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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

IL DERBY DELLA LIBERAZIONE

IL DERBY DELLA LIBERAZIONE

IL DERBY DELLA LIBERAZIONE

Quando un ufficiale fascista chiese a un gruppo di giovani partigiani dopo la liberazione: “Bene: che farete, ragazzi di questa Italia ?”, il partigiano Johnny rispose: “Una cosa alquanto piccola, ma del tutto seria”. Si tratta de ‘Il partigiano Johnny ‘ di Beppe Fenoglio, uno dei romanzi più belli sul periodo della Resistenza. L’ho sempre considerata una delle frasi più significative sulla Resistenza, asciutta, assolutamente non retorica, il simbolo di un’Italia che sarebbe in parte stata, in parte no, soprattutto quel “del tutto seria” che ha sempre stentato a realizzarsi. Un’Italia vaccinata dalla retorica della grandezza di cartone di Mussolini, finita tragicamente nelle rovine di una guerra distruttiva.

Ci ho ripensato quando ho sentito le parole del nostro ineffabile e insostituibile ministro degli Interni che, di fronte alla domanda se avrebbe partecipato agli eventi del 25 aprile,festa della liberazione, ha risposto che quel giorno sarebbe stato in Sicilia per testimoniare la sua volontà antimafia, cosa indubbiamente meritoria, scordandosi che la mafia si combatte anche il 26 aprile e, oserei dire, dal 1 gennaio al 31 dicembre, festività incluse.

Ma è la “giustificazione” successiva che lascia perplessi ossia, “siamo nel 2019 e mi interessa poco il derby fascisti-comunisti”. A parte il lessico calcistico di chi è abituato più alle allegre curve dello stadio che ai grigi e noiosi uffici del ministero, con tanto di coretti antinapoletani e birre (questo spirito vacanziero e ludico lo ammiriamo tanto!) , resta lo svilire a “derby fascisti- comunisti” quello che è stato uno dei momenti più importanti della società italiana del Novecento, quello che ha dato vita al riscatto dell’Italia come nazione, quegli eventi che sono stati alle origini della Costituzione sulla quale il suddetto ministro ha giurato, non sappiamo se incrociando le dita per non fare “giurin giurello”.

Perchè il derby, caro signor ministro, non è stato tra fascisti e comunisti, con quella strizzatina d’occhio a Casa Pound e dintorni. No, il derby è stato fra fascismo, quindi dittatura totalitaria, e democrazia, quella democrazia che le permette di parlare un giorno sì ed un altro pure dai suoi social. Perchè la Resistenza è stato prendersi le proprie responsabilità da parte di una generazione che ne era stata privata dalla dittatura, riprendere in mano il proprio destino futuro da parte di giovani ai quali era stato precluso da una guerra assurda condotta a fianco di chi era responsabile dello sterminio in Europa.

Perchè alla Resistenza non hanno partecipato solo i comunisti, certo sono stati numerosi e importanti, ma anche militari monarchici, preti cattolici, generici antifascisti, un popolo che spesso non aveva opinioni politiche ben definite, ma che non voleva più una dittatura rovinosa.

Perchè ‘Bella Ciao’ non è una canzone comunista, ma parla di libertà.

Perchè la Resistenza fu nascita di uomini democratici contro chi li voleva sudditi.

Poi possiamo discutere, dal punto di vista storiografico, su luci e ombre, stelle e polvere, ma resta il fatto che la nuova Italia è nata in quel momento, quando tutto sembrava perduto e il cielo sembrava buio e senza speranza.

Come ha scritto Natalia Ginzburg di quel periodo , “le parole ‘patria’ e ‘Italia’ ci apparvero d’un tratto così trasformate che ci sembrò di averle udite e pensate per la prima volta. Eravamo là per difendere la patria e la patria erano quelle strade e quelle piazze, i nostri cari e la nostra infanzia, e tutta la gente che passava”.

Ecco perchè, signor ministro, ci dispiace che lei, custode dell’ordine democratico, non ci sia, non sa cosa si perde verrebbe voglia di dire, o forse lo sa e non vuole vedere, ma ci piacerebbe vederla, signor ministro, in una piazza a festeggiare la liberazione, il 25 aprile. E saremmo buoni con lei, non le faremmo cantare neanche ‘Bella Ciao’.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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