BEVI LA COCA COLA CHE TI FA DIGERIRE….
In questa estate infuocata e afosa poteva mancare il dibattito sulla Coca Cola ? “Bevi la Coca Cola che ti fa bene….” cantava ironicamente Vasco Rossi ( https://www.youtube.com/watch?v=t9V6rnr_xsE ). Avete sete ? E allora Coca Cola con le sue bollicine.
Ci ha pensato il ministro Luigi Di Maio, che sembra nei modi e nell’eloquio sempre più un deputato andreottiano da Prima Repubblica, a ricordarci il nodo del contendere.
Nei terribili e tentatori distributori delle scuole (quelli che una volta si e una no ti rubano i cinquanta centesimi perché non funzionano mai) vanno messi al bando la Coca Cola così come tutti i “prodotti non made in Italy” e sostituiti con succo d’arancia. (https://video.repubblica.it/cronaca/scuola-di-maio-via-i-distributori-di-coca-cola-nei-corridoi-meglio-il-succo-d-arancia/338894/339494 ). L’intento è certamente lodevole, la salute dei piccini, se non fosse che i distributori sono soltanto l’ultimo anello di una lunga catena di abitudini alimentari che inizia e finisce in famiglia e non intorno alle “macchinette” della scuola. Sul togliere la Coca cola perché le bollicine fanno male (ricordate la pubblicità l’”altro modo di bere nero” riservata al chinotto) o meglio per il contenuto di zuccheri, insieme ad altre bevande dello stesso tipo, si può anche discutere, anche se è facile sparare sulla Coca cola. Ma pensare che possa essere sostituita da succhi di frutta industriali fa ridere, a meno che non si pensi alle bidelle pronte amorevolmente a spremere arance per i pargoli.
Poi quel “made in Italy” buono per i più creduloni che associano la Coca cola agli States . La Coca è un prodotto made in Italy, esiste una “Coca Cola Italia” con migliaia di dipendenti e ben quattro stabilimenti, fra cui quello di Nogara (Verona) che produce ben 734.941.592 litri all’anno di bevande gassate . E per i fautori delle italiche bevande contro quelle “demoplutomassoniche” va detto che la Coca cola se ne produceva tantissima nello stabilimento di Roma fin dal 1927 , si , quando c’era Lui , e veniva tranquillamente bevuta, nonostante si pensi che bevessero solo “vino de li Castelli con la porchetta dell’Ariccia”.
Che il distributore incriminato sia solo l’ultima misera rotellina del concetto di “buon mangiare e del buon bere” si rileva anche dai tentativi spesso fallimentari di introdurre certi alimenti nelle macchinette . Penso (esperienza diretta)all’introduzione di scaglie di parmigiano italico in bustina rimasto a stagionare nel distributore fino a divenire ottimo parmigiano extra stagionatura 24 mesi perché nessuno lo comprava. A dimostrazione che l’educazione alimentare inizia e si completa nelle famiglie e che il distributore può ben poco.
Allora perché queste uscite a rapida presa di pubblico, tanto parlare male delle bollicine della Coca cola è facile. Perché della scuola si parla sempre per questi particolari futili, come la Gelmini parlava dei grembiulini alla moda, Di Maio parla del distributore. Dettagli di facile digeribilità per l’opinione pubblica, per evitare di parlare di cose più complesse, per non parlare ad esempio di quei tagli sulla spesa della scuola, di cui si sta discutendo in questi giorni che vede un calo della voce di bilancio dedicata alla scuola da 48,3 a 44,4 miliardi spalmati su tre anni e che inciderà soprattutto sui docenti di sostegno per gli alunni in difficoltà ( https://www.tecnicadellascuola.it/manovra-tagli-da-4-miliardi-in-tre-anni-per-la-scuola-si-disinveste-sui-docenti-di-sostegno ) . E allora per un’opinione pubblica facile da convincere meglio parlare delle bollicine della Coca cola. Che fa tanto bene e che fa digerire, direbbe Vasco.