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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

il mito del “senza nichel”

il mito del “senza nichel”

il mito del “senza nichel”

 

Il Nichel è un elemento chimico, un metallo, ed ha una grande resistenza all’ossidazione; per questa sua caratteristica, si trova ad essere largamente usato a livello industriale per la produzione di leghe come l’acciaio inossidabile, o anche per l’idrogenazione di alcuni oli vegetali.

Perché parliamo di questo elemento? Perché da anni sulle etichette, in particolare dei cosmetici, impazzano i claimNichel free” e “Nichel tested”.

 

 

Che vogliono dire? Quali sono le normative di riferimento?

 

 

La allergia al nichel è abbastanza diffusa, si stima ne soffra circa il 10 % della popolazione, il sintomo più diffuso risulta essere la dermatite da contatto; monete, gioielli, chiavi, fondotinta, ombretti, pomodori e cioccolata, l’allergico al nichel deve stare davvero attento perché questo elemento è ubiquitario (si trova ovunque).

L’elenco degli alimenti che contengono naturalmente nichel e che un allergico dovrebbe evitare è molto lungo, ma il problema è talmente sentito che questo elemento è diventato un vero e proprio cavallo su cui puntare per il marketing e la pubblicità.

 

 

 

 

 

 

Come al solito, andiamo a vedere il regolamento Europeo che norma questo tipo di sostanza: in questo caso è il regolamento n. 1223/2009, in particolare l’allegato II.

 

 

Vediamo un estratto:

 

 

 

 

 

 

 

Si riscontra che il nichel si trova tra le sostanze vietate nell’utilizzo della composizione dei cosmetici, insieme a molte altre sostanze che si trovano comunque in natura, ma potrebbero risultare tossiche per l’uomo (per i cibi è diverso, gli allergici devono direttamente evitare alcuni tipi di alimenti).

 

La domanda che dobbiamo porci a questo punto è la seguente: se esiste un regolamento che vieta l’utilizzo del nichel nell’industria cosmetica, perché troviamo la dicitura nickel free o senza nichel sulle etichette?

Bèh, la risposta, in realtà, è che la dicitura è scorretta, in quanto nessuna azienda può utilizzare il nichel o incorrerebbe in sanzioni gravissime: si sta pubblicizzando il fatto che quel determinato prodotto non contiene una sostanza che, comunque, per legge, non potrebbe contenere.

 

Senza considerare poi, che nessun prodotto può davvero essere completamente senza nichel: è impossibile eliminarlo completamente dalle formulazioni cosmetiche, così, sempre il regolamento 1223/2009 consente che possano rimanere delle tracce; l’Istituto Superiore di Sanità ha attestato sui dieci milligrammi per chilo la soglia massima, una quantità molto inferiore rispetto a quella che potrebbe dare problemi ad un allergico, e le aziende si attestano su queste linee guida.

Ce ne sono alcune però che hanno una diversa politica, e sono quelle che scelgono di indicare sulle etichette dei propri articoli il claim “nichel tested”: attestano che la presenza della sostanza sia ancora inferiore a quella consigliata, circa un decimo. Anche in questo caso, però, il nichel non è completamente assente.

Tutto si snoda intorno alla pubblicità e al claim intorno a queste diciture. Se un marchio si dichiara nichel free è fuorviante, se un altro si dichiara nichel tested, può esserlo anche un altro che non riporta la stessa dicitura.

 

Alla prossima settimana!

Silvia Cavaliere

Silvia Cavaliere

Ha studiato diritto, ma la sua passione è da sempre la scienza legata all'alimentazione e alle risorse, soprattutto agricole.

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