Vorrei fare le imitazioni di personaggi inventati da me, per non sbagliare mai.
Vorrei avere i lineamenti di mia madre e i colori di mio padre, dei magnifici pastelli a cera.
Vorrei aprire una macelleria di carni nostrane. Carni normali, no strane.
Vorrei trovarmi negli studi di La7 con Alessandra Mussolini e chiederle se non si vergogni a farsi vedere in tv con quello che ha combinato suo nonno materno Riccardo Scicolone, bloccatosi a soli due esami dalla laurea in ingegneria civile.
Vorrei inventare animali: l’opuscolo… il tenero opuscolo informativo.
Vorrei prendere Barbara D’Urso, sfilarle quel vestitino sexy di dosso e provarmelo.
Vorrei smetterla di leggere, accanto alle immagini dei dipinti: “Leonardo, Vergine delle Rocce, particolare”. Se è particolare, cari miei, lo decido io.
Vorrei che dopo decine di casi di aviaria tutti i polli di un allevamento fossero abbattuti o almeno un po’ giù di morale.
Vorrei fare l’amore con te per ore ed ore o almeno finché ai tuoi genitori va di guardarci.
Ma soprattutto
a volte
vorrei spararmi un colpo in testa
ma tanto non lo faccio
perché poi
dopo
non ho voglia di pulire.
Vorrei (poesia che piace molto ai miei genitori)
