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Recensione “Destinatario Sconosciuto”, Katherine Kressmann Taylor

Recensione “Destinatario Sconosciuto”, Katherine Kressmann Taylor

Come ogni anno, il 27 gennaio è una data che a me sta molto a cuore. E’ la Giornata della memoria, dove si ricorda tutte le vittime dell’Olocausto (e ricordiamoci che non erano solo gli ebrei, ma anche gli omosessuali, i disabili, i prigionieri di guerra sovietici, i politici, Polacchi, Ucraini, Bielorussi, Jugoslavi, Rom e altre minoranze).

 

Di contributi letterari riguardanti l’Olocausto ce ne sono tantissimi; oggi vorrei concentrarmi su un piccolo libricino che “fotografa” la storia un attimo prima di quello che noi conosciamo come Olocausto. Diciamo che racconta un pò l’inizio di tutto. Precisamente, parliamo del romanzo di Katherine Kressmann Taylor, “Destinatario Sconosciuto”.

DESTINATATIO SCONOSCIUTO 

Di Katherine Kressmann Taylor

 

Editore: BUR Edizioni

Pagine: 77

 

SINOSSI: “Novembre 1932. L’ebreo Max Eisenstein e il tedesco Martin Schulse, soci in affari a San Francisco e amici fraterni, si separano. Martin torna in Germania con moglie e figli e tra i due comincia uno scambio di lettere su cui si stende ben presto l’ombra nera della storia: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall’ideologia nazista. Martin non cambia atteggiamento nemmeno quando Max, disperato, gli raccomanda di vegliare sulla sorella Griselle, un’attrice austriaca che è stata amante di Martin e che, nonostante gli avvertimenti ricevuti, ha voluto ugualmente recitare a Berlino. E proprio questo comportamento porterà a un simbolico rovesciamento dei ruoli e ad una raffinata vendetta.”

 

La storia di questo romanzo è curiosa…

“Destinatario Sconosciuto” è un romanzo epistolare pubblicato nel 1939. Il libro viene ignorato per circa 60 anni, quando nel 1999 (tre anni dopo la morte dell’autrice) viene tradotto in Francese e diviene un Best-Seller (Vedi te, la solita “fortuna” degli artisti: le loro opere vengono considerate solo dopo la loro morte, mannaggia).

Il romanzo è ispirato ad una vicenda reale e a lettere autentiche. Infatti, nella post-fazione del figlio di Katherine, viene rivelato che l’idea del libro è venuta grazie ad un trafiletto di giornale: Gli studenti Americani in quegli anni rivelarono alle loro famiglie la verità sulle atrocità naziste, ma questa verità non fu accettata dalla maggior parte degli americani. I familiari ritennero che sarebbe stato divertente inviare ai famigliari in Germania delle lettere che si prendessero gioco di Hitler, e questi risposero:

“Piantatela. Siamo in pericolo. Queste persone non scherzano. Potreste uccidere qualcuno semplicemente scrivendogli.”

Da qui infatti nasce l’idea di “Lettera come arma” o “Omicidio per posta”.

 

Un Romanzo breve ma intenso.

“Destinatario sconosciuto” è un romanzo composto solamente da una corrispondenza, tra l’Ebreo Max Eisenstein e il Tedesco Martin Schulze, avvenuta tra il 1932 e il 1934. Martin ritorna in Germania con la moglie e i suoi figli e con l’avvento di Hitler, Martin si invaghisce pian piano di questo personaggio con “forza e carisma”.

A essere sincero, Max, credo che in molti sensi Hitler possa essere un bene per il paese, ma non ne sono del tutto sicuro. […] Quell’uomo è come una scossa elettrica, energico come lo può essere soltanto un grande oratore e un fanatico, ma a volte mi chiedo se sia sano di mente. […] Oggi, tutto ciò che sanno [i Tedeschi] è che non moriranno. Sono in preda a un delirio di felicità, lo venerano quasi, ma farebbero lo stesso con qualunque altro salvatore.

Questa storia, è una delle tante storie e dei tanti pensieri che i tedeschi hanno fatto in quel periodo. Le lettere e i ragionamenti di Martin vanno pian piano a radicalizzarsi con l’ideologia nazista, che meravigliano Max.

La razza ebraica è un problema scottante per ogni nazione che la ospiti.

[…] L’ebreo è il capro espiatorio universale.

[…] Tu vedrai soltanto che la tua gente sta patendo. Non puoi capire che per salvarne milioni, alcuni devono soffrire. Tu sei soprattutto un ebreo e piangerai per il tuo popolo. Lo capisco. Gli Ebrei sono fatti così. Vi lamentate ma non siete mai abbastanza audaci da combattere. Ecco perché ci sono i pogrom.

“Destinatario sconosciuto” ci dà la possibilità di vedere e studiare l’olocausto da un’altra angolazione. Sappiamo benissimo che cosa è successo nei campi di concentramento, sappiamo benissimo che gli ebrei sono stati deportati e hanno vissuto le pene dell’inferno, ma non sappiamo (o almeno, è meno conosciuto) ciò che succede prima nell’animo dei tedeschi che vengono spinti poi a fare quello che hanno fatto. Si, ho scritto proprio bene, i tedeschi. Perché la deportazione, le violenze, non sono state fatte da Hitler in persona, ma lui si è servito delle persone che in quel momento hanno davvero creduto (per ignoranza e per poca informazione a riguardo) che gli ebrei fossero “il cancro” della Germania.

Non voglio svelarvi altro. Non voglio svelarvi il perché della vendetta e in che cosa consiste; vi consiglio di leggere il romanzo perché è davvero piccolo, si legge in 30 minuti, ma porta con sé un grande significato, anche molto attuale.

Si, ho scritto bene, ho scritto “Attuale” : provate a sostituire la parola “ebreo” con la parola “immigrato” e il nome “Hitler” con un altro nome che sta prendendo piede e che sta facendo le stesse identiche manovre che sono state fatte nel 1933?

Capito, no?

 

Buona lettura a tutti!

 

Rachele.

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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