Pagine: 283

 

SINOSSI: “Sono le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.
«L’amore che ognuno di noi riceve ha la stessa funzione delle stelle per i navigatori. Ci indica la rotta. Rimane in fondo alle nostre tasche, così, ogni volta che lo desideriamo, ogni volta che ne sentiamo la necessità, possiamo accertarci che sia sempre lì affondandovi una mano.»
Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.
Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola.
Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così.
È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile.
Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre.
Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose.”

 

RECENSIONE.

 

<< Domani ti mostrerò come far rinascere il tuo bel carrillon>>, le assicura bisbigliandole quella promessa nell’incavo del collo. << Però, dovrai prima promettermi una cosa.>>
Lei si divincola dall’abbraccio e lo guarda negli occhi.
<< Che cosa, Papà?>>
<< Che non nasconderai mai le tue ferite, piccola mia. Perché ogni ferita, ogni cosa spezzata, interrotta e poi aggiustata è più preziosa dell’oro.>>

 

Vittoria ha una vita perfetta: ha ventun anni, ha molti soldi, un bell’aspetto e un ‘intelligenza superiore alla media dei suoi coetanei. Questo è quello che dice sin dalle prime pagine, nella prima seduta con la Dottoressa Rosario, psicoterapeuta.
Perché allora, se la sua vita è così perfetta, si trova ad affrontare un colloquio psicologico?
Vittoria sente di aver bisogno di aiuto, perché, sempre più spesso, le manca il respiro e non riesce a capire perchè.

 

<< Te lo chiedo di nuovo, Vittoria. Perché sei qui?>>
Eh, perché sono qui? quand’è accaduto che ho smesso di essere normale?
<< Sono qui perché spero che la terapia possa aiutarmi>>, ammetto tutto d’un fiato, come svuotandomi. << Gliel’ho detto, ho paura che da un giorno all’altro smetterò di respirare. Ho paura di morire o… di essere sul punto di impazzire.>>

 

Ogni piccola cosa interrotta inizia proprio dalla consapevolezza di Vittoria di avere un problema da risolvere. Dalle prime pagine si evince che la protagonista ha delle ferite che non si sono rimarginate e che ha nascosto, per anni, dentro una corazza ben rivestita di perfezione e menefreghismo generale. Questo si nota anche nelle sedute dalla psicologa, nelle quali è riluttante e cerca di non rispondere in modo sincero alle domande “scomode” che la dottoressa le pone; Vittoria è una ragazza viziata di venutno anni senza regole e sembra quasi pretendere la guarigione perché ha bisogno di essere perfetta e perché paga una prestazione, senza però voler fare il minimo sforzo per cambiare.

 

Il lettore accompagna Vittoria in questo percorso di cambiamento.

Con questo romanzo, il lettore accompagna Vittoria nel suo processo di cambiamento, che è grandissimo: Fa delle scoperte importanti per la sua guarigione e per comprendere i rapporti che legano lei e sua madre; Rapporti che sono deteriorati a causa del dolore e della menzogna. Vittoria è accompagnata anche da un ragazzo comune (che prima di questi attagli di panico, forse non avrebbe mai notato) di nome Ion, anche lui con un passato burrascoso che gli “apre gli occhi” su un mondo a lei estraneo e lontano.

 

Vittoria è colei che si salva da sola.

La protagonista di questa storia è una ragazza forte e ci insegna che nonostante l’aiuto della psicoterapia e degli amici, in verità solo noi stessi possiamo salvarci da una vita che sta cadendo in pezzi. Da questo libro si comprende l’importanza della terapia (che mi ha piacevolmente colpita per la veridicità delle domande e delle modalità in cui si svolge un vero colloquio psicologico) e ci porta a comprendere che la verità è soggettiva e non è una sola: ognuno ha la sua verità e reagisce a tale verità e al dolore di una perdita in modo diverso. Afferrando questo concetto, si comprendono i comportamenti di tutti i personaggi, ma soprattutto i comportamenti della madre che sono freddi e privi di amore madre-figlia (così sembra).

 

E’ un libro ben scritto, anche se bisogna dargli fiducia nelle prime pagine perché è poco scorrevole, ma superate quelle, si scopre l’essenza della storia che non è da sottovalutare.

 

Più volte è stato paragonato al libro di Gail Honeyman, “Eleanor Oliphant sta benissimo ma devo dire che, anche se la tematica è simile, i due libri differiscono su molte cose: il libro di Gail Honeyman si basa molto di più sui pensieri di Eleanor di sé stessa e in questo senso è molto più introspettivo; Vittoria è si introspettiva ma la storia secondo me si circonda anche di molti altri personaggi ben analizzati e con altrettante storie da raccontare.

 

Buona Lettura a tutti!

Rachele.

 

 

CONTATTI:   

Se sei un autore e vuoi una recensione o  segnalazione del tuo libro, contattami qui:  apiedipaginawip@gmail.com

 

 

Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

Articoli Correlati

Commenti