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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

I volenterosi carnefici online

I volenterosi carnefici online

I volenterosi carnefici online

carnefici Chiunque navighi sui social network a partire dal mio preferito Facebook sa benissimo che, accanto a cose bellissime e utilissime, si avvertano anche gli umori e i fetori di una società che spesso non trova altri sfoghi, con individui che invocano i supplizi più tremendi per un maleducato che butta una cicca in terra, ma che nella realtà non farebbero male ad una mosca. Attenzione però a non sottovalutare perché sui social network ormai si forma una parte consistente dell’opinione pubblica, più che sui giornali di carta stampata e allora certe maree che montano non vanno ignorate con la sufficienza di chi dice che certe cose vanno discusse in sezioni di partito che non esistono più e che spesso sono ridotte a comitati d’affari. Siccome il diavolo sta nei particolari dei network, mi è caduta l’attenzione su alcune foto inedite pubblicate sul sito di “Repubblica” e postate tranquillamente, fra i consigli contro il caldo e quelli contro le zanzare, in quel gigantesco blob che è diventata la nostra vita virtuale. Si trattava di foto in bianco e nero sulla persecuzione degli ebrei in alcune zone d’Europa, non le foto della soluzione finale, dei campi di sterminio, ma quello che precedeva i campi, le umiliazioni, le ruberie e soprattutto la vigliaccheria e la complicità dei “bravi cittadini”, in parte volenterosi carnefici di Hitler, pronti a collaborare con il “cattivo” tedesco per tramutarsi poi, subito dopo la tragedia, in “buoni” (i tedeschi si sa son sempre “cattivi”, anche la Merkel, quando ci dobbiamo giustificare di qualche nostra mancanza). Ormai sappiamo che la sorte di centinaia di cittadini di religione ebraica fu decisa da “cattivi” italiani volenterosi complici degli altrettanto “cattivi” tedeschi. Ho guardato distrattamente i primi commenti, ho aperto e sono stato travolto dal fetore del peggio antisemitismo europeo, non quello del solito naziskin gonfio di birra o dell’ideologo frustrato di provincia, ma quello della casalinga, dell’impiegatuccio, di quella piccola borghesia e classe operaia incattivita dal rancore e dalla crisi, pronta a trovare un capro espiatorio. Mi ha colpito, nella sua presunta neutralità, il commento di una signora che poteva essere la classica “casalinga di Voghera” presa a misura dai mass media come spettatrice tipo:

Ma vi sembra di buon gusto mettere queste cose nel momento della tragedia di Gaza?”. Buon gusto, signora mia? Buon gusto come se si trattasse del tè con le amiche e bisogna decidere quali tazze mettere, se quelle a fiori o quelle gialle? Tutto si confonde, tutti ebrei, tutti carnefici, la tragedia tutta europea dell’olocausto con gli oltre sei milioni di innocenti civili uccisi diventa pari pari la tragedia di Gaza, in uno schifoso scaricabarile che alla fine assolve la cattiva coscienza europea, anche nella tragedia palestinese. Impossibile in poche righe parlare della complessa e lunghissima questione israelo–palestinese, ma i tremendi fatti di questi giorni testimoniano per l’ennesima volta il totale fallimento di due classi dirigenti, quella israeliana, con l’ormai impresentabile destra di Netanyahu e i vari capi e capetti religiosi che proteggono per convenienza gli insediamenti in Cisgiordania, e quella palestinese di Hamas che non ha neanche più la capacità di impedire infiltrazioni dei peggiori integralisti e che viene armata e foraggiata dai peggiori regimi mediorientali. Due classi dirigenti incapaci di uscire dal culo di sacco in cui si sono infilati da soli, tra l’indifferenza e la complicità delle potenze mondiali. E poi nello stesso giorno, a poche centinaia di chilometri da Gaza, nella Siria ormai precipitata in un immenso buco nero di violenza, venivano uccisi 270 civili per il possesso di un campo di gas, notizia che spesso non merita più nemmeno un commento ad un post. Di un paese che si affaccia sul Mediterraneo, quindi sul nostro mare, dove sono state uccise oltre 100.000 persone, con milioni di profughi, dove le donne vengono lapidate dal fanatismo maschilista, non ne parla quasi più nessuno. Eppure i morti civili non dovrebbero avere colore. Ma si sa, roba da islamici, cosa ci interessa a noi. Ecco invece che l’unica cosa che ci risveglia è proprio il vecchio antisemitismo, pronti in prima linea, da vecchi europei che non hanno capito ancora nulla. Ecco allora i piccoli “antisemiti” online che mi ricordano i “piccoli volenterosi carnefici” (non più) di Hitler che sono sempre lì dietro l’angolo, non i “cattivi” tedeschi, no, i piccoli uomini e donne, che quando tutto era finito, quando anche i bambini ebrei erano stati portati via, andavano nelle case abbandonate e portavano via tutto quello che rimaneva della tragedia. Ma sempre con educazione e buon gusto, mi raccomando.

 

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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