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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Sigla

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Quando il direttore Mieli o il signor Angela parlano di Roma sono sempre un po’ in pensiero perché si sa che a un certo punto arriva Luca Ward e dice le frasi del Gladiatore. Stesso discorso quando a Scommettiamo che…? (Rai 1) o ai Cervelloni (sempre Rai 1) si parlava di sonorità napoletane: era scontato che prima o poi spuntava Tullio De Piscopo a dare noia alla gente del pubblico percuotendola con le bacchette e urlando «Vieni vieni con me eh oh (aregai aregai aregai oh-oh)». Sempre a tema incursioni è bene ricordare quando il patron Maurizio Costanzo, nel corso della sigla di apertura di Buona domenica (reti Mediaset), si infiltrava tra gli orchestrali del M° Morselli, tirava fuori il sassofono dal taschino della camicia Dino Erre e si metteva a suonare con passione, contrappuntando la canzone «Mamma, ma chissà in quanti t’han sognato beato lui che t’ha sgrugnato beato il mio papààààààààààààààààà». La puntata durava l’intera giornata e io la guardavo dal principio alla fine assieme ai miei amati nonni. Se fossero vivi sarebbero contenti di leggere questo contributo, se fossero morti anche.
Di Buona domenica mi piaceva tutto: i dibattiti, gli approfondimenti, gli intermezzi leggeri, le imitazioni. Unica cosa che mi dava fastidio era il difficilissimo gioco in cui gli ospiti vip, a coppie e con le mani legate, dovevano mangiare delle mele sospese nel vuoto, delle mele verdi croccanti e imprendibili. Ecco, quel gioco mi faceva schifo perché si teneva all’incirca mentre facevo merenda, di solito con dell’ottimo pecorino di fossa appena sfornato da mia nonna, e non era certo una bellezza gustare uno spuntino mentre sullo schermo scorrevano fiumi di saliva di Paola Perego, Enrico Boselli, Lorenza Mario e altri concorrenti d’eccezione che cercavano disperatamente di scalfire i frutti a boccate. Dopo un paio d’ore di gioco a terra restava un lago di bava verdastra: all’immenso Claudio Lippi l’onere di tirarla via con uno scopettone. Infine, dopo il marasma delle mele Buona domenica andava avanti altre due orette, timonata alla grande dal nostro compaesano viareggino Marco Columbro il quale, finita la puntata, correva a fare l’amore con Elena Sofia Ricci nella sala insegnanti di Caro maestro.
Concludendo: in quegli anni Buona domenica surclassava la concorrenza e questo per merito del summenzionato e troppo spesso sottovalutato Maurizio Costanzo. Per questo Paese ha fatto più Costanzo in dieci anni che De Gasperi in un mese e mezzo, massimo due.

Niccolò Re

Niccolò Re è nato a Sarzana nel 1986.

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