La scorsa settimana è andato in pensione il medico di famiglia del mio paese di residenza, Torino. Il giorno dopo mi sono inventato di avere un attacco di elefantiasi per poter andare subito a vedere il suo successore. Sono arrivato in ambulatorio all’alba perché volevo essere il primo, facendo mangiare la polvere agli altri pazienti, agli informatori scientifici e agli organi di stampa. Una volta varcata la porta dello studio – saranno state le cinque e un quarto della mañana – chi mi trovo di fronte? Nientemeno che il dottor Roberto Burioni, noto polemista laziale che odia le persone che non hanno studiato, i bambini piccoli (perché piangono ma lui ha da fare) e gli animali da compagnia. Sul momento mi ha fatto un po’ soggezione, perché il doc Burioni ha la fama da duro, è uno che sui social network ‘blasta’ la popolazione, come dite voi giovani dogi. Invece si è mostrato subito timido e impacciato, quasi timoroso. Ha balbettato un gracile “Buongiorno”, si è seduto al computer e mi ha fatto accomodare per sapere i sintomi. Gli ho spiegato le mie sensazioni in chiave elefantiasi, con quei gonfiori improvvisi agli arti e alla testa… e lui si è messo a ridacchiare (scusandosene subito) perché, ha detto, non sapeva ci fosse una malattia con un nome così buffo. Mentre continuavo a inventarmi il quadro sintomatico lui si vedeva che guardava su internet per capire di più. “Qui – mi ha detto – dice che c’è un film a tema elefantiasi: The Elephant Man, di David Link (pronunciato così). Mai visto”. Con l’elefantiasi l’abbiamo chiusa lì. Sono così passato a millantare un principio di pericardite (caratterizzato dal classico fastidio alla spalla sinistra). Anche in quel caso, per quanto cercasse di dissimulare, ho capito che mentre parlavo lui guardava su Google. “Dottore posso capire tutto, ma la pericardite è facile, tanto più per un immunologo come lei”, ho osservato, con un tono anche abbastanza alterato visto che fin lì il famoso medico pesarese era stato a dir poco una delusione. “Prima di tutto io sarei fisioterapista – mi ha spiegato -. E vede, non si sa mai, internet è una grande risorsa e non costa nulla. Wikipedia Enciclopedia Libera diche che tra i sintomi della pericardite c’è il ‘polso paradosso’, cos’è? Un polso grandissimo?!!? Ahahah. Poi dice anche tachicardia che, mi corregga se sbaglio, è quando il cuore va fortissimo… quando fa un po’ il pazzerello, diciamo”. Poi mi ha fatto spogliare e mi auscultato per prenderemi la Ves e la Pcr, e già che ormai ero nudo abbiamo fatto l’amore che con quello non si sbaglia mai. Una volta rivestiti siamo tornati alla scrivania per le ricette e alla fine mi è venuto in mente che dovevo ritirare gli esiti della biopsia di mia nonna. Lui ha frugato nel cassetto, ha dato un’occhiata e mi ha sorriso: “Stia tranquillo: tutto positivo!”. Io sono scoppiato in un pianto immondo – povera nonna Sandra! – ma ho trovato comunque la forza di spiegare al dottore che nella sfera medica ‘positivo’ significa che non va bene mentre ‘negativo’ vuol dire che tutto è ok. E lui: “Assurdo!”. Non ha nemmeno tutti i torti. Senz’altro è una cosa di cui come governo ci occuperemo presto.
Il Doc

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Niccolò Re
Niccolò Re è nato a Sarzana nel 1986.