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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

“un po’ ad occhio e sale q.b.”…

“un po’ ad occhio e sale q.b.”…
2020… Eccomi qui con il primo articolo del nuovo anno. Che sia un buon anno per tutti Voi!

Una piccola deviazione

Quando ho iniziato questa rubrica mi era fatta un piano editoriale ed un ordine di pubblicazione ben preciso, programmando  e pianificando i vari articolo secondo un mio ordine. Poi come accade in tutte le cose della vita, puoi fare tutti i programmi che vuoi, ma poi le cose cambiano e si ri-innovano durante il percorso ed allora, invece di parlarvi di cosa era programmato per oggi, preferisco fare una piccola deviazione di percorso per entrare nel dettaglio dei legami tra startup e imprese BIG.
Sono sempre stata una persona estremamente dinamica, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Ho bisogno di non adagiarmi mai sulle attività, ma piuttosto trovare sempre nuovi stimoli e nuove sfide da superare. Sfide che mi mettano alla prova e soprattutto che mi permettano di crescere personalmente e professionalmente. La stessa cosa non vale per tutti ovviamente, così come non vale con gran facilità per alcune aziende. Ecco diciamo che io mi sento come una startup in continua crescita ed evoluzione. Sappiamo che startup e aziende non più startup, hanno ritmi, esigenze e spinte accelerazioni differenti. Ciò che secondo me è importante fare è quello di creare un trade union tra le due. Un po’ startup un po’ no, perché le due possono aiutarsi vicendevolmente.

Fondamentale diventare anche un po’ psicologi

Costi del personale, lavoro da organizzare, clienti fidelizzati da curare e mantenere ma anche nuovi clienti da cercare e fidelizzare, nuove assunzioni, posizioni che invece devono cambiare…e poi mantenersi in linea con le esigenze del mercato, capire le nuove frontiere, partecipare, osservare, creare…le aziende sono fatte di persone e ciascuno poi ha le proprie esigenze…ed allora è fondamentale diventare anche un po’ psicologi per mantenere ogni tassello della relazione centrato, perfettamente incastrato.
La dinamicità e la veloce flessibilità di una startup rendono più facile un passaggio di rotta, una accelerata del progetto in tempi rapidi, così come una decelerata improvvisa…diciamo che l’ideale sarebbe un perfetto mix tra le due realtà, agile come una startup e matura come una impresa.

Il ruolo dell’imprenditore

Qualche anno fa ho avuto il piacere di essere intervistata per collaborare nella stesura della tesi di dottorato di un dottorando dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Mattia Francese. Tesi dal titolo The Startup Life Cycle: a challenging enterprise. 
Durante la dettagliata e molto interessante intervista, Mattia mi chiedeva quale secondo me potesse essere il ruolo dell’imprenditore e quali siano i principali  fattori ed i soggetti che possono velocizzare o frenare lo sviluppo della startup.
In realtà in tutte le aziende il ruolo dell’imprenditore è chiave per il buon esito o no del progetto e/o dell’azienda. E sembra una banalità ma se analizzata nel dettaglio la cosa è sempre già evidente. Come la sua motivazione, il suo entusiasmo, il suo sapersi circondare di un ottimo team, il suo sapere gestire le relazioni ed il suo saper andare a cogliere le opportunità tralasciando abbagli accecanti sia la chiave di volta. E questo vale sia per chi inizia un nuovo progetto, che per chi da anni fa impresa. Cambia l’esperienza, cambia il sapere che tipo di errori non commettere, cambia la saggezza e aver già fatto una accurata selezione delle persone fidate da tenere al proprio fianco.

Incentivi alle attività che…

Per questo credo che siano da incentivare e supportare tutte quelle attività che vadano a creare collaborazione e matching tra le due tipologie di fare impresa. I soggetti preposti a questo tipo di sostegno, hanno compreso fortunatamente che questa è la direzione da percorrere e che quindi non soltanto debbano creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle startup, offrendo loro servizi e spazi, ma soprattutto che creino le condizioni favorevoli ad un mutuo interscambio. Ma realmente e nella pratica quanto è solo un atteggiamento di facciata e quanto questo mix avviene realmente, in tutti questi anni a volte ho notato, purtroppo, una incapacità nel riuscire ad entrare nelle viscere di questo tipo di collaborazione, rimandando sempre ad un livello superficiale, sia delle attività che delle relazioni. I motivi sono molteplici e non è mia intenzioni qui fare delle critiche o trovare colpevoli, cerco solo di analizzare i dettagli, osservare gli atteggiamenti e soprattutto i risultati.
E quindi…esiste una ricetta o una formula precisa? No, non esiste…però la vera sfida forse potrebbe essere quella di provare a crearla.
Alla fine questa voleva essere solo la premessa a ciò che pensavo di scrivere in questo articolo…alla prossima volta!
Letizia Bianchi

Letizia Bianchi

Letizia Bianchi guida un team di professionisti specializzati, operanti in tutte le discipline che interessano il mondo dell’innovazione, per supportare la nascita e lo sviluppo di startup innovative e il processo di ri-innovamento delle piccole e medie imprese. Ceo di TechInn srl e Responsabile Ricerca/Innovazione in Hunkeler.it, crede che il mondo dell’innovazione debba andare di pari passo con il senso di sostenibilità e responsabilità sociale ed ambientale dell’impresa, per questo opera fianco a fianco con l’imprenditore, con l’obiettivo di creare un abito di sartoria ad ogni nuovo incarico, che mixi valore monetario con quello ambientale e sociale.

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