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Moderat / Explosions In The Sky, le nuove uscite di Aprile 2016.

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Moderat / Explosions In The Sky, nuove uscite di Aprile 2016.

MODERAT – 3 

(data di uscita 1 Aprile 2016)

L’intento di creare qualcosa che contrastasse con i loro progetti individuali, Moderat – il trio composto da Gernot BronsertSebastian Szary (Modeselektor) e Sascha Ring (aka Apparat) – ha portato a completare un’ideale trilogia di album con III.

III accoppia una spinta emozionale con un’immaginario sensuale, creando un suono dinamico e una profondità con testi sofisticati, dal momento che indirizzano il loro sguardo verso l’intimismo.

Mentre Apparat ci dà il suo personale sguardo sulla vita, sulle sue ombre, sulle paure e sui dubbi, i Modeselektor raggiunonoun altro livello, sviluppando un’energia intossicata dalle loro distinte  e peculiari texture ritmiche.



Uno dei punti forti dei Moderat, è il loro utilizzo dell’elettronica per
raggiungere una diversità che si solito si raggiunge soltanto con la presenza dagli elementi orchestrali.

 

Con III, aggiornano la tradizione della scrittura musicale con una rinnovata ampiezza di stili, data dalla scrupolosa attenzione e capacità, arricchita dalle loro esperienze di  quasi 25 anni di sub- e club-cultura.I tre si sono ritrovati insieme grazie all’ormai leggendaria scena rave di Berlino e sia come gruppo sia come individui, questo nuovo lavoro è la dimostrazione di una maturazione dei Moderatall’interno della scena pop elettronica moderna.

 

 

EXPLOSIONS IN THE SKY – THE WILDERNESS

(data di uscita 1 Aprile 2016)

Il ritorno degli Explosions in the sky. Questo è il sesto album della band e il primo che non sia riferito ad una colonna sonora, dopo “Take Care, Take Care, Take Care” del 2011.

Così come suggerisce il suo titolo, “The Wilderness” (Landa desolata, selvaggia) esplora l’infinito sconosciuto, utilizzando molte delle definizioni di “spazio” date dalla band (spazio esterno, spazio mentale, la geografia e la fisica dello spazio) come mezzi di composizione. Questo è un album in cui coesistono shoegaze, sperimentazioni elettroniche, punk, dub, noise e ambient folk senza che uno stratagemma ne forzi l’unione.

Così come l’album “The Earth Is Not a Cold Dead Place“, anche “The Wilderness” dà senso di paesaggio, ma invece che marciare verso un vasto orizzonte, sembra andare a cercare una tana per ripararsi dal freddo. Nonostante siano presenti dei crescendo e dei climax, molto spesso ci troviamo a contemplare dettagli elettronici e suoni quasi impercettibili. Ad un primo ascolto The Wilderness suona come un sussurro; più lo si approfondisce, i dettagli crescono e risuonano. 

Per la maggior parte, le canzoni sembrano segmentate, come composizioni singole, invece che pezzi di un tessuto comune.

Dal momento che il gruppo si è dato molto da fare con le colonne sonore, è difficile, ascoltando “The Wilderness”, non pensare alle immagini che potrebbero star bene con queste canzoni, canzoni che si legano inconsciamente ai momenti importanti di ognuno di noi. Rappresentano il frutto di un lavoro ricco sia musicalmente sia emozionalmente.

 

 

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