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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Degas – Passione e Perfezione

Degas – Passione e Perfezione

Approfittando dell’uscita del film “Degas – Passione e Perfezione”, ho colto l’occasione per scrivere questo articolo e per parlare della vita e delle opere più celebri di questo celebre pittore francese.

 

Forse potrà apparentemente sembrare contraddittorio ma, sebbene questi film-documentario siano in genere ben strutturati, a me piace comunque documentarmi prima per arrivare più preparata alla visione di un film o di una mostra.

 

Piccola premessa prima di iniziare

 

Ho studiato Edgar Degas al liceo ed ero piuttosto affezionata alle sue opere. Questo perché, sebbene non rispecchiandone totalmente le caratteristiche, apparteneva alla mia corrente preferita, l’Impressionismo. Tale corrente, infatti, si basava principalmente sulla pittura en plein air, all’aria aperta insomma. Degas, invece, non amava particolarmente dipingere paesaggi e questo perché pare si annoiasse a contemplare la natura preferendo rappresentare ambienti interni e persone in posa. In comune con gli Impressionisti c’era però la voglia di giocare con gli effetti della luce, nel caso di Degas dati da lampade e candele, preferibilmente alla sera. Egli partecipò con grande assiduità a quasi tutte le mostre del gruppo impressionista e nutriva un certo interesse per le opere di Édouard Manet, con il quale strinse un’amicizia profonda.

 

Degas

 

Le origini

 

Edgar Degas nacque nel 1834 da una famiglia benestante. A soli tredici anni perse la madre. Fu probabilmente questo dolore che gli causerà una sorta di odio e amore nei confronti della figura femminile, l’interprete principale delle sue opere.

 

Iniziò gli studi classici presso un prestigioso liceo parigino. Successivamente, per assecondare la volontà del padre, cominciò a studiare giurisprudenza alla Sorbona. Tuttavia, Edgar dimostrò fin da subito una certa passione per l’arte. Sebbene inizialmente il genitore non fosse d’accordo e cercasse di spingerlo verso una carriera da magistrato, alla fine cambiò atteggiamento e anzi lo spronò a seguire la sua vocazione. Degas trascorse molto tempo a studiare i maestri del passato (adorando in particolare Jean-Auguste-Dominique Ingres che riuscirà anche a conoscere) e i pittori del Rinascimento italiano. Egli finì col trasferirsi in Italia dal 1856 al 1859 spostandosi fra Roma, Napoli e Firenze e dove incontrerà molti altri artisti.

 

Degas

 

Quest’ultimo quadro, “La Famiglia Bellelli”, fu un’opera realizzata in ben nove anni e vede l’influenza di molti artisti tra cui Giorgione e Van Dyck. Molti suoi lavori sono stati protagonisti di lunghe elaborazioni. Questo perché Degas era un perfezionista e in alcune occasioni chiese addirittura ai suoi committenti di riavere indietro le sue tele per poterle ulteriormente ritoccare anche dopo la consegna.

 

Il tema della vecchiaia

 

Nel periodo in cui si trova in Italia, sembra avere una predilezione per il tema della vecchiaia. A questi anni risalgono infatti quadri come “La vecchia” e “Ritratto di Hilaire de Gas”, suo nonno, col quale si poté ricongiungere durante la sua permanenza a Napoli.

 

Degas

 

Dopo i ripetuti richiami del padre, Degas tornò a Parigi nel 1859. Grazie all’immenso bagaglio culturale che si era portato dietro dall’Italia, riuscì a creare una pittura innovativa e originale.

 

Altre opere importanti di Degas

 

Due opere fondamentali appartengono a questo periodo. La prima è “La figlia di Jefte”, una tela a tema biblico. L’altra è “Giovani spartane che invitano i ragazzi a combattere” opera che, per quanto riguarda il tipo di composizione a blocchi di figure, rimanda al quadro della Famiglia Bellelli. La differenza è che i blocchi, anziché essere tre come nell’opera precedente, sono due e più precisamente uno composto da donne e uno da uomini. Il terzo gruppo resta invece sul fondo e sembra quasi fondersi con la natura.

