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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Ricordo un ricordo che però non mi ricordo

Ricordo un ricordo che però non mi ricordo

Ricordo un ricordo che però non mi ricordo.

Con la memoria sono sempre andato forte, davvero. Quando a 6 anni i miei genitori mi regalarono per Natale “L’Almanacco Illustrato del Calcio”, con tutte le partite della stagione 1991-1992, io imparai a mente le formazioni di ogni gara, di ciascuna squadra, con date annesse. Da quel momento ho sviluppato una particolare caratteristica: se voi mi dite una data dal 1992 ad oggi, io vi so dire il giorno. Esempio: che giorno era il 10 maggio 1992? Domenica.

Quindi ho attitudine col ricordare, col memorizzare, forse anche troppo, alle volte mi preoccupo, anche perché con ‘sta cosa delle date posso farci i soldi ed invece rimango sempre umile (ma se volete invitarmi a Battesimi, Compleanni, Matrimoni, ecc, per quindici minuti son disponibile ad esibirmi).

Però il mio primo ricordo non so quale sia. Non capisco se è effettivamente un ricordo vero o se frutto di autosuggestione: sabato 23 maggio 1987, spareggio per la qualificazione in Coppa Uefa fra Milan e Sampdoria, vittoria dei rossoneri per uno a zero grazie al gol di Daniele Massaro al dodicesimo minuto del primo tempo supplementare. Mi ricordo io in collo a qualcuno (credo mia Nonna paterna), Babbo che guardava la partita ed io che quindi divento milanista. A nemmeno dieci mesi. No, forse me lo sono inventato.

 

 

 

 

 

 

 

Il gol di Daniele Massaro

 

Allora è successo sempre col Milan, sì, il 24 maggio 1989, finale di Coppa Campioni contro la Steaua Bucarest, vittoria per 4-0, trionfo, io che dico “Forza Milan”. Avevo quasi tre anni. Sì, forse questa è più credibile, anche perché forse c’è una testimonianza, ma non so anch’essa quanto sia reale o no. Comunque, non buttiamola via.

Allora poi ci sarebbe anche la foto che ho in camera con i miei genitori, a casa dei miei Nonni materni, Natale 1989, io in braccio a mio padre e Mamma accanto a lui e tutti insieme davanti all’albero di Natale. Avevo un maglione rosso, forse è il mio primo ricordo, forse sì, vero.

Ma la finale invece contro lo Steaua Bucarest? Oh, son diventato milanista così dal nulla? Un motivo sicuramente c’è stato. Diamo per buono quel ricordo?

Poi ci sarebbe altro, ovvero io che stavo alla finestra del salotto e riconoscevo ogni macchina che passava. Per esempio: passava un’Alfa Romeo? Ed io dicevo “Lalla Leo”. Ok, non sapevo parlare, ma riconoscevo la macchina. Passava una Renault? “Enò”. Ci fosse stata un programma tipo “Sarabanda” solo sulle macchine, già a quell’età potevo stravincere, al di là del fatto che parlavo come un demente, ma che volete farci.

Però ora che ci penso… forse si va più in là, quando avevo quattro o addirittura cinque anni. Così come le televendite di Riccardo Corredi sulle tv locali prima dei cartoni animati, avevo sicuramente cinque anni. “Alto basso bello brutto magro grasso, Ricccaaaardo, Riccaaaaaaardo”. Sì.

Peccato però: aver avuto Riccardo Corredi come primo ricordo sarebbe stato divertente.

 

 

 

 

 

Sì, lui è Riccardo Corredi

 

Insomma, come si può evincere, non c’è certezza del primo ricordo. Brutto però, no? Si dice sempre che “la prima volta non si scorda mai”: il primo giorno di scuola, il primo bacio, la prima volta che fai l’amore, il primo giorno di lavoro, e via dicendo.

Certo, ora è molto più facile, si possono immortalare nascite e primi momenti di vita con i video direttamente dal cellulare, per esempio. Te lo salvi da qualche parte, ci stai attento e tac, sei apposto. Noi degli anni ’80 invece dobbiamo affidarci alle fotografie, anche se la fotografia è un ricordo posticcio, nel senso che se non ti scatta qualcosa, quel momento immortalato continui comunque a non ricordarlo.

Alle volte mi piacerebbe avere una macchina del tempo per tornare indietro a quando ero piccolino ma proprio piccolino ino ino e vedere i miei genitori da giovani, i miei Nonni trent’anni fa, la mia famiglia, la Rosignano degli anni ’80…

L’importante però è non farsi prendere dalla nostalgia, quello no, ovvio.

Però ricordare fa sempre bene, specie in una società come la nostra dove la memoria è veramente a breve termine, in ogni settore.

Ma non ricordate troppo, perché non voglio concorrenza nel campo dell’indovinare i giorni della settimana.

 

Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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