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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Parliamo di cruelty free!

Parliamo di cruelty free!

Cruelty free è un prodotto che non è testato sugli animali. Né il prodotto finito, né le materie prime.

 

 

In queste poche righe non mi dilungherò su nessuna riflessione etica circa l’argomento, che rimando alla sensibilità di ognuno.

Piuttosto, voglio fornire semplicemente qualche dritta 🙂

 

Cominciamo!

 

IN EUROPA_ Nella mia rubrica “Dobbiamo Ambientarci” ho più volte richiamato il Reg. (CE) 1223/2009 sui prodotti cosmetici; l’art.18 ci parla della “sperimentazione animale” e dispone che sia vietata:

“a) l’immissione sul mercato dei prodotti cosmetici la cui formulazione finale sia stata oggetto, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, di una sperimentazione animale con un metodo diverso da un metodo alternativo dopo che un tale metodo alternativo sia stato convalidato e adottato a livello comunitario, tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE;
b) l’immissione sul mercato dei prodotti cosmetici contenenti ingredienti o combinazioni di ingredienti che siano stati
oggetto, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, di una sperimentazione animale con un
metodo diverso da un metodo alternativo dopo che un tale metodo alternativo sia stato convalidato e adottato a livello
comunitario, tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE;
c) la realizzazione, all’interno della Comunità, di sperimentazioni animali relative a prodotti cosmetici finiti, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento;
d) la realizzazione, all’interno della Comunità, di sperimentazioni animali relative a ingredienti o combinazioni di ingredienti allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente
regolamento, dopo la data in cui dette sperimentazioni vanno
sostituite da uno o più metodi alternativi convalidati che figurano nel regolamento (CE) n. 440/2008 della Commissione, del 30 maggio 2008, che istituisce dei metodi di prova ai sensi del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), o nell’allegato VIII del presente regolamento.”

 

In Europa la normativa è stringente. Dal 2004 non possono essere immessi sul mercato prodotti che siano stati testati sugli animali, e dal 2009 nemmeno quelli che abbiamo alcuni dei componenti non cruelty free.

 

Ecco perché nessuno dei prodotti che compriamo in una qualsiasi profumeria o supermercato è stato testato e dichiarato pronto al consumo attraverso la sperimentazione animale(rimando ad un prossimo articolo, invece, la questione del “vegan“, che ha un altro significato ancora).

 

Le aziende che quindi richiedono il famoso “marchio con il coniglietto”, lo fanno per mettere l’accento sull’etica della loro politica aziendale.

 

Esiste però un enorme MA. Ma, ma, ma… avere a cuore questo tema implica stare un po’ più attenti: esistono diversi brand, che rivendono in paesi dove non esiste questo divieto.

 

In Cina ad esempio, benché dal 2014 siano stati fatti dei passi avanti, esiste l’obbligo di sperimentazione animali per quei cosmetici prodotti all’estero ed importati! Ecco che una casa cosmetica che vuole accaparrarsi un pezzo del mercato cinese, ovvero rivendere in negozi fisici, dovrà attenersi agli obblighi di legge di quel paese.

 

Quindi in italia possiamo stare tranquilli, mentre appena si varca le soglie dell’Europa la legislazione cambia completamente? Beh, non proprio.

 

Il divieto di test sugli animali di cui sopra, è valido per quanto riguarda l’industria cosmetica, ma non quella alimentare e farmaceutica: un brand può acquistare da un fornitore che produce un singolo ingrediente testato per altri fini? Esatto.

 

La soluzione allora, è fidarsi solo del coniglietto e della buona fede delle aziende: il controllo dei requisiti per l’apposizione del marchio, è a carico delle aziende che rilasciano la certificazione, come LAV e ICEA.

 

Per l’elenco delle aziende che al 2019 non testano sugli animali e hanno deciso di renderlo ufficiale vi lascio questo link:

https://www.lav.it/aree-di-intervento/vivisezione/le-aziende-cruelty-free

 

Al prossimo articolo!

 

 

 

Silvia Cavaliere

Silvia Cavaliere

Ha studiato diritto, ma la sua passione è da sempre la scienza legata all'alimentazione e alle risorse, soprattutto agricole.

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