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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Il seggiolone

Il seggiolone

IL SEGGIOLONE

Certe volte basta un particolare per riaccendere una miccia e questa volta è un seggiolone in senso metaforico. Con la quiete dopo la tempesta, si pensava che di primarie e risultati non si dovesse parlare più dopo la sovraesposizione mediatica, ma il diavolo ci mette lo zampino nell’articolo domenicale di Eugenio Scalfari del 7 maggio. Si parla di Giuliano Pisapia e dei suoi tentativi, più o meno condivisibili, di creare un raggruppamento di sinistra (a sinistra del pd). I risultati li vedremo, non è questo che ci interessa al momento. È piuttosto il commento che Scalfari fa ad una dichiarazione di Renzi per cui “sembra del tutto naufragata” un’alleanza fra pd e dissidenti pd (altra annosa vicenda). Anche questo ci interessa il giusto. Il nodo del contendere è un altro, di fronte al gran rifiuto, Pisapia, che è persona seria come è riconosciuto da (quasi) tutti, “dovrebbe trarne le debite conseguenze” ossia chiedere e ottenere una poltroncina di ministro nel governo pd, “per esempio al posto di Martina”, ministro dell’agricoltura, e mettersi l’animo in pace. Cosa poi ci azzecchi un penalista milanese con i campi è tutto da vedere, ma non importa, l’importante è il seggiolone, direbbe qualcuno dell’antipolitica. Uno schiaffo a Pisapia e all’opinione pubblica di sinistra. Ecco qualche volta Omero dormicchia, questa volta è toccato a Scalfari dormire alla grossa.

MACRON

Ci ho riflettuto a lungo. In un’elezione politica non avrei mai votato il “giovivecchio” Macron, oggi presidente della Repubblica francese al suono della Marsigliese, troppo ambiguo, troppo vago, con un movimento usa e getta a suo uso e consumo elettorale . “En marche!” si chiama e mi ricorda un po’ il “marciare e non marcire” del ventennio. Ma di fronte alla fasciointegralista Marine Le Pen con tanto di giovanne d’arco e vandea, se fossi stato francese, non avrei potuto resistere. Il “richiamo della foresta” antifascista si sarebbe fatto sentire e avrei votato per Macron. Con tutti i mal di pancia possibili, anche perché la marea nera sta montando in tutta Europa ed ha già conquistato due Stati, la Polonia e l’Ungheria. Poi che nessuno dica “non ce lo avevano detto…”.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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