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Il lotto alimentare

Il lotto alimentare

Bentornati nella mia rubrica “Dobbiamo ambientarci”, che cerca di ritagliare un piccolo spazio di approfondimento per quella che è la regolamentazione in ambito alimentare ed ambientale.

 

Oggi volevo parlarvi, davvero in breve, di una indicazione che molto spesso si trova stampata sulle confezione degli alimenti.

 

Il lotto.

 

Che cosa è il lotto?

il D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 109: Attuazione delle direttive (CEE) n. 395/89 e (CEE) n. 396/89, concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari, all’art. 13 recita “1. Per lotto si intende un insieme di unità di vendita di una derrata alimentare, prodotte, fabbricate o confezionate in circostanze praticamente identiche“.

Per farci capire, sono prodotti che appartengono ad una stessa “partita“.

I prodotti alimentari non potrebbero essere messi in vendita senza l’indicazione del lotto, che è determinato dal produttore o dal confezionatore e deve essere apposto in maniera leggibile e indelebile.

Come si indica?

Si indica con dei numeri preceduti da una “L“.

Dove si deve apporre?

Sull’imballaggio, su una etichetta, sul recipiente, o sui documenti commerciali di vendita.

E’ sempre obbligatoria?

No, nello stesso decreto legislativo sono indicati anche i casi in cui il lotto può non comparire:

 

6. L’indicazione del lotto non è richiesta:
a) quando il termine minimo di conservazione o la data di scadenza figurano
con la menzione almeno del giorno e del mese;
b) per i gelati monodose, venduti tal quali, e sempre che essa figuri
sull’imballaggio globale;
c) per i prodotti agricoli che, all’uscita dall’azienda agricola, sono:
1) venduti o consegnati a centri di deposito, di condizionamento o di
imballaggio.
2) avviati verso organizzazioni di produttori o
3) raccolti per essere immediatamente integrati in un sistema operativo di
preparazione o trasformazione;
d) per i prodotti alimentari preincartati nonché per i prodotti alimentari
venduti nei luoghi di produzione o di vendita al consumatore finale non
preconfezionati ovvero confezionati su richiesta dell’acquirente ovvero
preconfezionati ai fini della loro vendita immediata;
e) per le confezioni ed i recipienti il cui lato più grande abbia una superficie
inferiore a 10 cm 2.”

Dopo tutte queste informazioni puntuali, la domanda residua è una sola: a cosa ci serve sapere il lotto dell’alimento che stiamo acquistando?

Conoscere il lotto è indispensabile ai fini della tracciabilità, soprattutto nei casi in cui sia indispensabile togliere velocemente un prodotto dal mercato, in caso di un alimento proprio perché potrebbe non essere conforme al consumo umano.

Se riscontriamo una difformità in qualcosa che abbiamo comprato, vale la pena avvisare il supermercato o chiunque ci abbia venduto il bene in questione, in modo che si possa controllare anche il resto del suo lotto di appartenenza!

Spero che questo breve articolo vi sia stato utile, alla prossima settimana :).

 

Silvia Cavaliere

Silvia Cavaliere

Ha studiato diritto, ma la sua passione è da sempre la scienza legata all'alimentazione e alle risorse, soprattutto agricole.

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