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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Vocabolario cane – uomo. Parte 1

Vocabolario cane – uomo. Parte 1

Ho cominciato questo blog con l’affermazione insindacabile “i cani parlano”.

In questo post e in quelli che seguiranno ci addentreremo un po’ in quello che è il loro
“vocabolario”, il loro modo di parlare, di esprimersi. Ovviamente, anche se non sto proprio bene di testa, non sento voci tipo la pubblicità delle assicurazioni: anche per me, i cani abbiano. Anzi, la mia in particolare non fa neanche quello, al massimo cigola.
Si, ho un cane che cigola come una porta vecchia, ma questa è un’altra storia.

I cani, come i loro antenati lupi, hanno un linguaggio per gestire i conflitti e le gerarchie. Per “parlare” usano il corpo, espressioni facciali, suoni, orecchie e coda.
Ho scoperto, osservandoli, che non fanno mai niente a caso. Ogni loro movimento ha un preciso significato, un motivo e uno scopo.
Molto prima di me, e anche molto meglio, una certa Turid Rugaas si era messa a studiare il linguaggio dei cani ed aveva individuato quelli che sono stati poi chiamati i “segnali calmanti”, catalogandone più di trenta.

Ma a cosa servono questi “segnali calmanti”?
Beh, i cinofili non hanno una grande fantasia per i nomi, e i segnali calmanti servono, guarda un po’, proprio a calmare e a calmarsi, gestire un possibile conflitto affinché non sfoci in aggressione e abbassare sia i propri livelli di stress che quelli altrui.

Qualche esempio.

Girare la testa: è un movimento veloce della testa da un lato, oppure la testa può restare di lato per un po’. Si va da un gesto minuscolo, appena accennato, a una rotazione di 90 gradi della testa.

Guardare altrove: i cani trovano scortese o addirittura minaccioso il contatto visivo diretto, evitarlo indica il desiderio di non entrare in conflitto.

Socchiudere gli occhi: avete mai l’impressione che il vostro cane vi faccia l’occhiolino? In realtà sta cercando di calmarvi perché magari lo state fissando da un po’ (vedi sopra) e comincia a pensare che siate arrabbiati con lui: è forse uno dei più usati e anche uno dei più ignorati da noi esseri umani, non ci facciamo caso perché spesso è molto rapido e difficile da cogliere, ma esprime un forte disagio.

Muoversi lentamente e Immobilizzarsi: Sono due segnali calmanti molto forti, spesso si
possono notare fra due cani che tentano un primo approccio e si avvicinano con movimenti lenti tanto da sembrare quasi non-movimenti, fino a congelarsi mentre l’altro lo annusa.
Oppure: avete fretta, dovete andare a lavoro, siete in ritardo e richiamate il cane dalla
passeggiata con voce dura, nervosa. Il vostro cane si avvicina con una lentezza
esasperante, voi vi innervosite anche di più e il cane si ferma a pochi passi da voi, immobile.
Sta cercando di calmarvi, ottenendo il risultato opposto perché voi non lo capite.

Ovviamente questi sono solo degli esempi, ma avete due settimane per esercitarvi prima del prossimo articolo in cui ne vedremo altri.
Il consiglio è quello di scegliere uno di questi segnali, uno solo, e cominciare a “cercarlo” nel proprio cane o negli altri e, quando si riesce a coglierlo con una certa sicurezza, passare al successivo.
“Ma perché dovrei farlo?” vi starete chiedendo.
Non saprei, immagino per il solito motivo per il quale state leggendo: capire i vostri pelosi.
Immaginate di vivere nella foresta cambogiana, per anni non riuscite a parlare con nessuno, siete spaventati, vi sentite soli, nessuno capisce cosa dite e voi non capite cosa vi dicono.
Ad un tratto qualcuno che parla la vostra lingua appare. Riuscite ad immaginare il sollievo?
Riuscite ad immaginare anche cosa potrebbe significare per il vostro cane, allora, se ad un certo punto anche voi cominciaste ad usare il suo vocabolario.

Da bambina, come credo un po’ tutti, sognavo di parlare agli animali. Beh, questa è la nostra occasione.

Elena Caccavale

Elena Caccavale

Nata a Pisa nel 1980, cresciuta male fra Pisa e Cascina, migra periodicamente da un posto all'altro. Addetta alla sicurezza in aeroporto per scelta (d'altri) e cinofila a caso e per caso.

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