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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Nancy, la vera freak di Giovani Streghe

Nancy, la vera freak di Giovani Streghe

Negli anni ’90 cinema e tv hanno portato in gloria la figura della strega e l’hanno declinata secondo molteplici punti di vista diversi. Ci fu la favola morale di Chi ha paura delle streghe, la commedia di Hocus Pocus e della serie Sabrina – vita da strega, ci fu il dramma di La seduzione del male e la svolta horror a fine secolo con The Blair Witch Project. Ci fu anche l’avvio del prolifico binomio tra stregoneria e teen movie con Giovani Streghe, un film che ha segnato l’adolescenza irrequieta di milioni di ragazze e che offre molti più spunti riflessivi di quanto generalmente si pensi. Era il 1996.

In una scuola superiore cattolica di Los Angeles ci sono tre ragazze con problemi di integrazione sociale che giocano a fare le streghe. Per il momento giocano e basta, perché alla loro congrega manca il quarto elemento, quindi aspettano e nel frattempo vengono bullizzate da compagne e compagni con tutto l’arsenale dei grandi classici della vessazione: razza, classe sociale, abitudini sessuali e aspetto fisico. Un giorno arriva Sarah, appena trasferita, timida, gentile ma con un’anima antica e un passato pieno di dolore. Sarah è anche una “natural witch”, una strega con poteri innati, ereditati dalla madre. Viene coinvolta dalle tre aspiranti fattucchiere e diventa il quarto elemento, con il quale il gruppo riesce a invocare lo spirito supremo di Manon e a prendersi la rivincita su coloro che le avevano tormentate.

Rochelle si vendica delle cattiverie razziste di una compagna, Bonnie si riprende la bellezza esteriore che finisce per trasformarla in una stronza narcisista, Sarah fa innamorare quella testa di rapa di Chris, mentre Nancy, la leader morale delle Giovani Streghe, punta al jackpot. Nancy vuole il potere. Comunemente definita “white trash”, ragazza bianca povera con il bonus della presunta promisquità sessuale, Nancy è la reietta per eccellenza. È anche quella che nel gruppo è più carica di rabbia, più affamata di riscatto, e quella che infatti tende a sopravvalutare la propria capacità di autocontrollo. Una volta ottenuto il potere illimitato di Manon, Nancy perde la testa, diventa avida e rancorosa, fino al punto di spezzare il legame di sorellanza che si era creato tra le quattro streghe. Ubriaca di un potere che non aveva mai sperimentato, Nancy diventa incontrollabile, viene avvelenata dall’arroganza e si dimentica di fronteggiare le responsabilità che derivano dalle sue azioni.

Il risentimento covato da Nancy nei confronti di una società spietata e sessista le si rivolta contro, anche perché la consapevolezza portata dalla stregoneria non è un balsamo magico che risolve i problemi. Nancy rimane afflitta dalle sue insicurezze, e il male che finisce per riversare sugli altri torna indietro moltiplicato per tre, vanificando tutto il percorso di crescita spiriturale che l’essere strega aveva avviato. Il suo personaggio è quello che meglio rappresenta la dualità dell’empowerment e le possibilità distruttive della conquista del potere, se plasmata su un approccio predatorio e vendicativo. Nancy ci ha insegnato che la fame ci dà forza, che possiamo prenderci tutto, ma che dobbiamo farlo rimanendo fedeli alla nostra integrità, e soprattutto alle nostre compagne di lotta.

Eva Cabras

Eva Cabras

Nata nel 1988, di lunedì, in un anno bisestile. Ha provato il brivido di telefonare agli amici con il telefono fisso, poi ha scoperto Myspace e la magia dello shopping online. Nel 2015 inizia a scrivere online di musica e cinema. Negli anni contrae il morbo del binge watching e finisce per scrivere soprattutto di serie tv, con particolare ossessione per l’horror e la rappresentazione femminile (non necessariamente in quest’ordine). Legge ancora su carta, vive ancora in provincia.

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