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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Dove fischia il sasso?

Dove fischia il sasso?

DOVE FISCHIA IL SASSO?

Così iniziava l’Inno dei Balilla (“Fischia il sasso… ecc.), cose archeologiche, da scavo discografico, di un’epoca fatta di retorica, giovinezze, sassi, faccette nere e chi più ne ha più ne metta, simbolo di un regime che in venti anni ha portato un paese in tre guerre (Etiopia, Spagna e quella mondiale, definitiva). Dove fischia oggi il sasso? Non certo in questo repertorio in camicia nera, anche se qualcuno si definisce ancora fascista e aggiunge, per evitare equivoci archeologici, “del XXI secolo”. E giù proclami di Casapound e Forza Nuova sdoganati, che si mostrano nelle piazze. Ma non sono loro che preoccupano, sono solo la punta nera di un iceberg, quello che preoccupa è l’eterno fascismo italiano, del tengo famiglia, dell’indifferenza, di fascismo e antifascismo sono uguali, di un razzismo fatto di piccole cose, dello sbriciolamento di un tessuto sociale. Ecco questo è il pericolo fascista, quello di un italiano che non crede a nulla e che aspetta l'”uomo forte”, la miseria di chi ancora pensa che la democrazia sia un peso.

MA CHE CAMPAGNA…

Ebbene sì, questa che sta per terminare è stato una delle più sgangherate campagne elettorali a memoria d’uomo. È successo di tutto, oltre agli scontri di piazza nel vuoto politico, alle adunate di personaggi fascisti (alcuni coinvolti addirittura nelle trame più torbide della Prima Repubblica) con tanto di saluto romano ormai ostentato, con candidati espulsi per “indegnità” che si presentano alle elezioni e poi saranno eletti lo stesso perché è ormai impossibile cancellarli dalle liste, con veloci cambi di casacca da uno schieramento all’altro. Una fotografia simbolo: Pierferdinando Casini che, non involontariamente, parla durante un incontro sotto le foto dell’olimpo comunista Gramsci-Togliatti-Di Vittorio, in qualità di candidato del centrosinistra nella un tempo rossissima Bologna… D’altra parte o si pensa ad una folgorazione sulla via di Damasco oppure a un velocissimo cambio di casacca di una persona che fino a pochi anni fa era uno dei tre esponenti di punta del centrodestra berlusconiano. Oppure… che di notte tutti i gatti sono grigi.

LA “MUMMIA”

Sta girando un video divertente che mostra il ritorno dell’ormai immortale Berlusconi, ormai liftato e lucidato, come se fosse un film horror con tanto di maledizione della solita mummia egiziana (Berlusconi stesso).

https://www.youtube.com/watch?v=82-eL46N-IA

Aldilà dell’ironia, la prima cosa che viene in mente è che sono passati 24 anni dalla sua discesa in campo e il Silvio nazionale, passato attraverso vicende che avrebbero distrutto qualsiasi leader politico (ricordate la grande commedia che mise in piedi sulla “nipote di Mubarak”), anche per l’inconsistenza dei suoi presunti avversari, è ancora vivo e lotta insieme a noi. Un ventennio intero con Silvio e si sa che gli italiani sono specializzati in ventenni. In fondo Berlusconi che firma per l’ennesima volta sulla scrivania di Bruno Vespa il “patto con gli italiani” fa parte della nostra biografia della nazione, in fondo la “mummia” siamo noi, siamo quello che vogliamo essere, ciò che siamo e ciò che vogliamo.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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