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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Donne du du du. Frauen ja ja ja!!

Donne du du du. Frauen ja ja ja!!

Frauen ja ja ja!!

Berlino. 5 marzo 2019.  Ore 23:30.

Io e la mia amica Camilla siamo a BernauerStraße una fermata metro ( U-Bahn ) tranquilla e solitamente frequentata da chi lavora o da chi visita la città, nello specifico da chi vi si ferma per andare al Mauerpark o per vedere quel che resta del muro di Berlino e la sua storia.

Un tizio non troppo quadrato si avvicina verso di noi e parla in un tedesco strano, sbiascicante e bo, non si capisce bene, ma forse infama il sistema, la sfortuna e la propria vita.

Appena capisce che siamo italiane, oltre che donne, Frauen, inizia urlando a parlare con noi, sebbene non lo avessimo nemmeno degnato di uno sguardo, in italiano. Oltre le solite cose dette e stradette, “italiano, Berlusconi, bella donna, ciao, lavorare” aggiunge parole nuove, d’ attualità che mi sorprendono e che attirano la mia attenzione.
“Immigrato, non ce li volete, razzista, io sono nato in Italia, io parlo italiano “. Per lo meno non ha offeso noi in quanto donne, ma in quanto italiane. e per niente razziste.

Di sera ovunque tu sia, con gonna o pantalone, truccata o struccata, tirata e profumata o puzzona dopo una giornata di lavoro, non scampi a questo tipo di molestie. Si perché di molestia di tratta. Le donne non si permettono di rivolgersi in certi modi a uomini sconosciuti, cosi a caso, importunandoli nei loro momenti di vita normale, dove stanno magari solo aspettando una metro. Ma mica per paura o che, ma per RISPETTO.

Certo potrebbe sembrare un discorso qualunquista, da figlia di ex femminista e tutt’ora attiva nelle associazioni di pari opportunità locali, ma vediamo i dati, le statistiche, le notizie. La donna è “internazionalmente “ e  “storicamente“ vista come qualcuno, o peggio qualcosa, su cui uno può alzare la voce, i toni e le mani.

Non è giustificabile se uno vuole attenzioni, se beve, se sta male di testa, se dice di amarti o se è parente o amico. La violenza, anche verbale, è violenza. La violenza non è giustificabile mai. Ne con le donne con gli uomini o i bambini.

Non è giustificabile la classica frase del cavolo: “ma avevi la minigonna” , “ma quelle calze a rete” , “suvvia lo scollo”. “Ovvio che la gente ti guarda!”

La società è così maledettamente ottusa, maschilista e retrograda. Mi domando sempre perché il mondo sia in mano agli uomini, come mai hanno sempre così tanto potere, a parte la regina Elisabetta e poche altre. Forse una risposta ce l’ho.

Donne che hanno fatto la storia d’Italia

Le Frauen, donne a Berlino sono emancipate e indipendenti. Donne giovani, mezza età e nonne sprint. Le donne berlinesi si fanno valere anche se qualcuno le fa una molestia, Belastung, vai dalla Polizei e li denunci. Non ci pensano molto, sono molto più decise e smaliziate di noi, e poi il tedesco medio insegna: se c’è una regola che mi tutela la faccio valere fino alla fine.  Forse è l’opportunità di far carriera, l’aiuto con i figli, la maternità anche per i padri, il Kindergeld, tot soldi al mese per ogni bimbo fino alla sua completa indipendenza economica ( anche 25 anni) + sussidi vari e il non dover sempre nemmeno sottolineare che le donne sono uguali agli uomini, che ha portato la Merkel nel 2005 al governo, che ha portato l’8 marzo a diventare festa a Berlino.

Un cerchio che si chiude, un sottolineare che si guarda al futuro, che non c’è discriminazione di sesso. Che, mio caro amico della metro, l’hai proprio cagata fuori dal vasen, e come te devo dire purtroppo anche un sacco di italiani, turchi e altri non berlinesi, che si permettono di guardarti in modo strano o di fare apprezzamenti non voluti.

 

Sono d’accordo che uno deve mantenere la propria cultura, tradizione e religione. Che non dobbiamo plagiarci agli altri anche se siamo “gli altri” in uno stato non nostro. Che la differenza e la diversità di pensiero, cultura tradizioni è  ricchezza.

Ma il RISPETTO per gli altri va oltre a tutto ciò.

Buon #8marzo a TUTTI, che sia una festa da festeggiare non solo tra donne, ma con le donne!! <3

Ilaria Bruno

Ilaria Bruno

Ilaria classe '91. Da 5 anni vive, e sopravvive, a Berlino. Aspirante avvocatessa lascia la - allora ancora molto lontana - carriera, per intraprendere la strada dell'emigrata. Studia il tedesco, pagando corsi, affitto e birrini, facendo cameriera, barista e baby sitter. Arrivata alla fine dei corsi, ottiene un certificato di lingua e si pone la fatidica domanda, cosa faccio ora? Cosa voglio fare da grande? Decidendo di rimanere in Germania riprende la carriera, a 25 anni da studentessa, questa volta "buttandosi" nel sociale. Ad oggi è all'ultimo anno per diventare educatrice e forse chissà rimanere o tornare in patria.

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