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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Wilders è il Trump Europeo. Il populismo ha il solito parrucchiere.

Wilders è il Trump Europeo. Il populismo ha il solito parrucchiere.

Stessi capelli biondi e confusi, stessi discorsi all’insegna del politicamente scorretto, stessa matrice razzista e portatrice di populismo.

Wilders è il leader olandese che come Trump sogna (e può) conquistare il paese.

Cìè uno strano legame tricologico che lega due esempi classici di populismo moderno come se le chiome dei due politici potessero essere prese, lombrosianamente parlando, come metafora del populismo mondiale.

Capelli a parte i due politici sono molto simili nei modi di fare ma sopratutto nelle proposte politiche, si differenziano soltanto dal punto di vista della carriera visto che Wilders è un politico di lungo corso ma esploso recentemente con il rapido avvento dei populismi occidentali.

Cronologicamente parlando sarebbe più corretto dire che Trump è il Wilders americano, visto che il politico del paese dei tulipani ha sdoganato pensieri e modi di fare, che il neo Potus ha brandizzato mediaticamente a livello mondiale, decine di anni fa. Odio verso l’islam, orgoglio identitario, ricette economiche miste e non ideologizzate, sono i pilastri delle proposte del politico.

Certo i due paesi cugini hanno sistemi elettorali diversi (e naturalmente un peso politico enormemente diverso), il sistema olandese saprebbe fagocitare e smussare le posizioni estremiste di Wilders, visto che lo costringerebbe ad alleanze con partiti più centristi (la formazione liberale del premier Rutte), al pari dei Repubblicani americani più tradizionalisti che sono l’unico argine ad alcune derive folli di Trump, ma un eventuale vittoria dei populisti in olanda potrebbe allargare la crepa aperta con la Brexit e dare entusiasmo ai tanti piccoli cloni europei del Trumpismo che sognano di sgretolare l’Unione Europea a salvaguardia delle sovranità e identità nazionali.

Un antisistema che vuole impossessarsi del sistema per distruggerlo dall’interno, è questo è un proclama che nel mondo fagocita voti su voti. La battaglia comunque è soprattutto culturale con il perno nella difesa della propria identità (uomo bianco) e l’individuazione del nemico da abbattere (l’islam e uomo scuro).

Una similitudine emblematica tra i due paesi, Usa e Olanda, è quella che queste battaglie sull’identità sono più forti in due dei paesi più multiculturali al mondo. Gli Stati Uniti nati da un miscuglio di culture e popolazioni, da sempre emblema (seppur con molti momenti storici critici) di paese dei popoli, e l’Olanda, il paese europeo esempio per multiculturalismo, tolleranza e ottimi sistemi di integrazione. Questi due paesi sono diventati fornitori primari di energia elettorale al populismo mondiale con una sterzata brusca sul concetto di accoglienza finora preso a modello.

Questà bipolarità improvvisa dovrà far riflettere tutte le forze europee e democratiche, che spesso sul campo del conflitto elettorale non riescono a prevalere sul biondo di turno.

 

 

Dario Fattorini

Dario Fattorini

Dario Fattorini, studente di giurisprudenza, consigliere comunale di Collesalvetti. Appassionato di geopolitica.

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