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Tantissimi auguri, Ugo!

Tantissimi auguri Ugo

Buon 22 gennaio!

Data importante questa, per via del compleanno di una delle persone che stimo di più al mondo (no, non si tratta dell’omino che crea i meme con i personaggi Lego, anche se mi stupisco ogni volta di fronte al suo genio indiscusso). Insomma, dicevo: oggi a compiere gli anni è uno dei miei più vecchi e più cari amici. Come facevo a non approfittare di tutta la popolarità di Wip Radio, di “Popcorn” e non fargli una superdedica qui?

Il solo “pensiero” non basta mai, ricordatelo sempre, così ho anche fatto incetta di cose più tangibili (e monetizzabili, siamo due adorabili materialisti). Tuttavia, da procrastinatrice seriale quale sono, i regali li ho ordinati all’ultimo e non arriveranno prima del weekend. Che possa, dunque, almeno giungergli puntuale questo strano “bigliettino” nella sua giornata speciale.

Sia nel rispetto del nuovo regolamento europeo in materia di privacy, sia perché probabilmente lui mi darebbe fuoco se rivelassi pubblicamente la sua età, lo chiameremo semplicemente UGO, ma vi garantisco che il suo nome è foneticamente ben più accattivante.

TANTISSIMI AUGURI, UGO!

Ugo ed io siamo amici da quasi vent’anni. Cioè, da così tanto tempo che non riusciamo più a ricordare chi influenzi negativamente l’altro. Ci piace scrivere, viaggiare, fare shopping ai saldi, spettegolare sulle persone. Non metto mai casa in ordine quando Ugo viene a trovarmi, altrimenti non sarebbe un amico. Ugo, infatti, non si preoccupa minimamente dell’accoglienza, mi chiede solo di fargli trovare abbastanza Martini per le sue necessità.

Ugo ed io siamo nati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altra, ma non abbiamo lo stesso segno zodiacale. Credo che non vadano nemmeno molto d’accordo i nostri segni zodiacali. Ugo ha il segno zodiacale del mio primo fidanzato, con cui litigavo sempre, ma fondamentalmente lui era un idiota. Invece, con Ugo non ho mai litigato. Ed è una cosa strana, perché ad entrambi piace litigare e litighiamo con molti idioti ogni giorno.

Il seme dell’amicizia germogliò in un freddo pomeriggio di dicembre, grazie allo scambio dei doni natalizi. La prima sorpresa che Ugo mi fece fu un libro: “Le relazioni pericolose”, di Choderlos de Laclos. Leggendo insieme quelle missive, Ugo ed io, sempre più assorbiti dal confronto con i personaggi, capimmo di avere anime affini. Diventammo “migliori amici” nell’istante in cui mi disse: “Cosa? Anche tu? Credevo di essere l’unico”.

L’opera è stata oggetto di attenzione da parte di più registi, ma quelli che hanno maggiormente appassionato me ed Ugo (non paragonabili comunque al cartaceo) sono due: Stephen Frears, che ha diretto “Le relazioni pericolose” nel 1988, e Miloš Forman, che ha realizzato “Valmont” l’anno successivo. In chiave moderna, l’intrigo è servito anche nel più recente “Cruel intention” di Roger Kumble (1999).

Di cosa si tratta

“Le Dangerous Liaisons” si presenta sotto forma di romanzo epistolare e ruota intorno alle controverse figure della Marchesa di Merteuil e del Visconte di Valmont, nella Francia prerivoluzionaria (Ugo ed io amiamo alla follia anche quelle parruccone bianche e gli abiti finemente damascati).

La Marchesa, sotto le mentite spoglie di una irreprensibile vedova, vive in realtà in modo assolutamente libero la propria sessualità. Lasciata inaspettatamente da Gercourt, suo amante (che sta per convolare a nozze con Cécile, una ragazzina cresciuta in convento), decide di vendicarsi dell’affronto facendo innamorare la promessa sposa del timido Cavalier Danceny.