 

Degas

 

Accantonato il tema storico, troviamo un Edgar Degas impegnato nella realizzazione di opere che vedono protagoniste persone prese nella loro quotidianità. L’artista le ritrae in svariati ambienti parigini, ma anche in numerosi ritratti, come ad esempio quello dei coniugi Morbilli e di James Tissot.

 

Degas Degas

Degas

 

Le ballerine

 

Tuttavia, almeno per quanto mi riguarda, la prima cosa che mi viene in mente se penso a Degas sono le sue ballerine. Più precisamente, ballerine raffigurate durante lezioni di danza e adornate di magnifici tutù.

 

Degas

 

In queste opere si può notare un maggiore studio dello spazio, ma anche uno studio maggiore del colore. Questo si nota in particolar modo nell’ultimo quadro sopra riportato,  “Classe di danza”, dove lo spazio si amplia grazie all’illusione data dagli specchi che riflettono le immagini. All’interno di una sala dalle tonalità del marrone/ocra saltano subito all’occhio le splendide ballerine avvolte dai candidi tutù bianchi mentre la porta e il pianoforte sono gli elementi fissi che creano un equilibrio.

 

Degas

 

Altri quadri di Degas che hanno come protagoniste le donne sono quelli che vedono figure femminili intente alla stiratura e alla toilette.

 

Degas Degas

 

Degas e la scultura

 

Sebbene devastato dalla morte dell’amico Manet, avvenuta il 30 aprile 1883, Degas si avvicinò anche alla scultura:

 

Degas

 

Celebre è la sua “piccola danzatrice di quattordici anni”, un modello realizzato principalmente in cera, tulle e raso e che fu esposta nel corso della sesta esibizione degli Impressionisti. L’opera fu accolta tutt’altro che bene e ricevette notevoli critiche; addirittura qualcuno affermò che l’opera non doveva essere presentata ad una esposizione d’arte bensì in un museo di zoologia mentre altri sostenevano che la statuetta somigliasse ad una scimmia e che doveva essere messa sotto formalina per poi essere spedita ad un museo di patologia umana. Tutte critiche che, onestamente, non mi vedono minimamente d’accordo, a me è sempre piaciuta e trovo che sia molto originale nel suo insieme.

 

Gli ultimi anni

 

Intorno al 1885 i disturbi alla vista di Degas, già avvertiti anni prima, iniziarono ad aumentare finendo poi col degenerare sul finire del secolo portandolo alla cecità. Questo costrinse l’artista ad abbandonare il disegno e la pittura continuando però a dedicarsi alla scultura modellando statuine di cavalli e ballerine.

 

“Gli occhi che tanto avevano lavorato, persi, la mente assente o disperata; le manie e le ripetizioni moltiplicate; i silenzi terribili che si concludono con un tremendo “Non penso che alla morte, niente di più triste della degradazione di una così nobile esistenza a opera della vecchiaia”. Non si può fare a meno di pensare che questo isolamento senile sia dipeso dall’accentuazione, negli anni tardi, di una naturale inclinazione del suo carattere, a causa di quella sua predisposizione ad “appartarsi, a diffidare dagli uomini, a denigrarli, a semplificarli, o a riassumerli terribilmente”
Paul Valéry

 

Edgar Degas morì il 27 settembre 1917 stroncato da un aneurisma cerebrale e al suo funerale partecipò anche Monet, uno degli ultimi impressionisti. La sua salma riposa nella tomba di famiglia al cimitero di Montmartre.

 

A chi fosse interessato lascio il link con tutte le informazioni in merito al film in uscita:

 

https://www.mymovies.it/film/2019/degas-passione-e-perfezione/

 

Alice Antoni

Alice Antoni

Alice ama leggere e adora gli animali, in particolare i conigli. È da sempre appassionata di arte e di riciclo creativo.

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