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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Via Crucis, II Stazione

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Metodi di contenimento (suo) e sopravvivenza (vostra), capitolo I: il kennel.

 

Il kennel, trasportino, o trasportone a seconda di che razza ci dobbiamo infilare può essere un valido aiuto se usato nel modo corretto.

 

Ne esistono di varie forme e fogge: quello rigido, in tela, che si apre dal lato lungo, dal lato largo, grande, piccolo, grandissimo.

Per un cucciolo direi che quello in tela è troppo facilmente masticabile e lo eviterei.

Per il resto considerate la taglia finale del vostro cane e prendetene uno in cui possa comodamente girarsi e sdraiarsi ma che non occupi metà casa.

 

Il kennel è di fatto un letto e il nostro cane non è 50cent che sul letto faceva molte cose tranne dormire.

 

Vi sento già animalari “Aaaah! La Prigioneeee! L’isolamentoooo!! Assassinaaa!”

No.

Anche perché il concetto del kennel non è quello di infilarci il cucciolo a ore ogni volta che volete farvi i fatti vostri o non avete voglia, ma l’esatto contrario.

Il kennel non serve a rinchiudere il cane dentro, ma bensì a chiudere il mondo fuori

 

Il kennel è la sua cuccia, il suo luogo sicuro, il posto che può tenere sotto controllo girando la testa e dove nessuno lo disturberà mai.

 

Quindi se ci sono dei bambini in casa, o anche degli adulti un po’ rompicoglioni, è bene spiegargli che il cucciolo e poi l’adulto che entra e riposa nel kennel non va mai, per nessuna ragione, per nessun motivo, mai e poi mai, disturbato. Siete autorizzati solo se vi andasse a fuoco la casa, per intenderci.

 

Pensate un attimo: il progenitore del nostro cucciolino-ucci-ucci-piccino è il lupo, e il lupo scava le tane, dove la progenie cresce al sicuro, in grado di osservare l’ambiente esterno e accorgersi di un eventuale pericolo.

 

Ora, non essendo il massimo della praticità mettersi a sfondare il pavimento di casa per fare una tana, il meglio che possiamo offrire al nostro tenero Distruttore di Mondi è un kennel con l’apertura rivolta al centro della stanza, da dove possa controllare lo spazio esterno e sentirsi contemporaneamente protetto.

 

L’obiezione più diffusa è “però in natura mica esistono le grate per chiuderli dentro.”

No, ma in natura c’è mamma lupa che se il cucciolo prova a uscire anzitempo li ributta dentro a pedate, quindi l’idea di “stai dentro finche la situazione non cambia perché queste sono le regole” ce lo hanno molto chiaro.

 

Il trucco è prima far passare il concetto che quella è una tana sicura e poi chiudere la porta. Una volta che lo considererà un posto confortevole per lui non farà alcuna differenza che la porta sia chiusa o aperta.

 

E questo concetto come lo trasmettiamo al cucciolo?

I primi tempi i pasti verranno somministrati nel kennel, a porta aperta. Poi proveremo a chiuderla mentre mangia, probabilmente non se ne accorgerà neanche. Quando avrà finito e vi guarderà perplesso attraverso la grata, riapritela immediatamente prima che cominci a lamentarsi e fategli un sacco di complimenti. Se smettesse di mangiare, riaprite e tentate il giorno successivo.

Poi passeremo ai bocconcini tirati a caso nel kennel, mentre passa il tempo a cercarli, proveremo a chiudere per qualche minuto. Sempre riaprire se il cane mostra disagio.

Dopo qualche giorno, oltre ai bocconcini mettete nel kennel qualcosa di rosicchiabile, con ogni probabilità si metterà a rosicchiarla li dove si trova, segno che comincia a considerarla una tana. Se invece dovesse dar segni di inquietudine, lasciatelo uscire, ma riprendete il rosicchio e mettetelo nel kennel, chiudete la porta. Sarà lui a chiedervi di rientrare.

Continuate con questi accorgimenti finché il Distruttore non sarà a proprio agio nella sua tana.

 

Il kennel è sempre utile, per tutta la vita.

In macchina, durante la notte per impedirgli di fare pipì ovunque, quando ci sono due cani che non vanno ancora/non più d’accordo e non ci si fida a lasciarli soli, quando arriva a casa il cinofobo, quando dobbiamo insegnare un minimo di autocontrollo, o come, nel mio caso, avessi bisogno di dare un po’ di respiro a Milla che viveva, poveraccia, con un cucciolo di malligator attaccato perennemente al collo.

 

Scordatevi, dimenticatevi proprio i discorsi formalmente a bischero di molti cinomacellai che tengono i cani a giornate chiusi in kennel “perché così si carica” prima di una gara o di cuccioli parcheggiati perché altrimenti sporcano dappertutto; compratevi un peluche se non volete che faccia danni o sporchi.

Il kennel è una tana. Non un caricatore, non un parcheggio.

 

Detto questo, buona apocalisse a tutti.

Elena Caccavale

Elena Caccavale

Nata a Pisa nel 1980, cresciuta male fra Pisa e Cascina, migra periodicamente da un posto all'altro. Addetta alla sicurezza in aeroporto per scelta (d'altri) e cinofila a caso e per caso.

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