Chiede, perciò, al Visconte (anch’egli suo ex amante) di “istruire” la giovane, offrendo come ricompensa una notte d’amore con lei, in memoria della vecchia intesa che (ancora) li lega. Una gara già praticamente vinta in partenza da Valmont, donnaiolo e libertino incallito.

Parallelamente, durante un soggiorno da una vecchia zia in campagna, l’uomo conosce Madame de Tourvel, la schiva e distaccata moglie di un giudice, molto poco incline ad accettare le sue attenzioni. Rimasto affascinato dalla sua virtù, il Visconte si adopera per conquistarla con ogni mezzo, come la sua più irraggiungibile preda. Dapprima rifiutato, e quindi ancora più determinato a concludere, il Visconte riesce poi a far capitolare pure lei, che, tra dubbi e paure, gli si concede.

Quanto all’epilogo, si riscontrano scenari diversi. Sia il libro che i due film divergono tra loro, non tanto sui fatti, quanto più rispetto al messaggio finale. In tutti e tre, però, ben pochi si salveranno dalla rovina e dai lacci di queste “relazioni pericolose”.

“Le relazioni pericolose” (1988)

Del primo film, Ugo ed io abbiamo sicuramente preferito il cast, di primissimo livello: su tutti, Glenn Close (la Marchesa) e Jonh Malkovich (il Visconte), scelti perchè con una solida esperienza teatrale alle spalle, sebbene forse non tanto vicini per età alle figure del libro. Troviamo, poi, una candida Madame de Tourvel col volto di Michelle Pfeiffer, e due giovanissimi Uma Thurman e Keanu Reeves nei panni di Cécile e Danceny. VOTO: 7

“Valmont” (1989)

Della seconda pellicola abbiamo apprezzato, invece, la cura maniacale dei particolari: le scenografie e i dialoghi sembrano proprio essere frutto di uno studio accuratissimo dell’epoca. Superba la scena in cui Cécile scrive una lettera per Danceny stesa sul letto agitando ritmicamente le gambe (proprio come farebbe una bambina) e Valmont interrompe il movimento tenendola per le caviglie, segnando la fine della sua innocenza. VOTO: 8

Ci piace

Quello che di questa vicenda appassiona ancora Ugo e me è lo sfoggio di intelligenza sopraffina, soprattutto come capacità di prevedere le complicazioni e di volgerle a proprio favore, nonché la profonda descrizione dell’animo umano. Il tutto guidato da una cinica ironia, che vive sul filo del rasoio, tra il vizio e la virtù, tra la vita e la morte.

Il fascino che esercita sul pubblico è ancora intatto: sono “malvagi” che non potrete non amare. La Marchesa, da sola, gestisce le relazioni tra tutti gli altri, facendo dell’inganno e della manipolazione armi di controllo verso gli uomini che conquista. Valmont, orgoglioso e sprezzante, è totalmente accecato dalla smania di possedere tutto, tanto da non arrivare a possedere niente.

Più che il libertinismo sfrenato fine a se stesso, la narrazione rappresenta la volontà ferrea di non scendere a compromessi. I rapporti appassionati e dissoluti della Francia del tempo pongono interrogativi morali a tutti noi anche oggi, in una sfida continua tra l’essere e l’apparire. La cattiveria sapientemente dispensata fa cadere le maschere di rapporti vuoti e opportunistici, e la crudele vanità, forse unica vincitrice, è sempre pronta a corrompere nuove anime.

Il messaggio per Ugo

In una di quelle lettere è scritto:

“I nostri legami sono stati sciolti, non spezzati; i nostri interessi non sono rimasti meno uniti.

Da quando Ugo ed io non abitiamo più nelle vicinanze, e i vari impegni ci assorbono, ci vediamo di meno. Sono convinta, però, che Ugo ed io ci vogliamo bene come il primo giorno, anche se non ce lo diciamo mai.

Se avete un amico con i vostri stessi squilibri mentali, come io ho Ugo ed Ugo ha me, tenetevelo stretto. In fondo, cosa c’è di meglio di un amico sincero?

Ah, si. Forse un amico sincero che vi riceve con una bottiglia di Martini.

 

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