ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Via Crucis, III Stazione

Via Crucis, III Stazione

Metodi di contenimento (suo) e sopravvivenza (vostra) parte seconda, più varie ed eventuali perlopiù a caso e senza necessaria connessione logica.

 

Il cane più grande.

 

È un metodo che ho utilizzato anche io, Vostro Onore, confesso.

Con la Bestia di Satana Iperattiva, ad un certo punto mi sono ritrovata ad arrendermi, sfinita e sull’orlo di una crisi isterica, ho guardato Milla e le ho detto “ti prego pensaci te”.

Un cucciolo a volte è pesante, deve giocare, esplorare, conoscere, ed un cane adulto e competente è un grande aiuto; perché lo fa giocare, esplorare, lo aiuta a capire come deve comportarsi e se esagera lo rimette al posto suo.

Il rischio è che il cucciolo prenda l’altro cane come riferimento, o peggio lo esasperi e lo stressi, quindi manco a dirlo è necessario che siate sempre presenti e pronti a intervenire (per difendere il cane adulto)

 

Per salvare il vostro cane adulto o voi stessi dall’illimitata esuberanza del cucciolo caricato con l’energia di quattro reattori termonuclearie dare un momento di respiro a tutti, può essere utile un bellissimo, sia-Benedetto-chi-lo-ha-inventato, recinto. 

 

Ce ne sono di varie forme e misure, e lo si usa più che altro per impedire al cucciolo di fare troppi danni quando non ci siamo; con la cuccia, la ciotola e i giochi è “il suo posto”, ma, come il kennel, non è un parcheggio dove ce lo dimentichiamo a giornate sane. 

 

Il cucciolo lo avete voluto voi, di certo non vi è entrato in casa dicendo “io abito qui adesso”. È una vostra responsabilità educarlo, e, vi svelo un’amara verità, non potete educarlo se non ci costruite un rapporto e non ci costruirete un rapporto se lo tenete in prigione.

Ricorda un po’ la canzoncina “per fare un tavolo ci vuole il legno” ed è esattamente così che funziona: parte tutto dal rapporto.

Perciò, smazzatevi sto cucciolo, tanto crescono fin troppo in fretta e finirete per rimpiangere anche gli scivoloni sulle pozze di pipì (“oddio, ma come fa una cosa così piccola a produrre tutta questa roba?!”)

 

Ho provato anche il famoso “cancellino” da mettere alle porte, come quello per i bambini, se per qualche motivo (a me oscuro) gli si vuole impedire l’accesso ad una stanza: se il cane è in grado di scorrazzare per tutto il resto della casa come una bestia civile, perché quella stanza no? Mistero.

L’ho trovato utilissimo invece per limitare parti critiche come le scale: giusto per non fargliele rotolare stile valanga di pelo in caduta libera prima che gli sia stato insegnato a salire e scendere correttamente senza fratture multiple.

 

In realtà il mio cancellino è finito poi a delimitare gli spazi dei due cani adulti che vivevano insieme e non erano tanto d’accordo sulla gestione gerarchica della convivenza. Spiegando bene a ciascuno chi dovesse stare dove, si sono sentiti deresponsabilizzati da trenta centimetri di barricata che avrebbero potuto scavalcare senza neanche saltare e questo è stato l’utilizzo massimo del cancellino. 

 

E tutti felici.

Elena Caccavale

Elena Caccavale

Nata a Pisa nel 1980, cresciuta male fra Pisa e Cascina, migra periodicamente da un posto all'altro. Addetta alla sicurezza in aeroporto per scelta (d'altri) e cinofila a caso e per caso.

Articoli Correlati

Commenti