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Recensione “Psicotrappole”, Giorgio Nardone

Recensione “Psicotrappole”, Giorgio Nardone

Per ogni sofferenza psicologica esiste una via d’uscita. Impara a riconoscere la tua e a sconfiggerla.

 

PSICOTRAPPOLE 

di Giorgio Nardone

 

Editore: Ponte alle Grazie

Pagine: 126

Prezzo: 11.00 €

“Disinnesca la tua psicotrappola: tu l’hai attivata, l’hai costruita involontariamente, ma ora ne sei prigioniero. Come hai fatto? Hai ripetuto comportamenti che all’inizio ti hanno risolto dei problemi: erano soluzioni efficaci, dunque le hai applicate sempre, senza preoccuparti dei risultati. In verità, sono loro la tua psicotrappola: le tentate soluzioni fallimentari. Ti sei complicato la vita da solo, ti sei avvolto nelle catene proprio come faceva Houdini, solo che tu lo hai fatto senza rendertene conto, e ti ritrovi intrappolato. In queste pagine puoi trovare le istruzioni per capire come si sono strutturati i tuoi disagi, come fare per star meglio, per essere di nuovo consapevole del tuoi meccanismi. se hai innescato la tua psicotrappola, qui troverai sempre la tua psicosoluzione.”

Giorgio Nardone, psicologo e piscoterapeuta con trent anni di attività terapeutica, allievo di Paul Watzlawick e co-fondatore del CTS (centro di terapia strategica)  si occupa di ricerca, training e Psicoterapia presso il Centro di terapia strategica di Arezzo, è direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica, tiene lezioni magistrali, seminari specialistici e workshop, conferenze per il largo pubblico, e membro del comitato scientifico e autore della rivista Psicologia Contemporanea. Dal 2019 è Professore straordinario di Psicologia del cambiamento e Presidente del corso di Laurea Magistrale in Psicologia presso L’Università degli studi Link Campus University di Roma.

Gli esseri umani, nella loro capacità di crearsi difficoltà o vere e proprie patologie, vanno ben oltre alla più fervida fantasia ma, al tempo stesso, sono in grado di effettuare cambiamenti tanto imprevisti quanto straordinari.

Il libro inizia con il descrivere al lettore che cosa sono e in che cosa consistono le psicotrappole. Queste sono effetto del sovraddosaggio o della deviazione dal corretto dell’agire sano e adattato. Mi spiego meglio: la patologia psicologica è data dall’irrigidimento di un copione di azione che è inevitabile, dall’estremizzazione di un determinato comportamento (positivo o negativo che sia). Facciamo degli esempi per spiegar,i ancora meglio: Pensiamo come, secondo il senso comune, il fatto di essere persone molto percettive e sensibili rappresenti una grande dote. Tuttavia, quando questa caratteristica viene gestita male diventa fonte di ansia, fino a sviluppare un disturbo psichico e comportamentale. Oppure: Pretendere di avere il controllo delle proprie reazioni è sicuramente uno scopo positivo, ma quando viene portato all’eccesso, sino a produrre l’effetto paradossale della perdita del controllo, si trasforma in un disturbo fobico-ossessivo.

Nella stragrande maggioranza dei casi, questi processi non sono frutto di un’attenta riflessione, bensì reazioni che scattano naturalmente, frutto della ripetizione di un copione acquisito sulla base della sua efficacia.

Questo per dire che chiunque può costruirsi delle psicotrappole di cui diventare prigioniero, non solo chi è scarsamente dotato, fragile o ignorante. Anzi, Giorgio Nardone afferma che nella sua esperienza di clinico, i casi più incredibili e difficili da trattare riguardavano persone eccezionalmente dotate.

La complicazione psicopatologica è direttamente proprorzionale all’intelligenza e alle capacità del soggetto che ne soffre, poichè, proprio in virtù di queste, è in grado di scavarsi una trappola ben più profonda, o di costruirsi intorno una prigione o un labirinto da cui sembra impossibile fuggire.

Dopo questa lunga, ma doverosa premessa, l’autore inizia a descrivere le psicotrappole che si dividono in psicotrappole del pensare e le psicotrappole dell’agire. Le prime racchiudono le modalità del pensare frutto delle nostre percezioni, convinzioni, credenze che , se applicate rigidamente, conducono alla costituzione di trappole psicologiche prima e di possibile patologie psicologiche e del comportamento poi. Queste sono anche le più difficili da riconoscere, perché fanno parte integrante dell’identità personale. Le seconde racchiudono le modalità con cui noi agiamo (consapevolmente o meno) e che se reiterate in modo ridondante conducono inesorabilmente alla costruzione di problemi o vere e proprie patologie.

Dopo aver spiegato le psicotrappole e le relative psicosoluzioni, l’autore spiega le combinazioni patogene, ovvero il mix di psicotrappole “semplici” (se così possiamo chiamarle) e i relativi risultati patologici e invalidanti. Le psicosoluzioni di queste pagine sono veramente riassuntive, e l’autore ci rimanda, per maggiori informazioni alla letteratura specifica.

 

E’ interessante e stupefacente come noi stessi riusciamo a crearci delle trappole o delle situazioni che ci invalidano e ci rendono vulnerabili. Questo saggio è utile per imparare “come” funzioniamo e imparare come prevenire certe situazioni. Quello che è certo (almeno per me) è che un libro può essere un rivelatore, può indurre a scoprire noi stessi e le nostre problematiche può aiutarci a  prenderne atto, ma non sostituisce affatto un percorso psicologico con un terapeuta competente. Consiglio a tutti di leggerlo per questi motivi.

Detto questo….

 

Buona Lettura a tutti!

 

Rachele.

Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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