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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Una storia che vi voglio raccontare

Una storia che vi voglio raccontare

C’è una storia che vi voglio raccontare.

Questa storia inizia nel 1993, avevo sette anni. Già allora ero appassionatissimo di calcio. Milanista, per essere precisi.

Fino ai 5 anni

Come sia diventato milanista sinceramente non me lo ricordo, qualcosa ho già accennato anche in questo articolo. È strano, perché mio padre è della Fiorentina e mia mamma juventina. Probabilmente fu perché in quegli anni il Milan vinceva tutto o quasi. Insomma, a cinque anni io ero già rossonero. E lo ero proprio fortemente: a 5 anni addirittura piangevo ad ogni gol che subivamo, che per fortuna erano pochi. Per esempio: il 2 febbraio 1992 si giocava Cagliari-Milan ed all’intervallo vincevano i padroni di casa per 1-0. Allora andai da mia Mamma piangendo, “il Milan sta perdendo, non vinciamo” e giù lacrime. Mamma (tifosa della Juve) mi rassicurò che avremmo ribaltato il risultato. Vincemmo 4-1. Non lo so se son cose collegate, però è bello pensarlo.

Per la cronaca: poco tempo dopo smisi di piangere ai gol subiti, frignavo solo alla fine se il Milan perdeva. Tutto questo fino ai miei otto anni, poi stop, non mi veniva più automatico. Avessi continuato a farlo, sarei morto disidratato molti anni fa.

Insomma, ero un grande esperto di calcio, roba da quiz televisivo. Inoltre iniziavo ad avere passione per osservare le cose, raccontarle ed al tempo stesso lavorare anche di fantasia. Certo, nei modi e termini di un bimbo di sette anni, ma intanto c’era quell’interesse. Mancava, però, qualcosa che unisse il mio amore per il calcio con il racconto della realtà e l’immaginazione.

“Se metti su Radiouno fra poco c’è un programma che racconta tutte le partite in contemporanea”.

Non ricordo chi me lo disse, anzi forse me lo sto inventando ora, probabilmente andò così però. Fatto sta che allora cercai freneticamente la frequenza di Radiouno, e finalmente la trovai.

“A taste of honey”

Le note di “A taste of honey” di Herp Albert & The Tijuana Brass (naturalmente l’avrei saputo da grande) suonavano nelle mie piccole cuffie. Iniziava la trasmissione che mi ha cambiato la vita. Iniziava “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Forse scrivere che una trasmissione radio “cambia la vita” è esagerato, non lo so. Ma sicuramente mi ha fatto intraprendere una strada. Almeno fino ai 13 anni la domenica pomeriggio per me era organizzata in questo modo: tv su “Quelli che il calcio” (all’epoca condotto da Fabio Fazio), pagina del “Corriere dello Sport” con le partite della schedina da aggiornare coi risultati ed i marcatori e “Tutto il calcio minuto per minuto” nelle orecchie. Non c’erano le immagini, l’unico sistema per visualizzare qualcosa era con la creatività, naturalmente in base a ciò che commentavano i cronisti.

L’amore per la radio nasce lì. L’idea e la voglia di raccontare, informare, emozionare. Anche intrattenere, perché alla fine del Novecento (vent’anni fa, in sintesi) iniziai ad ascoltare le radiocronache alternative della Gialappa’s Band su Radiodue e “Cordialmente” su Radio Deejay con gli Elio e le Storie Tese e Linus: scoprii così la mia parte più creativa (chiamiamola “cazzara”).

Non lo sapevo ancora, ma WiP Radio iniziava, molto molto lentamente, a sorgere.

2001

Nel 2001 decido che voglio fare radio. Coinvolgo i miei migliori amici nell’impresa, loro mi assecondano come si fa con i pazzi e per quattro anni saltuariamente registriamo un programma (col “Canta Tu”, con Fiorello in copertina) che ritengo tuttora molto molto valido, con picchi memorabili. Per maggiori informazioni citofonate ad Andrea e Francesco, i miei storici soci. Proviamo anche ad andare in una radio locale, oh, hai visto mai: ci dicono però che il loro stile è quello di una radio da “supermercato”, ovvero che abbia una funzione di sottofondo. Programmi molto parlati non erano quindi adatti: poche parole, tanta musica.

Nel 2006 scopro l’esistenza delle web-radio, che stanno lentamente iniziando ad avere del seguito. Subito mi innamoro della cosa e voglio farla anche io. Ahimè mi accompagnava sì tanto entusiasmo ma meno senso pratico (col tempo sono migliorato, credo) e quindi rimangono solo delle belle intenzioni, e stop. Sì, ok, avevo 20 anni, l’università ecc… Arriviamo al 2010. A Febbraio voglio riprovarci ma il tentativo fallisce miseramente. Racconto l’idea ad una persona carissima, ma carissima, ma carissima di quegli anni, anche con tutti i miei dubbi ed i tentativi già provati e falliti. Lei, di fronte al mio desiderio di riprovare ma con la grande paura che si concluda tutto quanto in un nulla di fatto per un’altra, forse definitiva, volta mi dice la frase che per me fu di svolta: “Chi non risica non rosica”.

Ok, si parte.

Siamo a fine giugno 2010. Coinvolgo una ventina di persone: i fondatori, gli eroi. Il 12 gennaio nasce formalmente l’associazione culturale “WorkInProgress”: vengo nominato Direttore Artistico. Il 17 gennaio, era un lunedì, iniziano ufficialmente le nostre trasmissioni.

Nove anni

Venerdì 17, dunque WiP Radio compie nove anni. Son successe tantissime cose e tantissime ne succederanno.

L’obiettivo è sempre stato quello di creare qualcosa di innovativo, originale, di qualità. Abbiamo sempre lavorato al meglio e continueremo a farlo, sempre di più.

Nella mia vita forse ho fatto finora poco, forse ho fatto abbastanza, boh. Ma di WiP vado orgoglioso.

Eternamente grazie agli eroi della fondazione ed a chi c’è stato, a chi c’è, a chi ci sarà.

E soprattutto a voi, che ci leggete ed ascoltate.

Nomen omen, dicevano i latini (“il nome è un presagio”, “un nome un destino”, e via così).

E, quindi, saremo sempre “WorkInProgress”.

Tanti auguri a noi!

 

P.S.: auguroni anche a “Tutto il calcio minuto per minuto” che venerdì 10 ha compiuto 60 anni.

 

 

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Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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