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Marta Cartabia presidente della Corte Costituzionale

Marta Cartabia presidente della Corte Costituzionale

Marta Cartabia presidente della Corte Costituzionale, la prima volta di una donna: «Sesso ed età non contino più»

scritto da Giovanni Bianconi per www.corriere.it

Con l’elezione del nuovo presidente della Corte costituzionale, avvenuta stamattina, comincia una nuova stagione al palazzo della Consulta. Il nome designato dai 14 giudici (lei ha lasciato la scheda bianca) è quello di Marta Cartabia, attuale vicepresidente, 56 anni, da otto alla Consulta. Sarà la prima donna a sedere sullo scranno più alto della Corte, quarta carica dello Stato, un segnale storico.

«Sì è rotto un vetro di cristallo. È un passo significativo per la storia delle nostre istituzioni. Le donne in magistratura sono in maggioranza, rappresentano il 53% ma non ai vertici, nelle alte cariche. La mia elezione è un po’ l’elezione di tutte loro… In tal senso – aggiunge – sento tutta la responsabilità di questa carica e l’onore di essere qui, sperando di fare da ‘apripista’», ha sottolineato Cartabia. «La neopresidente finlandese ha detto che età e sesso non contano più. In Italia un po’ ancora contano, spero presto di poter dire che non contano più».

Toni accesi della politica e delle comunicazioni sui social

La neopresidente ha anche toccato un argomento spinoso, quello dei toni accesi della politica e delle comunicazioni sui social. «Siamo abituati a essere criticati. Ma c’è insofferenza quando la critica si basa su elementi non veri», dice Cartabia, che si schiera contro chi «veicola le menzogne, anziché aiutare a capire» e fa «vilipendio delle istituzioni». «Travolgere con le invettive le istituzioni non fa bene a nessuno neanche all’autore», aggiunge. Mentre sul sovraffollamento carcerario, con oltre 10 mila detenuti in più dei posti regolamentari, pensa che rasenti «un trattamento contrario al senso di umanità che la nostra Costituzione esclude categoricamente». Ma «la Corte non ha la bacchetta magica – spiega – servono risorse, modifiche legislative, l’uso di strumenti quali misure alternative».

Giorgio Lattanzi

Giorgio Lattanzi, ormai ex presidente, ha lasciato il palazzo lunedì dopo nove anni di permanenza (e oltre due di presidenza), sostituito dal giudice Stefano Petitti. Le alternative maschili erano gli altri due vicepresidenti: Aldo Carosi, che ha la sua stessa anzianità di giudice costituzionale (sia a lui che a Cartabia restano nove mesi) e Mario Morelli, in scadenza di mandato a novembre 2020.

La continuità con la gestione Lattanzi

La continuità con la gestione Lattanzi sarà la conseguenza di un’impronta data dal presidente emerito divenuta pressoché indelebile, oltre che largamente condivisa tra i giudici. Non solo per le significative pronunce in tema di diritti che hanno segnato la giurisprudenza costituzionale (tra le più recenti quelle sul fine vita e sul cosiddetto ergastolo ostativo). Ma anche per l’apertura che la stessa Corte ha voluto fare verso l’esterno. Un allargamento di visuale andata oltre il palazzo della Consulta, estendendosi alla società su cui le decisioni dei giudici hanno riflessi concreti. I “viaggi” nelle scuole e nelle carceri sono l’emblema concreto di un coinvolgimento nella realtà del Paese. Coinvolgimento dal quale difficilmente si potrà tornare indietro, e che continuerà con la nuova presidente.

 

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Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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