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Fatti e valori: quali connessioni nascondono?

Fatti e valori: quali connessioni nascondono?

Nell’immaginario comune si tende a separare nettamente fatti e valori, connotando i primi come qualcosa di tangibile, che può essere spiegato e compreso, attraverso cui si può argomentare nelle dispute. Insomma la descrizione di un fatto sarebbe ciò che più si avvicina alla nostra idea di oggettività.

Ai secondi invece non spetterebbe alcun ruolo nell’indagine scientifica e, più in generale, nel progresso della civiltà, essendo considerati come qualcosa di difficile, se non impossibile, da afferrare, qualcosa che dipende non da come le cose sono realmente, ma dai sentimenti che queste suscitano nell’individuo.

Sicuramente la tendenza storicamente rilevante, e per alcuni aspetti comprensibile, a tracciare una netta linea di separazione tra fatti e valori ha fatto sì che i primi venissero identificati con l’oggettività del riscontro empirico, mentre i secondi fossero relegati nella soggettività delle inclinazioni umani. In tal senso, essi appartengono a due universi separati: da una parte la sfera della ragione, dall’altra la sfera dell’emotività.

Un fatto è semplicemente “ciò che accade” ed è indipendente da noi, neutrale in un certo senso, mentre un valore è l’espressione del “sentimento” che quel fatto suscita in noi, quindi è strettamente connesso alla dimensione umana.

Ma le cose stanno realmente così?

Che quel tavolino di fronte a me sia fatto di legno, abbia la forma di un quadrato e sia di colore marrone è un fatto. Di conseguenza se affermo “Questo tavolo è quadrato” sto esprimendo un giudizio di fatto, in questo caso vero.

Quando si parla di valori – in senso lato – ovviamente le difficoltà aumentano notevolmente, perché se affermo “Donnie Darko è un bellissimo film”, oppure “Aiutare una persona in difficoltà è una buona azione”, si fa fatica a giudicare il valore di verità di queste asserzioni. Che si tratti di valori estetici o morali, quando vi facciamo riferimento siamo in balìa di una tensione ineliminabile tra l’idea che il nostro mondo di valori sia quello che tende all’oggettività e la consapevolezza che gli altri potrebbero avere altrettante buone ragioni per sposare un diverso universo valoriale.

fatti e valori

Lo scarto logico e semantico fra fatti e valori è strettamente collegato a quello fra scienza e morale. Il mondo scientifico è governato da leggi e fatti, quello morale da valori e codici di comportamento. Ad un primo pensiero sembrerebbe che sulle dispute fattuali si possa discutere ed argomentare, arrivando ad un accordo comune, mentre su quelle etiche lo spazio argomentativo sia riempito da un’ingombrante ed ineliminabile soggettività, impedendo che la disputa possa giungere ad una risoluzione.

In realtà le dispute etiche, al pari di quelle scientifiche, sono risolvibili, a patto che si condivida un terreno comune. Non si parla di principi morali in senso stretto, ma piuttosto di uno sfondo di credenze, valutazioni, scelte e dubbi che vengono riconosciute negli altri e su cui ci si basa per interpretarli.

Le nostre stesse valutazioni rispetto a ciò che ha valore sono intrise di razionalità, senso critico, sfondi di credenza, ragion per la quale il loro statuto di oggettività è assimilabile a quello dei fatti. È anzi necessario allargare lo spettro del significato di ciò che può ricadere sotto il concetto di oggettività, in modo che sia maggiormente inclusivo.

In tal senso, fatti e valori sono entrambi oggetti gnoseologici – seppur appartenenti a due categorie diverse – che possono interagire, si possono influenzare e legittimare reciprocamente. Fanno entrambi parte del panorama della civiltà umana ed evolvono con essa, o meglio, evolve la nostra percezione e il nostro approccio verso i medesimi.

Parlando di valori, così come parlando di fatti, un approccio fallibilista, sempre pronto a mettere in discussione i risultati raggiunti, garantisce quella fiducia nel progresso della civiltà umana che è ciò verso cui tende l’essere umano.

È dunque importante anche solo considerare l’idea di una perpetua interazione reciproca fra atteggiamenti valutativi e forze fattuali, senza che ciò esaurisca o comprometta la loro differente natura.

fatti e valori

Edoardo Wasescha

Edoardo Wasescha

Amava definirsi un nerd prima che diventasse una moda. È appassionato di filosofia e di fisica, di cinema e di serie tv, ama scrivere perché, più che un posto nel mondo per sé, lo cerca per i propri pensieri. Il blog è la sintesi di tutto questo.

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